Benzo(a)pirene, pronti a ricorrere alla Consulta e alla Corte Europea
Il 13 agosto 2010 l'approvazione, da parte del Governo italiano, del decreto legislativo 155/2010, che posticipa al 31 dicembre 2012 il termine temporale per ottenere la riduzione sull'inquinante benzo(a)pirene nell'aria. Il mondo dell'ambientalismo si mobilita. 14 novembre 2010: ultimo giorno utile per presentare ricorso alla Corte Costituzionale
20 October, 2010
Scatta il conto alla rovescia e si apre una nuova battaglia contro il Benzo(a)pirene, la sostanza cancerogena che la Banca Dati Tossicologica delle Regione Puglia (BDT), per quanto concerne la “cancerogenicità”, ha definito “un probabile agente cancerogeno per l'uomo, che può causare tumori alla pelle, ai polmoni e alla vescica, sia nell'uomo che negli animali”. L’associazione tarantina di Altamarea chiede alla Regione Puglia di impugnare di fronte alla Consulta il decreto legislativo n.155/2010 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria e dell'ambiente e per un’aria più pulita in Europa”. I Verdi, nella persona del segretario Angelo Bonelli, primo firmatario della petizione, vogliono portare l’Italia di fronte alla Corte di Giustizia Europea.
Il motivo del dissenso è stato spiegato dal professore Erasmo Venusi, ex presidente della Commissione Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del Ministero dell’Ambiente, chiamato a conferire in materia da Bonelli. “L’art.9 del decreto - spiega Venusi - banalizza e annulla la ratio della direttiva Europea , perché deroga ai limiti di emissione di pericolosi inquinanti, quali l’arsenico, il cadmio, il monossido di carbonio, il benzene, il benzo(a)pirene, il PM10 e il PM2,5”. Dunque il decreto subordina i limiti di emissione alla compatibilità economica e, in altre parole, l’ILVA di Taranto, rientrando nelle categorie di deroga, può non rispettare tali limiti di emissione. E’ su questa legge che il Tar Puglia ha basato la sentenza che accoglie il ricorso dell’Ilva contro l'ordinanza del sindaco Stefàno. Quest'ultima, infatti, ordinava all’Ilva di rientrare nei limiti di un nanogrammo/metro cubo di benzo(a)pirene entro 30 giorni dalla data di pubblicazione dell'ordinanza.
Venusi aggiunge, per di più, che “il decreto n.155/2010 interferisce con la direttiva europea 61/1996 e con la n.1/2008 relativa all’AIA, nel senso che con questa direttiva, l’autorità competente per la valutazione fissa limiti e migliori tecnologie disponibili (BAT – best available technology), ai fini del rispetto dei limiti di emissione. E non quindi il contrario, così come il decreto vuole riportare".
Altamarea, convocata in audizione dalla Commissione ambiente della Camera dei Deputati, nella persona del prof. Alessandro Marescotti di PeaceLink, per mercoledì 20 ottobre, vuole mettere a disposizione della Regione Puglia il risultato di un mese di lavoro “collegiale, condotto con appassionata dedizione e con provato rigore professionale”. Ciò affinché gli avvocati della Regione acquisiscano gli elementi necessari per preparare in tempo utile un documento “che sottoporranno alla valutazione politica del Presidente della Regione e della Giunta, per poi inviarlo alla Corte Costituzionale entro il 14 novembre 2010”.
Conclude Altamarea: “Abbiamo ben chiaro lo schieramento delle forze in Parlamento e ci è nota la potenza dei poteri forti che operano al coperto: solo la Corte Costituzionale ha il potere e l’autorevolezza necessari per far trionfare il diritto alla vita, all’integrità fisica e alla salute dei cittadini”.