Differenziata e recupero sociale
Il carcere di Perugia e la Società GESENU hanno avviato durante l'estate un’innovativa e interessante iniziativa per lo sviluppo delle pratiche di raccolta differenziata: tutto il sistema carcerario, dagli uffici agli ospiti dell’istituto maschile e femminile contribuiscono concretamente agli obiettivi cittadini di aumento delle percentuali di raccolta
04 November, 2008
I detenuti saranno il braccio operativo del progetto che prevede la raccolta differenziata spinta all'interno delle mura carcerarie: carta, cartone, vetro, plastica, lattine, frazione organica, pile esauste verranno differenziate all’interno del carcere e raccolte da GESENU.
La frazione organica dei rifiuti viene raccolta in una piccola piazzola collocata all’interno della struttura carceraria per essere trasformata in compost di qualità. Il terriccio così prodotto verrà reimpiegato da un'azienda di agricoltura biologica presso la quale lavorano alcuni detenuti.
Il direttore del carcere, Antonio Fullone, accompagnato dai responsabili della GESENU, ha già tenuto un primo incontro informativo e di sensibilizzazione dei detenuti distribuendo materiale informativo e riscontrando interesse e numerose richieste di chiarimenti.
“Con il prezioso contributo di GESENU”, ha dichiarato il direttore Fullone, “siamo sicuri che i nostri ospiti sapranno mettere in atto le buone pratiche sia nel periodo di detenzione che quando usciranno di qui, coinvolgendo anche le loro famiglie. Questo progetto rappresenta un momento importante di integrazione dell’istituto penitenziario con la comunità esterna. Mi piace sottolineare come il carcere possa essere anche testimonianza di buone prassi da imitare, un esempio da seguire. Un istituto di pena che non si integra nella politica sociale, economica e culturale della comunità alla quale appartiene, non ha senso e, soprattutto, futuro”.
E' ancora presto per avere un quadro esaustivo dei risultati, ma quelli forniti da GESENU sono incoraggianti. La percentuale di raccolta differenziata, calcolata sugli ultimi dati di metà ottobre, supera il 60%. Il contributo maggiore è dovuto all'intercettazione di bottiglie in vetro e plastica, lattine, scatole di metallo e carta.