Detroit abbandonata prova a rifiorire con gli orti urbani
Nella città, conosciuta come capitale statunitense dell'auto, la crisi economica ha portato una diminuzione del numero di abitanti e un vasto abbandono di molte aree residenziali. Il sindaco di Detroit lancia un piano innovativo di sviluppo urbano che prevede la conversione delle aree abbandonate in orti urbani
14 April, 2010
Elisa Bianco
Come molte altre città americane, anche Detroit, capitale dell’industria automobilistica statunitense, è stata violentemente colpita dalla crisi economica, che ha portato, tra i vari effetti collaterali, una drastica riduzione del numero di abitanti e, di conseguenza, un vasto abbandono di molte aree residenziali. Secondo alcune stime, si calcola che gli edifici abbandonati siano circa 33.500, per un totale di 65 chilometri quadrati di proprietà inutilizzate.
Questa disponibilità di grandi appezzamenti di terreno e la crisi economica che impedisce di avere il denaro sufficiente per attuare investimenti importanti, ha fornito al sindaco di Detroit i presupposti per pensare di varare un piano innovativo di sviluppo urbano: i progetti proposti prevedono la conversione dei quartieri residenziali abbandonati in terreno agricolo da destinare ai cittadini rimasti. In altre parole, se le intenzioni si concretizzeranno, le case inabitate saranno sostituite da altrettanti orti urbani. Nel 2009, a pochi mesi dal suo insediamento, erano stati presentati al neosindaco di Detroit Bing due diversi piani per ridisegnare la città: uno prevedeva la conversione dei terreni inutilizzati in una fattoria commerciale e l’altro la loro distribuzione ad associazioni impegnate nella creazione di orti sociali. Questi progetti iniziali sono stati rivisitati, ma, nonostante le proteste di quanti ancora abitano nelle zone abbandonate e saranno quindi costretti a lasciare le loro case, il sindaco pare deciso a procedere lungo questa via: nel discorso di saluto alla città tenuto a marzo del 2010 ha ribadito la sua volontà di ripensare Detroit inserendovi aree con parchi, orti e giardini. In via ancora ufficiosa è stato presentato un piano regolatore che prevede la suddivisione della città in undici zone, a seconda della funzione che devono svolgere nel contesto urbano: alcune zone sono destinate a parchi e giardini o a sobborghi residenziali, altre ad aree industriali o distretti commerciali, altre ancora ad uffici ed attività finanziarie. Le tre aree esclusivamente residenziali prevedono la creazione di appezzamenti da destinare alla coltivazione di community garden, non solo, tutte le undici aree dovrebbero essere collegate tra loro da sentieri “verdi”.
Tra i soggetti che potrebbero trarre maggiori vantaggi da questa proposta vi è un’associazione chiamata Urban Farming, nata proprio a Detroit nel 2005. Lo scopo principale della sua attività è la riconversione dei terreni inutilizzati in orti, per rendere più sostenibili le città e al contempo fornire cibo anche a chi non ha i mezzi per procurarselo. Urban Farming, inoltre, associa all’attività di coltivazione anche un importante ruolo sociale, poiché molti degli affidatari delle coltivazioni appartengono a programmi di riabilitazione di ex carcerati; il raccolto effettuato viene poi distribuito gratuitamente a chi l’ha coltivato e a quanti desiderano prendervi parte. L’attività dell’associazione si può sostenere in diversi modi, sia con donazioni economiche sia dedicando il proprio tempo alla cura degli orti.
Detroit looks at downsizing to save city - dal sito del The Washington Times
A new Detroit: CDAD Neighborhood Revitalization Framework - dal sito DetroitYES