Ecosistema Bambino 2010: il report di Legambiente sulla mobilità sostenibile dei più giovani
25 città italiane hanno attivato i pedibus, 19 i bicibus, 18 si sono rese protagoniste di progetti di educazione stradale e sono 14 sono i centri urbani riconosciuti da Legambiente per le buone pratiche intraprese. Ecosistema bambino 2010 dà i numeri delle città attente a incentivare la mobilità sostenibile tra i più giovani. Leggi il report
16 November, 2010
Percorsi casa-scuola protetti per i bambini, abbonamenti e semafori agevolati per incentivare i trasporti pubblici, blocco del traffico a motore, sospeso durante l’entrata e l’uscita scolastica gruppi fissi di genitori e nonni che, a piedi o in bicicletta, accompagnano i bambini a scuola e ancora piste ciclabili e bike sharing per favorire la sostenibilità ambientale. Sono queste le politiche per la città "ideale" in grado di promuovere una mobilità sostenibile a misura di bambino. Un luogo che nella realtà ancora non esiste, ma che alcune città hanno già iniziato a sperimentare. E’ questo quanto emerge da una ricerca di Legambiente, che racconta come, a fronte di una mobilità allarmante delle nostre città, ci sono alcuni casi isolati di amministrazioni che hanno intrapreso politiche urbane di mobilità sostenibile.
"Ecosistema Bambino quest’anno ha deciso di dedicare un focus alla mobilità, nella convinzione che la crescita dei giovani cittadini – ha dichiarato Luciano Ventura, coordinatore ufficio scuola e formazione Legambiente - non possa prescindere dalla possibilità di vivere appieno la città con i suoi luoghi di incontro e confronto. Una mobilità facilitata e sicura, infatti, aiuta il percorso dell’autonomia personale e dello sviluppo individuale dei ragazzi rendendoli più legati al territorio e alla comunità. Proprio per questo le buone pratiche raccontate nel rapporto vogliono rappresentare un punto di partenza per discutere e rilanciare le politiche urbane nel loro complesso con un’attenzione particolare ai più piccoli".
Sono 25 le città in cui sono stati attivati i Pedibus, le "colonne mobili" di bambini che, accompagnati da gruppi di adulti, vanno tutti insieme a scuola con orari e fermate fisse. In 19 città, invece, sono operativi i Bicibus, "autobus a due ruote" formato da un gruppo di scolari in bicicletta che vanno e tornano da scuola accompagnati da genitori volontari, lungo percorsi prestabiliti e messi in sicurezza. 18 città si sono poi rese protagoniste di progetti di educazione stradale, mentre sono 14 i centri urbani riconosciuti da Legambiente per le buone pratiche intraprese. Tra queste c’è Bolzano, dove una coraggiosa ordinanza del Sindaco ha istituito che nelle strade vicine alle scuole 15 minuti prima e dopo l’inizio delle lezioni il traffico dei veicoli a motore viene sospeso. O Livorno, con il progetto legato sulla sicurezza per andare oltre le tante paure che possono limitare l'autonomia dei giovanissimi. A Pordenone sono stati fatti diversi progetti per favorire la mobilità pedonale dei bambini individuando percorsi sicuri. Come quelli fatti a Siena, con 17 itinerari da fare a piedi o in bicicletta per scoprire insieme, adulti e ragazzi, l'ambiente e il patrimonio culturale del proprio territorio. A Bologna, invece, è stato strutturato un piano generale sulla mobilità che incentiva una serie di alternative per spostarsi in città evitando l’uso dell’automobile privata come ad esempio la priorità semaforica in 50 incroci riservata agli autobus. Poi c’è Lecco in cui sono attive 17 linee operative dedicate al Pedibus, grazie al quale sono state risparmiate 20 tonnellate di anidride carbonica. Pedibus, Bike Sharing, piste ciclabili, rastrelliere per collegare la città senza inquinarla e abbonamenti agevolati per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici sono invece le misure intraprese da Vercelli. Infine Verona con il progetto "Miglia verdi" che ha permesso una notevole raccolta di dati e la loro conseguente lettura.
Queste sono solo alcune delle buone pratiche messe in atto in Italia per una mobilità a favore di bambino, ma sono ancora tanti gli interventi raccontati all’interno del rapporto Ecosistema Bambino per dare visibilità a idee e progetti d’esempio per le altre amministrazioni. Obiettivo del rapporto è infatti quello di creare una vera banca delle competenze che siano la base per cambiamenti culturali e riqualificazioni urbane per non ripartire sempre da zero e non mettere in campo progetti destinati a finire con l’esaurirsi delle risorse.
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