Fotovoltaico a terra? No grazie
Il Consiglio comunale di Alba ha espresso all'unanimità la sua contrarietà all'installazione del fotovoltaico a terra. Il territorio agricolo di Alba, candidato a patrimonio dell'umanità dall'Unesco, sarà protetto da una delibera-scudo che non permetterà la costruzione di impianti occupanti 25 metri quadri di suolo. Il Sindaco parla di delibera "coraggiosa" che dice no "alle invasioni di campo dello Stato" e ai rischi di speculazioni che si celano dietro al fotovoltaico
01 July, 2010
Il Consiglio comunale di Alba si schiera all'unanimità contro la legislazione nazionale (D.Lgs. 387/2003) per tutelare il patrimonio agroalimentare e vitivinicolo dall'installazione di pannelli fotovoltaici a terra. Durante la seduta del 29 giugno, organizzata appositamente per discutere sull'argomento, il Consiglio ha infatti approvato una delibera per regolamentare l’installazione a terra di pannelli fotovoltaici con potenza superiore a 20 Kilowatt per la produzione di energia elettrica attraverso la
radiazione solare sul territorio di Alba.
Lunga è la lista delle zone in cui la delibera si oppone ai pannelli a terra: il centro storico e urbano, la collina intorno alla Scuola Enologica e le altre aree collinari, le aree agricole e boschive, le zone a 150 metri dai Fiumi Tanaro, Cherasca, Seno D’Elvio, Talloria, Rio di Rodello e di Castagnole, Rio Baracchi (ex Rio Moglietta), Torrente Riddone, le zone d’interesse archeologico, le superfici idrologeologicamente fragili, le zone cimiteriali, le cascine e gli edifici considerati beni storici culturali, la "fascia di rispetto" stradale, ferroviaria, l'acquedotto, il depuratore, la discarica, le acque demaniali, le opere arginali, i siti d’interesse regionale come gli Stagni del Mogliasso, la Frazione Gallo "cono visuale" delle vicine colline di Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, Barolo e La Morra. I luoghi in cui invece sarà permessa l'installazione restano i parcheggi, i piazzali, le discariche e le zone nella classe I e II, ma solo dietro determinate condizioni come l'impiego di migliori tecnologie e il divieto d'uso di cemento armato o sostanze chimiche per la pulizia dei pannelli.
Il Consiglio è inoltre preoccupato che la normativa nazionale - laddove dice che "gli impianti di produzione di energia elettrica possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici" - dia il via libera "agli investimenti di speculatori che possono ottenere finanziamenti per creare un’impresa che produce energia e che poi la vende ai privati potendo contare su una domanda certa", come sostiene Marta Giovannini, consigliere di maggioranza. Per questo motivo la delibera prevede anche l'intervento contro alcuni tipi di speculazioni economiche.
Il Sindaco parla di "delibera coraggiosa per due motivi" e Maurizio Marello, assessore all’Urbanistica, spiega quali sono: "Primo: non abbiamo voluto accettare passivamente le invasioni di campo dello Stato che ultimamente ha legiferato senza tener conto delle competenze e mettendo in difficoltà le amministrazioni locali. Secondo: dietro i campi fotovoltaici si celano enormi interessi economici. Noi assumiamo responsabilmente un indirizzo preciso con la consapevolezza di voler difendere un interesse più generale e un interesse specifico legato alla nostra economia".