Anm senza fondi. A rischio il trasporto pubblico partenopeo
L’Azienda napoletana mobilità non può più garantire l’erogazione degli stipendi e, a breve, potrebbe non garantire il servizio di trasporto pubblico nella città di Napoli. I dipendenti non riceveranno la busta paga di luglio a causa del mancato versamento da parte della Regione dei 21 milioni di euro destinati dal Tesoro. A rimetterci saranno i cittadini e l’ambiente. Secondo l'assessore Vetrella invece non c'è alcun ritardo da parte della Regione
19 July, 2010
Uno sciopero ad horas, improvvisato, che causerà il blocco totale della circolazione di autobus e tram nella città partenopea, con il rischio di mandare in tilt la mobilità costringendo i cittadini a prendere l’automobile, contribuendo in questo modo a incrementare le emissioni di smog nell’atmosfera. L’Anm sta vivendo sulla propria pelle gli effetti dello sforamento del patto di stabilità da parte della Regione, con il superamento del limite massimo di indebitamento. Un indebitamento che non permette all’ente regionale di erogare i 21 milioni di euro versati dal Ministero dell’Economia che l’Azienda napoletana di mobilità attende da marzo e che si vanno ad aggiungere ai 256 milioni di euro di credito vantati dall’azienda nei confronti della Regione.
Il presidente dell'Anm, Antonio Simeone, ha provato tutte le strade possibili. Ha scritto alla Regione chiedendo di avere almeno una parte di quel che spetta alla sua azienda. Ha scritto anche alla Provincia e al Comune chiedendo di dare una mano all’azienda. Per raggranellare il denaro utile al pagamento degli stipendi si è anche rivolto alle banche chiedendo un prestito, ma la sua richiesta è stata respinta e i dipendenti adesso rischiano di rimanere senza stipendio.
Le alternative per risolvere la situazione ed evitare il collasso dell’azienda e del trasporto pubblico napoletano non sono molte. “Difficilmente il Governo aumenterà le risorse – dice Pasquale Sommese, assessore regionale al Bilancio –. Quindi potrebbe essere redatto un piano di ristrutturazione dei costi all’interno dell’azienda. Oppure aumentare il prezzo dei biglietti. Si assuma le proprie responsabilità chi ha guidato fino ad ora queste aziende che poi sono diventati dei veri e propri carrozzoni clientelari, luoghi di sprechi”. L’assessore Sommese conclude sostenendo che “bisogna rispettare il patto col Governo ma la regione è anche un ente di controllo. Quando guidavo la Commissione regionale dei Trasporti, avevo avviato una ristrutturazione aziendale del settore della mobilità. Ecco è arrivato il momento di ristrutturare, di capire dove sono le efficienze e dove le inefficienze. Certamente il problema non va scaricato sui cittadini”.
Interviene sulla vicenda anche l'assessore ai Trasporti della Regione Campania, Sergio Vetrella: “Vorrei innanzitutto chiarire che non è vero che la Regione non eroga fondi all'Anm da marzo scorso, visto che a inizio giugno gli sono state regolarmente liquidate le risorse del bimestre marzo-aprile, che ammontano a circa 12 milioni di euro. Quelle del periodo maggio-giugno (per altri 12 milioni) sono state già inviate alla Ragioneria generale, e saranno disponibili tra pochi giorni. Da parte della Regione, restano solo altri 8 milioni di euro per i rinnovi contrattuali, da erogare per i primi sei mesi del 2010, per i quali proprio in queste ore sto inviando una lettera all'assessore regionale al Bilancio Giancane per chiedergli di considerarli al di fuori dei vincoli derivanti dallo sforamento del patto di stabilità".
"Nessun ritardo nei pagamenti da parte della Regione, dunque - afferma Vetrella - né tanto meno presunti crediti vantati dall'Anm nei suoi confronti. Le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'Anm Simeone, secondo cui gli stipendi dei dipendenti sarebbero a rischio soprattutto a causa della mancata erogazione di fondi da parte della Regione, sbagliano obiettivo, sono strumentali e pericolosamente allarmistiche. Piuttosto Simeone dovrebbe spiegare ai propri dipendenti e ai cittadini napoletani quali sono le reali cause di un bilancio così precario dell'azienda che dirige – e che, tra l'altro, non è della Regione, ma di proprietà del Comune di Napoli - e che lui stesso riassume in ben 95 milioni di esposizione con le banche e in 256 milioni di crediti non riscossi; questo a fronte di un servizio che - a quanto mi risulta, anche personalmente - deve fare ancora numerosi passi in avanti sul fronte della qualità e dell'efficienza".
La querelle sembra spostarsi quindi in uno scontro fra enti locali, di diverso colore politico. "Per parte nostra - conclude Vetrella- credo che i cittadini della Campania abbiano il diritto di sapere come vengono investiti i circa 96 milioni di euro che come contribuenti affidano alla Regione, e che noi eroghiamo al Comune di Napoli per assicurare la qualità e la quantità dei servizi minimi che l'Anm deve effettuare. Proprio per questo, nei prossimi giorni, scriverò al sindaco Iervolino per sollecitare l'invio di un rendiconto puntuale dei servizi finora svolti dall'azienda anche con i contributi regionali, e del piano triennale di esercizio per il periodo 2011-2013, che non ci è stato ancora inviato, nonostante numerosi solleciti".