L’impronta ecologica di 500 famiglie napoletane
Parte il nuovo progetto che vede in prima linea la diocesi di Napoli per il calcolo dell’impronta ecologica e l’adozione di comportamenti sostenibili
13 November, 2008
La Chiesa napoletana scende ancora in campo. Qualche mese fa, durante la fase più acuta dell’emergenza rifiuti, la sua attenzione ai temi ambientali si era già chiaramente manifestata, attraverso la promozione della raccolta differenziata, l'educazione e la formazione dei cittadini per imparare a rispettare l'ambiente. A distanza di qualche mese, il cardinale Sepe ha deciso di impegnarsi in un progetto ancora più complesso. Attraverso l'Ufficio da lui creato per la Salvaguardia del creato, diretto da don Tonino Palmese, in collaborazione con l'Ufficio Famiglia e vita, ha aderito, infatti, ad una iniziativa proposta dall'associazione culturale Greenaccord e finanziato dal Ministero dell'Ambiente per il calcolo dell'impronta ecologica di 500 famiglie napoletane, individuate tra le parrocchie e i movimenti ecclesiali, con la consulenza scientifica del Wwf. Impronta ecologica è un indicatore che misura "quanta natura" un cittadino di un certo tipo di società e di economia richiede per le sue abitudini quotidiane. Il progetto, chiarisce Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di Greenaccord, ha fondamentalmente una finalità educativa, con chiari elementi di concretezza operativa. Noi vogliamo sensibilizzare attraverso le parrocchie una vasta fetta della popolazione sulle tematiche ambientali, spiegando come i comportamenti individuali incidono sulle questioni ambientali. Inviteremo alcune famiglie disponibili ad applicare concretamente certe iniziative che per dimostrare che effettivamente è possibile modificare il proprio stile di vita.
Il numero di famiglie coinvolte è tale da consentire al progetto di avere una valenza etica, ma anche scientifica, che permetta di studiare il fenomeno e attivare adeguati provvedimenti. Tali provvedimenti saranno richiesti alle famiglie coinvolte anche durante la durata del progetto, che sarà di 18 mesi. Tra le azioni che le famiglie saranno invitate ad adottare si annovera la riduzione di qualche chilometro nell’uso dell’automobile, dell’uso della carne, un maggiore utilizzo di lampadine a basso consumo. Sono previste anche azioni più complesse, come coibentare la propria casa, mettere i doppi vetri, installare un pannello solare, sostituire il vecchio frigorifero con uno più efficiente.
Il progetto coinvolgerà non solo la diocesi di Napoli, ma in seguito anche quelle nella di Milano, di Pistoia, probabilmente di Firenze.