Benzoapirene per tutti
Nel provvedimento dell’esecutivo si sposta al 2013 l’entrata in vigore dei parametri previsti per le emissioni di questa sostanza cancerogena. Tra gli stabilimenti “salvati”, la contestatissima Ilva di Taranto - da Terranews.it del 23.09.2010
23 September, 2010
Valerio Ceva Grimaldi
Le nostre città muoiono di smog. l’Italia registra il più alto tasso aumento dei tumori nell’infanzia. Ma il governo, nell’ambito del provvedimento sulla qualità dell’aria, va in tutt’altra direzione e sposta al 2013 il divieto di superamento di 1 nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene. Ma cos’è questa sostanza? Si tratta di un cancerogeno molto pericoloso: è classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, (Iarc), in categoria 1, quella di massima pericolosità. Sulle etichette è rappresentato graficamente con il simbolo del teschio su sfondo arancione, quello al quale fin da piccoli ci hanno avvertito di stare lontani.
Tanto è vero che, dal primo gennaio 1999, la normativa imponeva di non superare il valore di 1 nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene nelle città con oltre 150mila abitanti. Ora questo divieto viene sospeso, e non è prevista alcuna penalità per chi, intanto, lo supera. Ma, si dirà, almeno nel 2013 il limite andrà rigorosamente in vigore, si dirà. Tutt’altro. L’applicazione, già rimandata, si attuerà solo se “i costi economici non sono eccessivi”. Un compromesso al ribasso nell’equilibrio tra produzione industriale e diritto alla salute che vede la prevalenza della prima sul secondo.
E sul rinvio s’allunga l’ombra di un’inquietante coincidenza: secondo quanto riporta Peacelink, la norma è stata approvata appena pochi giorni dopo la certificazione dell’Arpa Puglia, l’ente di controllo ambientale, del superamento del valore di legge del benzo(a)pirene nel quartiere di Taranto più vicino all’Ilva, indicata come fonte del 99% della sostanza. Il colosso della siderurgia ammette «il superamento dei valori» ma attacca sindaco, Arpa e regione per le loro dichiarazioni «allarmistiche e inattendibili», attaccando sull’illegittimità degli atti amministrativi che ordinavano azioni di contenimento dell’inquinamento.
Il fax dell’Arpa spedito alla redazione di Peacelink ha data 27 aprile. Il documento viene portato in procura, che apre delle indagini. Il 13 maggio il governo produce il decreto che rimanda e depotenzia le garanzie ambientali. E, così, sarà di fatto impossibile sanzionare chi produce questo cancerogeno nel suo ciclo di lavorazione. E non finisce qui. Ad essere in pericolo sarà tutto il Belpaese: il benzo(a)pirene proviene, infatti, anche dal gas di scarico delle auto. E le polveri sottili aumentano la loro pericolosità se associate agli idrocarburi policiclici aromatici, come il benzo(a)pirene.
Eppure, nel lungo iter (13 maggio-13 agosto) che il decreto ha avuto anche nelle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, nessuno ha denunciato nulla. Nella seduta del 6 luglio, in sede consultiva, il senatore Roberto Della Seta, ex presidente di Legambiente, del Pd, ha rilevato che «l’atto del Governo in esame non presenta rilievi critici». Il 21 luglio il decreto è in Commissione Ambiente alla Camera, dove siede l’altro ex presidente di Legambiente Ermete Realacci. «Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizioni e con osservazioni presentata dal relatore», recita laconico il resoconto dei lavori parlamentari.