Si è conclusa Dunkerque 2010
Il 21 maggio 2010 si è conclusa a Dunkerque (Francia) la sesta "Conferenza europea delle città sostenibili". Dopo il fallimento di Copenaghen, gli enti locali europei chiedono all'Unione europea una politica internazionale più efficace per la tutela del clima. Adottato a Dunkerque un documento che verrà presentato a giugno ai prossimi colloqui sul clima di Bonn. I testi dei documenti finali
21 May, 2010
Questa volta non chiedono solo di poter contare di più nei negoziati ma anche di essere rappresentati in modo più incisivo dalla UE in vista della prossima conferenza ONU sui cambiamenti climatici. E’ questo in sintesi il messaggio del documento finale elaborato dai Sindaci della Conferenza europea delle città sostenibili che si è chiuso il 21 maggio a Dunkerque, dopo 3 giorni di dibattiti e conferenze.
“In seguito al fallimento di Copenhagen – sottolinea Emanuele Burgin, presidente del Coordinamento di Agenda 21 in Italia – è evidente che il pianeta non si può permettere di arrivare nuovamente impreparato all’appuntamento di Cancun. Per questo motivo il movimento degli enti locali chiede non solo di essere riconosciuto come un vero attore ma anche che venga predisposta sin d’ora una politica internazionale più incisiva da parte dell’Unione europea”.
“Posto che il Copenhagen Accord – si legge infatti nel testo - pone come obiettivo di limitare il riscaldamento globale non oltre i due gradi, è evidente che molti Stati stanno lavorando in questa direzione ma che complessivamente il loro impegno è chiaramente non sufficiente ad assicurare il risultato.”
“Dopo la mancata definizione di parametri specifici all’ultima Cop – riprende Burgin – gli enti locali, che sono i primi a dover dare una risposta ai cittadini, si sono sentiti abbandonati. Per questo motivo, forti dei programmi incisivi che portano avanti sul fronte del cambiamento climatico, hanno ritenuto importante non solo rimarcare la richiesta di essere formalmente riconosciuti come attori al pari dei Governi nazionali ma anche sottolineare quanto sia fondamentale che l’azione diplomatica riprenda rapidamente e in modo molto più forte e che l’Unione europea faccia da traino per gli stati meno attivi sul fronte del clima”.
Il rischio infatti è che, come lo scorso dicembre, si arrivi alla prossima Conferenza dell’ONU sul clima, in programma a dicembre in Messico, senza un quadro di riferimento per il post Kyoto sufficientemente chiaro da consentire una definizione di impegni vincolanti per i diversi paesi.