Acqua minerale contro acqua “potabile” : Mineracqua controbatte alla campagna Coop
“Da un’informazione trasparente nascono scelte libere”: Mineracqua lancia una controcampagna per sostenere la scelta dell’acqua minerale e delle sue proprietà qualitative, contro il “flusso di informazioni poco chiare, e talvolta caratterizzate da scarsa oggettività e valore scientifico” a cui sarebbero sottoposti i consumatori
14 October, 2010
Dopo la campagna Coop per incentivare l’uso dell’acqua di rubinetto arriva la risposta di Mineracqua, associazione nazionale di Confindustria dei produttori di acqua minerale. In base a quanto diffuso dal comunicato stampa, scopo della campagna è diffondere tutte le informazioni sulle caratteristiche qualitative dell’acqua minerale per mettere i cittadini in condizione di scegliere in autonomia che tipo di acqua bere. “Da tempo i consumatori sono sottoposti a un flusso di informazioni poco chiare, e talvolta caratterizzate da scarsa oggettività e valore scientifico” afferma Ettore Fortuna, Presidente dell’associazione. “L’effetto è la colpevolizzazione di una scelta di consumo consapevole e attenta alle proprietà che caratterizzano le acque minerali”. Le informazioni fondamentali che secondo Mineracqua non raggiungono i consumatori sono fondamentalmente queste: la definizione di acqua minerale in relazione alla purezza, in quanto per poter essere definita con questo termine l’acqua deve provenire da una sorgente protetta e incontaminata; l’imbottigliamento, che deve avvenire alla sorgente in contenitori in PET riciclabile che garantiscano la totale assenza di batteri, “essenziali per la salvaguardia delle proprietà dell’acqua stessa”; la totale assenza di contaminazioni di origine antropica, che rende inutile “nonché vietatati per legge” successivi interventi sull’acqua prelevata alla fonte.
“L’acqua minerale rappresenta una ricchezza per il nostro Paese” conclude Fortuna. “Un patrimonio che viene apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo. Una informazione trasparente e rigorosa ci è sembrato un atto dovuto, anche per i 40mila addetti che ogni giorno lavorano per preservare e valorizzare questa risorsa”.