"Basta Suv in aula". E arriva il pedibus
I presidi varesini: "Creano pericolo". E scatta l'alternativa: ecologica e sicura - da La Provincia di Varese.it del 05.10.2008
07 October, 2008
Adriana Morlacchi
Mattino varesino. Traffico, semafori, clacson. Poi l’ingresso nel cortile della scuola, a pochi metri dal portone, dove il bimbo viene “scaricato”. Un rush giornaliero che coinvolge tantissime famiglie e che, nel continuo aumento del numero di auto, genera una spirale di traffico destinata a crescere. Ingorghi e picchi di inquinamento vicino ai cancelli delle scuole sono un problema, tanto che alcuni dirigenti scolastici si sono già attivati per frenare quello che qualcuno definisce «l’attacco delle mamme con i Suv». Il traffico mattutino, infatti, si è acutizzato negli ultimi anni con la diffusione di auto grandi e ingombranti, che rallentano la circolazione sulle strade e costituiscono un pericolo per i bambini. Una strategia per combattere il fenomeno è quella di incentivare la diffusione del Pedibus o del Bicibus, un serpentone di bambini che, guidati dagli adulti, raggiungono la scuola a piedi o in bici.
Basta Suv e macchinoni che si arrampicano sulle aiuole spartitraffico, macchine parcheggiate in doppia fila, in sosta vietata. Basta code, motori accesi. Sì ad un progetto per riorganizzazione i tempi e gli orari della città, ad un potenziamento dei mezzi pubblici, all’adozione di comportamenti più salutari, come andare a scuola a piedi e in bicicletta. Antonio Antonellis, dirigente dell’Istituto Vidoletti, lancia un appello: «La mia scuola sorge in una zona ad alta intensità di traffico. Ci sono un migliaio di alunni dello scientifico, 800 dell’artistico, 400 delle scuole medie. Non esagero quando dico che via Manin, negli orari di punta, è impraticabile. Chiediamo ai genitori di non ostinarsi a voler arrivare fino al cancello della scuola, ma di posteggiare negli spazi consentiti e di fare qualche metro di strada a piedi». Esprime preoccupazione anche Luisa Oprandi, vicepreside del Manzoni: «Il problema del traffico generato dalle mamme che accompagnano i figli è reale. Abbiamo tentato di risolverlo mettendo i divieti di sosta, ma non riusciamo a contenere il fenomeno in nessun modo». La strategia per snellire la situazione è quella di marciare insieme, scuole, cittadini e istituzioni: «Bisognerebbe trovare un accordo inter-istituzionale per scaglionare gli ingressi delle scuole, costruendo più ingressi e parcheggi» suggerisce Antonellis. La soluzione più semplice ed economica arriva dai paesi del nord Europa e si chiama Pedibus.
Si tratta di una sorta di “autobus umano”, formato da un gruppo di bambini, i passeggeri, e da due o più adulti, gli autisti e i controllori. Ai bambini viene fatto indossare un giubbino catarifrangente. Sulle strade vengono segnate le fermate di raccolta dove un genitore, a turno, aspetta i bimbi e fa l’appello. Un progetto che coinvolge già numerosi istituti di Varese (Pascoli, Frank, San Giovanni Bosco, Garibaldi e Carducci). «Lo scorso anno i genitori avevano accolto con freddezza e scetticismo la proposta» racconta Adalgisa Taino, maestra alla Garibaldi. «Per alcuni accompagnare i bambini facendo la strada a piedi costituisce un ulteriore motivo di ritardo. Oggi invece, dopo la sperimentazione, 62 genitori su 65 sono favorevoli».
D’altronde, andare a scuola a piedi permette di fare attività fisica, conoscere l’ambiente ed orientarsi nel territorio.
Adriana Morlacchi