Camaldoli inquinamento da onde elettromagnetiche
Nel 2000 era già scattato l’allarme e il sequestro di ripetitori abusivi, grazie all’intervento del Tribunale di Napoli. Dopo dieci anni, ai Camaldoli si ripropone il problema. Sono stati, infatti, registrati valori medi giornalieri dei campi elettromagnetici prossimi agli 11 Volt\metro, ben oltre il limite consentito dalla normativa, pari a 6
17 May, 2010
Già nel 2000, nella zona dei Camaldoli erano presenti 67 antenne di emittenti radiotelevisive, molte delle quali abusive. La situazione era stata resa nota sia da Carlo Migliaccio, presidente della Commissione consiliare Territorio e Ambiente del Comune di Napoli che dai rappresentanti dell’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ ambiente. Secondo quanto fu accertato dalla procura, il livello di inquinamento elettromagnetico sulla collina dei Camaldoli aveva ha superato più volte i limiti consentiti dalla legge. Alcuni ripetitori furono sequestrati, ma a distanza di quasi 10 anni la situazione non sembra essere migliorata. I rilievi, effettuati tra il 23 febbraio e il 30 marzo scorsi nell’ intera zona dei Caladoli hanno fatto registrare valori medi giornalieri dei campi elettromagnetici prossimi agli 11 Voltmetro, ben oltre il limite consentito dalla normativa, pari a 6.
Si tratta di dati preoccupanti che fanno impallidire dichiara l'oncologo Antonio Marfella, del direttivo regionale dell' Isde, l'associazione dei medici per l'ambiente. Sono ormai noti e confermati i danni soprattutto per la normale attività cerebrale di un persistente inquinamento elettromagnetico della portata registrata, che, a differenza delle radiazioni ionizzanti (raggi X e nucleare), non danneggia in maniera diretta e irreparabile il dna ma, in modo subdolo e continuo, interferisce con le delicate trasmissioni di segnali neurochimici, elettrici ed elettromagnetici che sono alla base del corretto funzionamento del nostro cervello, della memoria, delle emozioni, della capacità di apprendimento.