Lazio, via libera al piano regionale rifiuti: la discarica post-Malagrotta dovrà sorgere in provincia di Roma
Presentato il nuovo piano rifiuti della Regione Lazio, che punta tutto sulla differenziata (da portare al 65% entro il 2011, ora è al 13%) e sulla riduzione (attualmente, i rifiuti laziali aumentano del 7% all'anno). L'impianto che sostituirà Malagrotta dovrà essere realizzato entro la provincia di Roma. Alemanno: «Impossibile il 65% di differenziata, chiederemo una deroga per la capitale e l'autorizzazione a costruire un nuovo inceneritore»
22 November, 2010
I rifiuti urbani di Roma rimarranno sul territorio della capitale e della sua provincia. È quanto prevede il nuovo piano rifiuti presentato dalla Regione Lazio. A proposito del destino della discarica di Malagrotta e dell'impianto che la dovrebbe sostituire, la presidente Renata Polverini ha infatti dichiarato: «Il Campidoglio da oggi deve individuare un sito alternativo nel suo territorio, perché nessuna amministrazione può decidere di mettere una discarica in un altro comune», smentendo in qualche modo le anticipazioni dei giorni scorsi, che parlavano della distribuzione dei rifiuti romani nelle varie discariche laziali. La governatrice ha precisato che solo nel caso in cui il Campidoglio non riuscisse ad individuare uno spazio, «la palla passerebbe a noi che decideremmo».
Per il resto, il piano prevede che la raccolta differenziata raggiunga il 65% entro il 2011 (ora è ferma al 13%, mentre Roma arriva al 20) e che in discarica vadano a finire solo i rifiuti trattati, come prevede la normativa comunitaria e nazionale in materia. Attualmente, la produzione di rifiuti della regione ammonta a 3 milioni e 500 mila tonnellate all'anno, dei quali ben 2,7 finiscono in discarica (circa l'80%). Con il nuovo piano, la Regione punta a ridurre di a un terzo la quantità conferita in discarica arrivando a 1 milione di tonnellate. Un obiettivo che richiede anche una serie di strategie per la riduzione a monte della produzione, che dovranno essere precisate successivamente (attualmente la tendenza è di una crescita annuale del 7%). In ogni caso, il piano prevede anche un secondo obiettivo “di controllo”, meno ambizioso, nel caso (considerato «realistico») in cui il target primario non venga conquistato. A fine anno, in altri termini, la Regione verificherà il risultato raggiunto, e valuterà l'eventualità di autorizzare la costruzione di un nuovo inceneritore.
Dal punto di vista della distribuzione delle competenze, il nuovo Piano rifiuti individua un solo Ambito territoriale ottimale (Ato) per la gestione dei rifiuti urbani, coincidente con l'intero territorio regionale. Una scelta che, di fatto, affida alla Regione la gestione degli impianti di trattamento. «L'Ato regionale – ha commentato la Polverini – è una scelta politica per evitare il disastro Campania. Spero che adesso non si scatenino le polemiche come è successo per il piano sanitario». Il documento individua anche 5 sub-Ato che corrispondono, con alcune distinzioni, ai territori delle province. Questi “sotto-ambiti” dovranno organizzare i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati, garantire l'autosufficienza degli impianti di Tmb (trattamento meccanico-biologico) e gestire il conferimento dei rifiuti in discarica. Inoltre il Piano mira, oltre all'incremento quantitativo, soprattutto all'aumento qualitativo della raccolta differenziata.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Roma Gianni Alemanno, che si è dimostrato assolutamente scettico sulla possibilità di raggiungere i livelli di differenziata previsti dal piano regionale. «Chiederemo una deroga – ha commentato – documentando l'impossibilità per Roma di arrivare al 65% di raccolta differenziata in poco tempo, e quindi dimostrando che se non ci venisse permesso di realizzare il nuovo inceneritore rischieremmo di condannare la città ad andare avanti per altri 10 o 20 anni col conferimento in discarica». Proprio la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore rappresenta un punto fondamentale secondo Alemanno. «Abbiamo già previsto – ha aggiunto – con la Regione e il ministero dell'Ambiente di lavorare a questa deroga per costruire un nuovo impianto, in modo da poter chiudere le discariche». A proposito di Malagrotta, il sindaco ha ribadito l'urgenza di «individuare presto un sito alternativo» ma non di è sbilanciato sulla questione della localizzazione.
Malagrotta, piano della Regione Lazio, polemiche sulla «roulette dei rifiuti» - dal Corriere della Sera del 18.11.2010