Istat, Roma 180ima in Europa per la qualità dell'aria
Stilata dall'Istituto nazionale di statistica la classifica della qualità dell'aria nelle città europee. La capitale ottiene un misero 180imo posto su 221 città esaminate. Ma l'assessore De Lillo commenta: «L'inquinamento è diminuito negli ultimi due anni»
23 June, 2010
Non è proprio il fanalino di coda, ma di certo il risultato non è dei più lusinghieri. Nella classifica europea delle città con la qualità dell'aria migliore, stilata dall'Istat, Roma si piazza soltanto al 180imo posto su 221 città esaminate. L'Urbe fa decisamente peggio di Parigi (127ima), di Berlino (119) e di Londra (108), e non regge il confronto con le grandi città del nord (Tallinn, Stoccolma, Helsinki e Dublino si collocano nei primi 10 posti tra le più virtuose). Sarà anche per la pessima performance della sua capitale che l'Italia ottiene un risultato complessivo piuttosto preoccupante, con valori di inquinamento 1,4 volte superiori ai limiti di legge. Fanno peggio soltanto la Bulgaria (indice 2,0) e la Grecia (1,4).
Il risultato di Roma è stato subito commentato da un seccato Fabio De Lillo (l'assessore capitolino all'Ambiente) che ha precisato che negli ultimi due anni i tassi di inquinamento atmosferico nella Città eterna sono nettamente calati, soprattutto per quanto riguarda il Pm10. «Negli ultimi due anni – ha dichiarato De Lillo – con l'avvento dell'amministrazione Alemanno, la situazione è nettamente migliorata e oggi tutte le centraline registrano un numero di sforamenti di Pm10 assolutamente inferiore rispetto al passato». I dati, in effetti, rivelano un trend in miglioramento, con un calo del 47% dei superamenti dei valori limite fissati dalla legge nel 2009 rispetto al 2007. Va detto che gli ultimi inverni sono stati particolarmente piovosi, e le condizioni meteorologiche hanno favorito la diminuzione della concentrazione degli inquinanti. «Ancora c'è tanta strada da percorrere – ha aggiunto l'assessore – per portare Roma al livello delle città più virtuose come Stoccolma e Copenhagen, ma in questi due anni è innegabile che sia stato fatto un significativo passo in avanti».