"Centraline da adeguare ma servono tre milioni"
Scarponi, direttore Arpac: il blocco del traffico non basta per eliminare l'inquinamento - da Il Mattino del 08.04.2010
08 April, 2010
di Paolo Barbuto
Direttore dell’Arpa Campania da cinque mesi, l’emiliano Franco Scarponi rimane ancora sconvolto, davanti alla «vetustà del parco auto della città di Napoli. Qui circolano le vetture più vecchie che io abbia mai visto», sorride prima di affrontare il discorso sulle polveri sottili.
Direttore Scarponi, bloccare la circolazione è utile?
«Certamente sì. Le rispondo che è utile, però...».
Però non ne è convinto?
«Non credo che sia una risoluzione al problema delle polveri sottili. Non credo che possa bastare».
Certe volte le centraline non si accorgono del miglioramento.
«Non è automatico che al blocco della circolazione corrisponda una diminuzione delle polveri sottili. Ma almeno il livello non cresce».
Perché non diminuisce?
«Perché occorre un po’ di vento per sgomberarla dagli agenti inquinanti».
Da ottobre lei ripete che la rete di rilevamento è vecchiotta e va rigenerata.
«Lo confermo. Ma la spesa per l’innovazione è alta. Quasi tre milioni di euro».
E questi soldi non ci sono?
«Bisogna reperirli. Il percorso burocratico è ricco di ostacoli e insidie».
Non era abituato a questi ostacoli?
«Io vengo dall’Emilia Romagna. Lì non mi sono mai scontrato con le difficoltà che trovo qui in Campania».
È pentito della scelta?
«Sapevo perfettamente quel che mi aspettava. Però doversi scontrare tutti i giorni con certi meccanismi è più difficile del previsto. Ma io sono coriaceo».
Torniamo all’inquinamento. È tutta colpa delle auto?
«Le auto c’entrano, ma non sono le sole colpevoli. Ci sono i lavori in corso, le polveri trascinate dal vento, le navi del porto. È un mix articolato, ma è impossibile sapere qual è il peso delle singole componenti».
Intanto i 35 giorni di superamento del Pm10, sono già stati bruciati.
«Questo è un altro punto delicato. L’Italia non può essere costretta a rispettare i limiti delle altre città d’Europa. È questione di conformazione del territorio, di influsso del Mediterraneo. In Francia o in Germania, le città sono spazzate dai venti atlantici: qui non arrivano, e l’inquinamento resta fermo nell’aria».
Dunque le cose cambieranno?
«Ci proviamo. intanto, però, dobbiamo adeguarci. E anche il blocco della circolazione può essere utile a rendere l’aria più respirabile».