Comune di Torino: entro il 2020, meno 40% di Co2 rispetto al 1991
Tra le prime città che hanno aderito al Patto dei Sindaci sottoscritto a Bruxelles l'anno scorso, Torino ha presentato il "Tape – Turin Action Plan for Energy", il Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile attraverso cui la Città punta a ridurre, entro il 2020, le emissioni di Co2 di oltre il 40% rispetto al 1991
19 November, 2010
Torino, con Avigliana e Alessandria, è una delle prime città, tra i 500 municipi italiani che hanno aderito al Patto dei Sindaci (promosso dalla Commissione europea nel 2008 e sottoscritto nel febbraio 2009 a Bruxelles), ad aver approvato, il 13 settembre scorso, un Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile, volto a migliorare l’efficienza energetica, aumentare il ricorso alle fonti rinnovabili e coinvolgere i cittadini e le attività economiche del territorio attraverso iniziative di comunicazione e informazione. L'obiettivo della Città di Torino, nello specifico, è quello di ridurre, entro il 2020, le emissioni di Co2 entro i confini urbani di oltre il 40% rispetto al 1991. Il Piano di Torino (anche chiamato Tape – Turin Action Plan for Energy) è stato varato con il contributo del Politecnico di Torino.
L’avvio del Piano avviene sulla base di due inventari, che offrono un calcolo delle emissioni prodotte nel 1991 e nel 2005. Il Piano presenta poi le azioni già attivate e da percorrere nel periodo 2005-2020: 51 diverse attività nei settori edilizia e terziario, industria, trasporti, produzione locale di energia elettrica, teleriscaldamento, pianificazione territoriale, acquisti pubblici ecologici, coinvolgimento degli stakeholders.
Dal confronto dei dati del periodo 1991-2005 si scopre che la Co2 emessa si è ridotta del 18,7% in quattordici anni: da 6.270.591 tonnellate annue nel 1991 a 5.100.346 nel 2005, un calo cioè di 1.170.245 t/anno. A registrare il miglioramento più evidente è stato il settore dell’edilizia e del terziario (20,7% in meno nell'arco quattordici anni), mentre l’industria si attesta su una diminuzione di Co2 del 16,2% e i trasporti del 15,4%.
Nel 2020, le emissioni dovranno essere ridotte, secondo le indicazioni del Piano, di quasi 1.500.000 t/anno, con una percentuale rispetto al 1991 del 41,90% (più di 2.600.000 di t/anno), ben più alta di quella indicata come obiettivo dalla Commissione. La strategia che sarà adottata verterà soprattutto sul
miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici esistenti, il ricorso a fonti rinnovabili, lo sviluppo del trasporto pubblico che riduca l’utilizzo dell’auto e l’estensione del teleriscaldamento che servirà il 45% della volumetria residenziale.
Con questa sfida, Torino si pone in gioco per Smart Cities, una nuova iniziativa della Commissione e del Parlamento europeo che metterà a disposizione ingenti risorse finanziarie alle "città pioniere", quelle che dimostreranno di progredire con maggiore velocità nella riduzione di gas serra attraverso il ricorso a fonti rinnovabili di energia, la riduzione dei consumi e una distribuzione efficiente. Secondo fonti comunali, si prevede che le risorse disponibili, tra finanziamenti Ue e Bei, siano di circa 10-12 miliardi di euro per non molte città, scelte tra quelle realmente impegnate e innovative.