Smog, boom in aperta campagna a Giffoni Sei Casali
Uno studio dell'Università di Salerno ha evidenziato che nel comune di Giffoni Sei Casali, l’area dove sorgerà il termovalorizzatore del capoluogo campano, c’è lo stesso livello di inquinamento di una delle strade più trafficate della città. L’allarme inquinamento lanciato tempo fa dal sindaco Marotta trova così un’ulteriore conferma
31 March, 2010
Da uno studio condotto da due docenti del dipartimento di chimica dell’università di Salerno, Vincenzo Venditto e Maurizio Carotenuto è emerso che Giffoni Sei Casali ha lo stesso livello di inquinamento di una delle strade più trafficate di Salerno, via Verneri. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che l’area dei Picentini, nel comune di Giffoni, è una zona agricola, con una densità di traffico pari quasi a zero.
I dati, elaborati da Venditto e Carotenuto, confermano quindi l’allarme inquinamento lanciato tempo fa dal sindaco Gerardo Marotta dopo l’individuazione del sito di Cupa Siglia per la realizzazione del futuro termovalorizzatore di Salerno.
Tre le centraline posizionate per accertare la presenza di polveri sottili, metalli pesanti e idrocarburi rilasciati nell’atmosfera.
La zona in cui si è rilevato il più alto tasso di inquinamento è quella di Prepezzano, dove si concentrano i più alti rilevamenti sottili e particolato (un insieme eterogeneo di particelle nocive rilasciate nell’atmosfera).
I massimi livelli di inquinamento si registrano soprattutto nei mesi estivi, con picchi altissimi a giugno e luglio, in controtendenza , con l’andamento medio di qualsiasi capoluogo di città dove, al contrario, il rilascio maggiore di polveri sottili si concentra durante i mesi invernali, quando il traffico veicolare è più intenso.
Sulla base dei dati raccolti – si legge nella relazione di Venditto e Carotenuto – non è possibile dare una spiegazione esauriente a questo fenomeno, che potrebbe essere dovuto alla presenza di sorgenti puntuali di emissioni di inquinanti (per esempio, siti di combustione di legna e combustibili), ma anche a particolari situazioni geomorfologiche locali che creano un microclima sfavorevole alla dispersione atmosferica degli inquinanti, perciò i due esperti consigliano una ricognizione sul territorio per verificare la presenza di sorgenti di emissione abusive o irregolari.