Ecoedilizia, dalla Croazia un appello per la creazione di una rete europea
Un incontro promosso a Spalato dal Regional environmental center ha fatto il punto sulla situazione dell'ecobuilding nei Paesi dell'Europa orientale. Molto si può ancora fare, ma grazie all'introduzione di normative più avanzate sono stati già ottenuti dei risultati importanti. Anche grazie al contributo dell'Italia, che è tra i principali investitori del settore proprio in Croazia
28 October, 2010
Ridurre le emissioni di gas serra in un settore, quello edilizio, che da solo contribuisce alla produzione del 40% di emissioni totali, trasformando in modo sostenibile il patrimonio edilizio dei Paesi del centro ed est Europa. È l'obiettivo ribadito nell'intervento che Stefania Romano, dell'Italian trust fund, ha proposto durante l'incontro organizzato dal Rec (Regional environmental center) che si è svolto a Spalato, in Croazia. «L'abbinata decisiva per raggiungere questo obiettivo - ha dichiarato Stefania Romano - è ridurre i consumi e limitare le emissioni di gas serra, puntando al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto».
Nel corso dell'incontro è stato anche sottolineato il ruolo privilegiato dell'Italia tra gli investitori in questo settore sul territorio croato e, come ha ricordato Alessandro Liberatori, dell'Italian institute for foreign trade «nei colloqui intercorsi fra il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini e l'omologo croato Gordan Jandroković, la politica energetica è stata uno dei punti principali sui quali ci potranno essere future intese».
Una testimonianza significativa su quanto possa essere migliorata la situazione delle emissioni nei paesi dell'est europeo è giunta all'ungherese Veronica Czako della Central Europe University, che ha illustrato i miglioramenti ottenuti grazie ai programmi nazionali varati nel 2009, che hanno modificato la prima legislazione in materia. A concludere il meeting, l'intervento dell'imprenditore italiano Adriano Ruchini, per il quale: «la Croazia è un paese importante per incrementare l'esperienza dell'ecobuilding, anche in vista della sua prossima entrata nell'Unione europea».