Carburanti, il Piemonte va verso il biometano
Quintuplicati in otto anni gli impianti di distribuzione di metano, che salgono a 64 in tutta la regione, mentre i 241 punti di rifornimento di GPL arrivano a rappresentare il 12% del totale della rete: un'evoluzione del sistema distributivo dei carburanti nella Regione sempre più orientato ai carburanti ecocompatibili
02 December, 2010
Federico Vozza
In Piemonte cresce il numero di impianti di distribuzione carburanti: 1829 in totale (di cui 777 in provincia di Torino), con un incremento di 30 unità rispetto allo stesso periodo del 2009 che fa segnare un ritorno ai livelli del 2004-2005. In media dunque i Piemontesi hanno a disposizione 1 impianto ogni 2430 abitanti con un erogato medio per singolo punto di distribuzione pari a 1.391 migliaia di litri, un dato che torna ad aumentare dopo anni di flessione.
In deciso aumento i distributori che erogano metano, passati dai 48 del 2009 agli attuali 64, il numero più elevato di impianti di rifornimento in Italia dopo Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Toscana e Marche, risultato di una crescita esponenziale che in 8 anni dai 12 iniziali ha visto quintuplicare sul territorio piemontese il numero di distributori.
Salgono inoltre al 12% del totale (dal 10% dello scorso anno) i punti di rifornimento di GPL, 241 nella regione, con la provincia di Torino che registra la più alta percentuale di vendita di questo tipo di carburante. Prosegue la flessione della benzina, ormai al di sotto del 40% dell’erogato annuo (37,82%), contro il 57,30% del gasolio e il 4,88% del GPL.
Sono alcuni dei dati contenuti nell’edizione 2010 della pubblicazione Il Punto sulla rete distributiva dei carburanti in Piemonte, illustrata e commentata oggi a Torino nel corso di quello che ormai è un appuntamento tradizionale fra gli operatori nazionali del settore per valutare i trend del mercato dei prodotti petroliferi.
I numeri esprimono dunque tendenze ben precise, giustificate anche dalla significativa differenza dei prezzi al consumo tra i diversi tipi di combustibile, gravati all’origine da imposte in percentuali molto diverse: il 58% per la benzina, il 51% per il gasolio e il 36% per il GPL. Un orientamento però che rappresenta anche il risultato delle politiche energetiche del Piemonte, negli ultimi anni deciso a investire molto sulla diffusione del carburante pulito nel trasporto pubblico e in quello privato, innanzitutto attraverso il potenziamento della rete di distribuzione ma anche con l’attuazione di una serie di politiche volte a incentivare i cittadini all’acquisto di autoveicoli alimentati a metano (come l’esenzione totale del pagamento della tassa di circolazione per questo tipo di veicoli).
Nei piani per il futuro della Regione Piemonte emerge anche la volontà di promuovere con sempre maggiore vigore l’intera filiera del biometano, che potrebbe cambiare radicalmente sia l’impostazione delle aziende agricole subalpine, sia la distribuzione e l’uso di carburanti per autotrazione (con una notevole riduzione dell’inquinante particolato PM10). A questo scopo è stato recentemente promosso dalla Direzione Commercio della Regione uno “Studio di fattibilità della filiera del biometano” per analizzare tutte le potenzialità e le eventuali criticità di quella che potrebbe essere una nuova e importantissima fase per il Piemonte.
“Con il 2010 la Regione – afferma William Casoni, assessore al Commercio e Fiere, Parchi e Aree protette della Regione Piemonte - ha dato il via ad un percorso estremamente importante, che integra e completa quanto già intrapreso negli anni passati nella direzione di una sempre maggiore attenzione verso i carburanti ecocompatibili. Al costante e notevole incremento degli impianti di distribuzione del metano, che ci vede ai primi posti in una classifica ideale fra le regioni italiane all’avanguardia su questo fronte, abbiamo infatti avviato una fase di analisi approfondita di opportunità e criticità legate alla produzione e distribuzione del biometano, un carburante che non produce PM10 e rappresenta quindi la migliore soluzione oggi disponibile per affrontare il problema della qualità dell’aria nelle nostre città. Non solo. Il biometano risponde anche a quella che oggi è considerata una questione grave per gli allevamenti zootecnici, e cioè il problema dei nitrati e dei liquami che da rifiuti di complesso smaltimento potrebbero divenire un’importante risorsa economica per le nostre aziende. Si tratta dunque di una questione ai primi posti nell’agenda regionale che potrebbe rendere di fatto il Piemonte regione capofila sul tema”.
Proprio in quest’ottica la Regione Piemonte ha programmato per la primavera del 2011 l’organizzazione di un convegno sul biometano in collaborazione con Environment Park.