A Napoli c’è puzza di nuova emergenza
Questa volta lo stop lo annuncia Enerambiente, la sociatà che, per conto di Asia si occupa della raccolta dei rifiuti in quasi tutta la città di Napoli. Enerambiente sarebbe in credito nei confronti di Asia di circa 13 milioni di euro. Il nuovo sciopero, sommato a quanto accaduto nell’ultimo mese fa pensare che l’emergenza rifiuti non sia mai finita
15 September, 2010
Subisce l’ennesmo colpo destabilizzante la situazione dei rifiuti del capoluogo campano. Enerambiente, la società che fino ad oggi ha effettuato la raccolta dei rifiuti per conto di Asia in gran parte della città, annuncia, infatti, uno sciopero dei dipendenti già a partire da oggi.
La notizia dello sciopero è solo l’ultimo degli scossoni che nell’ultimo mese hanno messo a dura prova la gestione dei rifiuti o semplicmente è l’ennesima conferma del fatto che molte criticità non sono mai state risolte, ma solo nascoste sotto il tappeto, pur di dichiarare in fretta che l’emergenza fosse finita.
Prima hanno scioperato i dipendenti del Consorzio Unico di Napoli e Caserta perché non retribuiti per il loro lavoro, nel frattempo Bertolaso ha chiesto al governo una deroga al Patto di Stabilità per la provincia di Napoli. Poco dopo è arrivata la notizia di un nuovo stop di due linee dell’inceneritore di Acerra e quella delle ennesime proteste a Chiaiano, che hanno messo in difficolà il conferimento in discarica.
Ora, Enerambiente dichiara di dover ricevere circa 13 milioni di euro da Asia e che senza un saldo del debito, lascerà la città. Questo vorrebbe dire una nuova emergenza, almeno sul fronte della raccolta. Già uno sciopero è stato annunciato per oggi, che significa che, da domani, potrebbero esserci di nuovo cumuli di rifiuti in strada.
Le piccole crisi dell’ultimo mese, assieme a questa, mettono in luce i problemi strutturali che ancora ci sono in Campania sul fronte della gestione dei rifiuti.
Gli impianti ancora non perfettamente funzionanti, la questione del dissenso, acuito dalla politica decisionista messa in atto in Campania, i dissesti economici ancora irrisolti, l’assenza di impianti di compostaggio e il mancato decollo della raccolta differenziata dimostrano solo che l’emegenza rifiuti è finita solo sulla carta, ma non ancora nei fatti.