A Brescia genitori contrari al piedibus per colpa dell'insicurezza stradale
A Brescia più del 50% dei genitori di venti scuole cittadine bocciano piedibus, bicibus e carpooling nei tragitti casa-scuola. Le motivazioni hanno a che fare con l'età del bambino, la lontananza dalla scuola e, soprattutto, la presenza di pericoli lungo il tragitto. Intanto, il comune di Villafranca (Verona) risponde al medesimo grido di allarme sull'insicurezza stradale costruendo un itinerario pedonale protetto per i bambini che vanno a scuola a piedi
24 September, 2010
Genitori che bocciano il piedibus contro l'amministrazione comunale che vuole incentivare i percorsi a piedi casa-scuola. Capita nel Comune di Brescia, dove l'assessorato ai Trasporti e il mobility manager hanno interrogato le famiglie di diciotto scuole elementari e due scuole medie della città sulle abitudini di trasporto dei bambini nel tragitto casa-scuola. Inaspettatamente, tra il 70% che ha risposto (2.375 nuclei familiari) il 58% si è dichiarato non interessato a usufruire del servizio piedibus o bicibus. Stessa reazione di fronte alla richiesta di collaborazione per l'avviamento di questi servizi: solo il 18% ha dato la sua disponibilità. E ancora: il 63% (cioè quasi tutto il campione intervistato) non ha mostrato alcun interesse per il carpooling tra vicini di casa. Le motivazioni che porterebbero i genitori a preferire l'auto (il 51% la usa all'andata, il 44% al ritorno) hanno a che fare con l'età del bambino ("troppo piccolo per andare da solo", 26%), la lontananza dalla scuola (21%) e, soprattutto, la presenza di pericoli lungo il tragitto (27%). Eppure più della metà della famiglie ha ammesso di accompagnare già i bambini a piedi, sia all’andata (38%) che al ritorno (45%). Presumibilmente, è la diffidenza verso i servizi, unita alla sensazione di insicurezza stradale, a influenzare le scelte dei genitori bresciani.
Attualmente a Brescia solo 10 scuole elementari su 40 hanno sperimentato il piedibus e l'assessore ai Trasporti Nicola Orto vorrebbe allargare il servizio, insieme al bicibus e al carpooling, partendo proprio dai risultati dei questionari. "Da qui deve nascere un percorso culturale diverso - ha detto l'assessore - e le nuove generazioni dovranno scoprire quanto è bello andare a scuola tutti insieme". Dopo la consultazione dei genitori, i prossimi interlocutori dell'amministrazione comunale saranno i più piccoli: "In modo che possano andare a casa e coinvolgere la vera palla di ferro che sono i genitori, che molto spesso frenano i loro figli per paura", ha commentato il mobility manager Riccardo Pretto.
Intanto, non troppo lontano dalla provincia lombarda, come in risposta all'eco dei genitori di Brescia, la città di Villafranca (Verona) ha adottato la politica della messa in sicurezza delle strade per gli alunni della scuola elementare "Alighieri" che vanno a scuola a piedi. I lavori per la costruzione di un itinerario pedonale protetto in via Magenta inizieranno tra la fine di settembre e ottobre. Budget dell'impresa, 260 mila euro. Il piano prevede la realizzazione di marciapiedi e altri accorgimenti che ridurranno i pericoli per chi va a piedi e la costruzione di un parcheggio da trenta posti auto per evitare la "sosta selvaggia" nelle ore di entrata e uscita dalla scuola. Come a Brescia, anche a Villafranca sono stati i genitori a evidenziare l'insicurezza stradale nel tragitto casa-scuola. Così il Comune "ha chiesto alla Provincia di dirottare il contributo di 200 mila euro, stanziato per la rotatoria all'incrocio di San Luigi (che invece verrà costruita da privati), al programma per il miglioramento degli accessi alle scuole in via Magenta", ha spiegato il sindaco Mario Faccioli. Contributo provinciale cui il Comune ne aggiungerà 60 mila ricavati dal proprio bilancio. Riccardo Maraia, assessore alle Politiche familiari, ha ribadito: "La soluzione proposta migliorerà l'itinerario del piedibus in via Magenta ed eliminerà altre problematiche. C'era stata pure una raccolta di firme tra i parenti degli alunni per l'eliminazione dei disagi".