Patto dei Sindaci: esperienze provinciali a confronto
Il 25 novembre 2010 si è svolto a Roma il convegno ‘Il patto dei sindaci sull’energia. Le esperienze delle province italiane a confronto’. A livello locale nell'Unione Europea passi avanti nei programmi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati e nel campo delle energie rinnovabili. Ma delle 38 province italiane firmatarie del Patto, solo una decina sono quelle effettivamente attive
29 November, 2010
Annalisa Mancini
Il Patto dei Sindaci europei come antidoto contro l’effetto serra. A livello locale nell’Unione Europea si raggiunge quello che non si riesce a ottenere nei grandi consessi internazionali (Copenhagen e ora Cancun): è emerso nel corso del convegno ‘Il patto dei sindaci sull’energia. Le esperienze delle province italiane a confronto’ organizzato a Roma dall’Unione Province Italiane lo scorso 25 novembre. Grazie al programma comunitario ELENA (European Locale Energy Assistance), che finanzia progetti locali su piccola e media scala, molte province europee hanno avviato programmi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati e o nel campo delle energie rinnovabili. Il patto dei sindaci sull’energia, siglato nel 2008, prevede il ruolo chiave delle amministrazioni locali europee ‘per consentire agli Stati membri di raggiungere l’obiettivo 20-20-20’, ha sottolineato Antonio Lumicisi, del Ministero dell’Ambiente.
La Diputaciò de Barcelona, ad esempio, è un modello di buona pratica per gli amministratori. Il portavoce Ferran Vallespinòs Riera ha presentato il progetto cui hanno aderito 138 comuni dei 311 presenti su un territorio che dipende dall’esterno per il 98% del proprio fabbisogno di energia e distribuiti anche in zone disagiate, a dimostrazione del fatto che ‘chiunque può far parte del patto dei sindaci’. Vallespinòs Riera ha spiegato che la municipalità è responsabile solo per il 2% delle emissioni totali di CO2: l’85% proviene dai cittadini. Grazie alla UE, i 500 milioni di euro impegnati in impianti fotovoltaici e interventi di riqualificazione energetica si tradurranno in 5.000 nuovi posti di lavoro (soprattutto tecnici locali per l’installazione e manutenzione dei nuovi impianti) e 2.044 tonnellate di CO2 in meno (su un totale di 15.000) entro il 2020. Ostacoli principali ai progetti virtuosi sono i limiti all’indebitamento degli enti locali e le difficoltà burocratiche.
I numeri dell’Italia sono ancora piccoli: delle 38 province italiane coinvolte attive firmatarie del patto, una decina sono quelle effettivamente attive (oltre a Roma e Milano, Bergamo, Chieti, Salerno, Genova, La Spezia e Teramo).
La Provincia di Milano, ad esempio, ha installato impianti fotovoltaici sui tetti dei propri edifici, lavorato sui nuovi regolamenti edilizi comunali, avviato programmi di prestiti a tasso 0 (finanziati per metà in proprio e per metà dalla banca) ai cittadini per la riqualificazione energetica degli edifici. A questo si aggiunge la rete di sportelli energia, punti informativi distribuiti sul territorio: un’idea piaciuta anche ai francesi, che l’hanno riproposta su larga scala. Al patto hanno aderito 55 comuni dell’hinterland milanese: anche qui, ha evidenziato Sergio Zabot, portavoce dell’amministrazione, sono due i nemici dei progetti energetici: ‘la formazione è un punto critico ma non bisogna sottovalutare i tempi delle procedure burocratiche’.
Nella provincia di Roma finora hanno aderito 22 comuni. Il progetto è ancora nella fase iniziale: l’obiettivo è di tagliare 4,4 milioni di CO2 entro il 2020. Andrea Ferraretto, del Dipartimento Servizi di tutela ambientale della provincia, ha parlato di una ‘politica di piccoli passi’ che prevede l’impegno nei settori dei rifiuti, energia, mobilità e lavori pubblici. La provincia ha redatto il proprio bilancio delle emissioni di CO2 e si è impegnata a fornire supporto ai comuni nella stesura e realizzazione dei progetti di riduzione locali. Il Comune di Roma ha aderito in forma autonoma e a un anno dall’adesione non ha ancora approvato il piano d’azione, rischiando di essere esclusa dal patto.