Piemonte, il Consiglio dei Ministri impugna la moratoria degli impianti fotovoltaici a terra
Polemiche a Torino per la decisione del Governo di impugnare l'articolo della legge regionale piemontese che sospendeva le procedure di autorizzazione per il fotovoltaico a terra. L'assessore regionale Giordano difende il provvedimento: «Serviva per tutelare il territorio in attesa di recepire le nuove linee guida nazionali», ma per Palazzo Chigi la Regione ha invaso competenze del Governo
28 September, 2010
È scontro, tra Governo e Regione Piemonte, in seguito alla decisione di Palazzo Chigi di impugnare la moratoria regionale sul fotovoltaico a terra. «Consideriamo l’impugnazione della moratoria sul fotovoltaico a terra – ha commentato l'assessore piemontese allo Sviluppo Economico, Massimo Giordano – un’occasione persa per la tutela immediata del nostro territorio». Ma andiamo con ordine. Lo scorso 3 agosto, la Regione Piemonte aveva deciso di sospendere, in attesa di recepire le linee guida nazionali (pubblicate il 18 settembre scorso), le procedure di autorizzazione per i nuovi impianti fotovoltaici a terra. L'articolo 27 della Legge regionale n. 18/2010 dispone infatti la “moratoria delle procedure relative a impianti fotovoltaici non integrati” fino al provvedimento regionale di recepimento delle recenti linee guida nazionali.
Un provvedimento che però non è piaciuto al Governo, che, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e del ministero dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha impugnato l'articolo in questione. «L'articolo 27 – si legge in una nota del ministro per i Rapporti con le Regioni – eccede la competenza della Regione, invadendo quella statale in materia di tutela della concorrenza e ambiente, nonché in materia di “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia”, di cui all'art. 117, comma 3, della Costituzione, e ciò per contrasto con la normativa statale di principio in materia di fonti rinnovabili». La moratoria, insomma, non s'ha da fare. Almeno per Palazzo Chigi.
Di diverso avviso l'assessore regionale Giordano, che difende la decisione di sospendere le procedure di autorizzazione: «Il nostro provvedimento aveva l’intenzione di provvedere all’immediata tutela delle aree sottoposte a vincoli, sospendendo momentaneamente le procedure per le autorizzazioni sui nuovi impianti a terra». Lo scopo dell'articolo 27, secondo l'assessore, era dunque quello di evitare interventi troppo invasivi sul territorio. «È davvero un peccato, oltre che fatto piuttosto singolare, – conclude Giordano – che questa impugnazione arrivi appena pochi giorni dopo la pubblicazione di queste linee guida, avvenuta lo scorso 18 settembre. Il nostro assessorato, insieme ai colleghi dell’urbanistica, dell’agricoltura e dell’ambiente, sta già lavorando allo studio della normativa regionale che metta finalmente ordine alla materia».