Emergenza rifiuti, difficile stabilire le cause
La cosa certa è che al momento nelle strade del capoluogo campano sono 700 le tonnellate di rifiuti non raccolti. Tutto il resto è poco chiaro. Quali siano le cause della nuova ondata di emergenza, di chi le colpe è difficile capirlo. Per il comune di Napoli sarebbe solo un problema di raccolta, per Asìa di conferimento in discarica. La Regione parla, invece, di una crisi impiantistica e strutturale. L’unico a sembrare sorpreso è Guido Bertolaso che dichiara “c’è qualcosa che non torna”
24 September, 2010
Napoli è di nuovo nel caos dei rifiuti. Ma nel caos sembrano essere anche il comune, la regione, i vertici di Asia e lo stesso capo della protezione civile Giudo Bertolaso. Difficile individuare le cause che hanno scatenato l’emergenza, solo tante teorie anche in contraddizione tra loro.
Sarebbe solo un problema legato alla raccolta, secondo l’Assessore all’igiene Giacomelli. Una contingenza dovuta allo sciopero di 68 autisti che avrebbero dovuto guidare gli auto compattatori destinati a raccogliere l’immondizia e che, invece, la notte tra il 22 ed 23 settembre, si sono messi in malattia. Si tratta di personale che fa capo ad Enerambiente, la società che affianca l’Asìa nella raccolta dei rifiuti.
Un problema già risolto, come ha dichiarato lo stesso Giacomelli in mattinata, poiché il personale di Enerambiente, ha garantito, invece, per la notte appena trascorsa, il regolare svolgimento del servizio. Questo ha consentito di raccogliere interamente l'immondizia di questa notte e parte di quella giacente in strada. Vi sono in città ancora 700 tonnellate di rifiuti da raccogliere – ha spiegato Giacomelli – ma confidiamo nella possibilità di conferimenti straordinari fuori orario per garantire un più rapido ritorno alla normalità utilizzando turni straordinari di prelievo.
Un punto di vista diverso, quello dell’assessore regionale all’ambiente Romano, che invece qualche giorno fa aveva evidenziato una criticità strutturale della gestione rifiuti a Napoli e Campania. Romano aveva parlato di una crisi impiantistica e finanziaria, per affrontare la quale si renderebbe necessario un intervento del governo, che dovrebbe derogare ai patti di stabilità. Un problema legato all’inceneritore che non va, ai debiti nei confronti dei consorzi e delle società che si occupano della raccolta, ma anche degli impianti di compostaggio non ancora realizzati e alla carenza di fondi dei comuni.
C’è poi la questione del conferimento in discarica, messa in luce dai vertici di Asìa, secondo i quali le discariche attualmente aperte sarebbero ormai al limite, tanto che la municipalizzata ha chiesto esplicitamente la realizzazione della seconda cava a Terzigno. La crisi rifiuti, fanno sapere da Asìa, rischia di tornare violenta già all’inizio del 2011. Senza la seconda discarica di Terzigno a breve non avremo più dove sversare. Un problema che attualmente è, invece, legato alle proteste che si stanno avendo sia a Terzigno che a Chiaiano che stanno rallentando i conferimenti.
La posizione sicuramente più enigmatica è quella del Capo della Protezione Civile, Giudo Bertolaso, che, sorpreso, sulla nuova emergenza, ha dichiarato c’è qualcosa che non torna. Siamo assistendo, ha spiegato, a dei tentativi di smarcarsi, di passare il cerino a qualcun altro o di dire che qualcosa non è stata fatta bene quando ce ne siamo occupati noi. Tentativi che però non hanno ragione di esistere. Abbiamo fatto le discariche e sistemato il ciclo di raccolta della spazzatura, avviato la raccolta differenziata in maniera seria e realistica e abbiamo aperto l’impianto di Acerra, che a detta di tutti è il miglior termovalorizzatore che c’è in Italia.