I Comuni ricicloni 2010
La premiazione di Comuni Ricicloni 2010, la classifica di Legambiente che premia le amministrazioni più virtuose in tema di raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti. Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, il vincitore assoluto. Un articolo di Susan Dabbous per Eco dalle Città e Terra. Il comunicato stampa di Legambiente e il dossier con i vincitori e le classifiche complete
06 July, 2010
Susan Dabbous
I rifiuti non sono né di destra né di sinistra. Così come la raccolta differenziata. Anche quest’anno quindi la vera differenza nel concorso “Comuni ricicloni” di Legambiente è tra Nord e Sud, con eccezioni (Salerno sempre in vetta) e paradossi. Leone Gargiulo, sindaco del Comune di Massa Lubrense (Na) ne è un portavoce: «Siamo un esempio virtuoso in una regione nota per l’emergenza rifiuti, ma è difficile da spiegare ai cittadini che dobbiamo spendere 700mila euro l’anno per trasportare l’umido in Puglia». È ancora il Settentrione, quindi, a dominare la classifica che quest’anno ha coinvolto 1.488 municipi. Ed è la località Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, il vincitore assoluto. A fotografare un’Italia a due velocità sono i dati regionali: il Veneto è in cima alla classifica con una percentuale del 67% delle amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2%, dalla Lombardia con il 28,8% e dal Piemonte con il 23,9%. E tanto per dimostrare che la politica non c’entra, l’assessore all’ambiente della Lombardia, il leghista Daniele Belotti, ha ammonito con tono “celodurista”: «Daremo una stangata a chiunque abbandona i sacchetti in strada». La verità ovviamente è un po’ più complessa, gli ostacoli ce li ricorda Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente: «Per rientrare nei parametri imposti dalla direttiva europea del 2008, che prevede un obiettivo del 50% del riciclaggio dei rifiuti, dovremmo iniziare subito a ridurre i nostri scarti». Ovvero diminuire gli imballaggi (di cui è aumentata la raccolta del 23 % nel 2009) e recuperare la materia prima seconda come carta, plastica, metallo, legno, etc... E l’umido che fine fa? «Nel nostro Paese mancano gli impianti organico digestori anaerobici e aprire discariche è ancora troppo conveniente, bisognerebbe aumentarne il costo», continua Ciafani che non dimentica l’attuale emergenza rifiuti a Palermo, ricordata anche dal presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, sulla quale non fa sconti. «Dichiarare lo stato d’emergenza nel capoluogo siciliano non è una soluzione se si tratta di aspettare ancora tempi lunghi in attesa poi di costruire i tre mega inceneritori previsti dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo». Ma Palermo, non è l’unica grande città in difficoltà. Seppure non si trovano i cumuli di rifiuti, il tasso di raccolta differenziata a Milano, Torino, Firenze, Bologna, e Roma non raggiunge il 50 per cento (nella capitale è fermo al 13) e per questo i grandi centri non meritano di entrare nella classifica dei Ricicloni. E pensare, sottolinea Cogliati Dezza «che ben 420 comuni italiani hanno firmato il patto dei sindaci europei per il clima», tra i cui obiettivi c’è la riduzione del 20% delle emissioni di Co2 entro il 2020. L’Italia dei buoni propositi è sempre in prima linea, «il problema è mantenerli». Tra questi bisogna annoverare i 150 comuni (più Torino fresca di ordinanza) che hanno disposto la messa al bando delle buste di plastica. La soluzione esiste già, bisogna solo adeguarsi: largo ai sacchetti biodegradabili fatti di amido di mais.
Comuni ricicloni 2010 - Comunicato stampa di Legambiente del 06.07.2010