Alla scoperta dell'In.F.E.A.
Che cosa si nasconde dietro l'acronimo In.F.E.A.? Eco dalle Città lo ha chiesto a Piergiorgio Tenani, presidente di "Il tuo parco", realtà del chierese attiva nella rete In.F.E.A. della Provincia di Torino da ormai vent'anni. «Il sistema In.F.E.A. coinvolge l'intero tessuto sociale in un processo di crescita e sviluppo culturale finalizzato alla tutela dell'ambiente in tutte le sue forme. Non si riduce solo a fondi e finanziamenti: il suo valore aggiunto sta nella passione di chi è coinvolto, che quando riceve 10 restituisce 100 alla comunità»
15 July, 2010
Che cosa si nasconde dietro l'acronimo In.F.E.A? Letteralmente si tratta di "Informazione Formazione Educazione Ambientale", titolo che dà il nome a un programma del Ministero dell'Ambiente che ha l'obiettivo di diffondere sul territorio italiano strutture di informazione, formazione ed educazione ambientale. Nel concreto, parliamo di una rete di soggetti - dalle scuole alle famiglie degli studenti, dalle associazioni alle cooperative, dagli eco-musei agli enti locali alla cittadinanza nel suo complesso - che «si mettono insieme per coinvolgere l'intero tessuto sociale in un processo di crescita e sviluppo culturale finalizzato alla tutela dell'ambiente in tutte le sue forme». Parola di Piergiorgio Tenani, presidente de "Il tuo parco", realtà da vent'anni nel sistema In.F.E.A. e attiva sul territorio che va da Santena a Castelnuovo Don Bosco, passando per Chieri.
«"Il tuo parco" è capofila del progetto In.F.E.A "Educarsi alla sostenibilità", avviato circa tre anni fa e portato avanti da scuole, 16 enti locali, 2 ecomusei, il Consorzio eco-assistenziale e il Consorzio rifiuti, 6-7 associazioni» racconta Tenani a Eco dalle Città, che lo ha intervistato come testimone della realtà di quei soggetti che da tanti anni lavorano nella rete In.F.E.A. della Provincia di Torino. «L'obiettivo del nostro progetto è il cambiamento dei comportamenti collettivi e individuali che impattano sulla sostenibilità ambientale ed è rivolto a tre fasce d'età: il mondo della scuola, la fascia 14-25 e la popolazione dei comuni della collina». "Educarsi alla sostenibilità" è stato pensato e creato durante una prima fase di co-progettazione che ha visto la collaborazione di «alcuni stakeholders che si sono domandati di che cosa c'era bisogno»: si è così formato un gruppo di lavoro interdisciplinare che, «con il sostegno di Pracatinat», per 2 anni si è confrontato e ha programmato le attività. Per ideare, scrivere e poi mettere in pratica un progetto di educazione ambientale occorrono tanti sforzi e «tante nottate intorno a un tavolo», aggiunge Tenani. Il risultato finale è stato la conduzione e realizzazione di percorsi su sette tematiche (acqua, alimentazione, rifiuti, energia, stili di vita, scoperta del territorio e mobilità) cui hanno partecipato 600 classi (per un totale di 3.500 ore di lezioni frontali), centinaia di docenti e famiglie (di cui 150 sono costantemente attive in coordinamenti ambientali dedicati a tematiche specifiche), il centro giovanile Patchanka e infine le amministrazioni «con le quali è stata dura lavorare, a causa della difficoltà dimostrata nel passare dal momento teorico-educativo all'impegno pratico da concretizzare quotidianamente».
In generale, secondo Tenani, le amministrazioni pubbliche «non hanno la visione globale della questione, né la consapevolezza del significato culturale dell'educazione ambientale: perciò tagliano l'In.F.E.A., senza rendersi conto della perdita umana e politica di un gesto simile». Quale sarà quindi lo scenario del drastico azzeramento dei fondi per l'In.F.E.A? «Sicuramente salteranno le attività con le scuole e la rete di co-progettazione e co-finanziamento. Senza il supporto istituzionale, che ci rende credibili di fronte ai partner, sarà più difficile instaurare le collaborazioni. Voglio sottolineare che l'In.F.E.A. non si riduce solo a fondi e finanziamenti: il suo valore aggiunto sta nella passione di chi vi è coinvolto, che quando riceve 10 restituisce 100 alla comunità. Proprio per questi motivi il sistema In.F.E.A. ha bisogno di continuare ad essere sostenuto. Tagliarlo significa svilire anni e anni di lavoro e di investimenti, materiali e ideali. Sia chiaro - conclude Tenani - questa non è una "protesta" sindacale ma politica, che racchiude la volontà e il desiderio di dare un indirizzo ben preciso al governo del, e alla relazione con, il mondo che ci circonda».