Casco obbligatorio per chi va in bici. L'emendamento che solleva polemiche
Un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza stradale introduce l'obbligo del casco anche in bicicletta. FIAB: "Il casco obbligatorio ridurrebbe significativamente il numero dei ciclisti oltre a non portare alcun miglioramento statistico per gli infortuni gravi". Il relatore al Senato: "Se la norma dovesse passare prevederà una gradualità e si inizierà con i minorenni". L'ipotesi spaventa anche i gestori del bike sharing
28 April, 2010
La riforma del Codice della Strada, alle battute finali presso la commissione Lavori Pubblici del Senato, prevede una serie di novità in materia di sicurezza stradale. Tra queste, nel corso dei lavori della commissione, è stato approvato un emendamento che obbliga tutti coloro che vanno in bicicletta "di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme alla normativa tecnica europea in materia".
L'ipotesi del casco obbligatorio per i ciclisti ha immediatamente innescato una serie di reazioni. La FIAB, che si era già espressa in passato contro un'eventuale legge in questa direzione, sottolinea come "il casco obbligatorio per tutti, lungi da portare alcun miglioramento statistico negli infortuni gravi in tutti i paesi in cui è stata applicato (il casco protegge solo da cadute a bassa velocità non pericolose, ma non dagli investimenti) ha avuto il solo effetto di ridurre significativamente il numero dei ciclisti e infatti non è applicata in alcuno dei paesi con maggiore diffusione della bicicletta come mezzo di spostamento". Il presidente della Federazione italiana amici della bicicletta Antonio Dalla Venezia precisa: "In genere siamo noi i primi a raccomandare vivamente l'uso del casco durante uscite e viaggi in bicicletta tuttavia renderlo obbligatorio per legge non solo è controproducente, perchè allontana le persone dal suo utilizzo, ma non salva nemmeno la vita ai ciclisti se si continuano a costruire strade per le auto e non anche per chi va a piedi e in bicicletta". Preoccupazione e contrarietà emerge anche dalle dichiarazioni di Sergio Verrecchia, project manager di BikeMi, il servizio di biciclette condivise di Milano: "L’obbligo del casco disincentiva l’uso di Bikemi; il nostro utente tipo, infatti, è il manager, l’uomo di affari, chi lavora in centro, gli anziani e chi usa la bicicletta per spostarsi per tragitti brevi e veloci. È indubbio che il casco complichi le cose, faccia perdere tempo e soprattutto costringa gli utenti a girare tutto il giorno con il casco. Qui non si tratta di adeguarsi alla normativa europea e in nessuno dei Paesi dove siamo presenti, come Francia, Messico, Spagna il casco è obbligatorio". Dal canto suo il senatore Angelo Cicolani, relatore del ddl sulla sicurezza stradale ha dichiarato che, "comunque, se la norma dovesse passare prevederà una gradualità. Dovremmo iniziare con i minorenni. Occorrerebbe poi dare tempo alle aziende per produrre caschi a sufficienza. Non è che da domani tutti dovranno indossarlo".
NO al casco obbligatorio (o meglio ... Casco SI', MA per libera scelta!) - i documenti FIAB contro l'uso del casco per legge
L’ultima follia: casco in bicicletta per legge - commento di Vittorio Sgarbi - da il Giornale del 27.04.2010