Secondo inceneritore: lo studio del Politecnico
Pubblicata la comparazione fra il Piano Provinciale Gestione Rifiuti e lo scenario proposto da Legambiente si risolve. “Il secondo inceneritore non serve e servono ulteriori approfondimenti sulla fase del pretrattamento” sostiene Legambiente. “I calcoli e gli studi che sono finora stati condotti non possono far perdere di vista l'urgenza di realizzare un completo ed efficiente sistema di impianti prima che si verifichino emergenze” ribatte la Provincia
18 November, 2008
E’ stato pubblicato lo studio comparativo commissionato dalla Provincia di Torino al Politecnico su due differenti scenari per la gestione rifiuti. Lo studio, richiesto da Legambiente per verificare l’effettiva necessità di costruire un secondo impianto di smaltimento (inceneritore) a Settimo Torinese, non riesce a dipanare tutti i dubbi, ma sembra dare indicazioni precise.
I due scenari presi in esame sono quello previsto dal Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) e quello proposto da Legambiente. Il primo prevede una raccolta differenziata di poco superiore al 50%, con una previsione di aumento dei rifiuti prodotti del 5% al 2012. Il secondo chiede che si rispettino le leggi nazionali che dovrebbero obbligare ad un 65% di raccolta differenziata al 2012, che si lavori per raggiungere una riduzione dei rifiuti circa del 10% (come previsto dalla Regione Piemonte, che si prefigge di portare gli indici di produzione rifiuti del 2012 pari a quelli del 2004), e inoltre che si prenda in esame un impianto di pretrattamento dei rifiuti a monte dell’incenerimento.
Al Politecnico di Torino dunque il compito di calcolare il Life Cycle Assessment (LCA) di quattro modelli, considerando le due proposte con o senza gli impianti di pretrattamento, analizzandone tutti gli aspetti, da quello economico a quello energetico, a quello ambientale .
I risultati dello studio (estratto dal documento del Politecnico di Torino)
Raccolta differenziata: In base ai dati resi disponibili ed ai risultati ottenuti, gli scenari al 65% di raccolta differenziata (RD) risultano migliori degli scenari al 52% di RD. L’analisi LCA di filiere reali ha evidenziato che i nuovi limiti di legge sono coerenti con i conseguenti benefici energetici ed ambientali netti ed è quindi giustificabile un ulteriore sforzo per giungere ai nuovi (ed ambiziosi) livelli di raccolta differenziata. Resta da verificare con maggiore dettaglio l’incidenza della fase di raccolta, anche se, in base ai dati finora a disposizione, il contributo risulta relativamente contenuto, benché non trascurabile e meritevole di ulteriori approfondimenti.
Sia gli indicatori energetici che quelli relativi ai gas serra sono concordi nel supportare questa prima conclusione.
Nel contesto di un sistema con un’eccellente raccolta differenziata, l’incenerimento del rifiuto residuo ha un ruolo energetico importante. La presente ricerca ha infatti evidenziato come le prestazioni energetiche dell’incenerimento migliorino all’aumentare della RD dal 52% al 65%, anche se peggiorano gli indicatori relativi alle emissioni di gas serra.
Pretrattamento: Il giudizio relativo all’opportunità di prevedere un pre-trattamento prima della termovalorizzazione risulta invece più controverso e i risultati dell’analisi LCA certamente meno netti rispetto a quelli precedentemente esposti. Questo è attribuibile alla notevole incertezza dei dati resi disponibili per la ricerca. Deve essere ricordato ancora una volta che non è stata definita la tecnologia del pre-trattamento, né tantomeno i risultati che ci si attende da tale processo.
Si può ancora asserire che nel caso del pre-trattamento, le prestazioni energetiche della termovalorizzazione migliorano ulteriormente (non quelle relative ai gas serra), ma solo per tonnellata di RSU trattata. Nell’ottica del sistema integrato la situazione subisce invece un peggioramento.
La questione pretrattamento o incenerimento diretto del rifiuto residuo (che deve essere veramente “residuo” poiché il recupero energetico e i benefici ambientali dei riciclaggi sono certamente maggiori) non può dunque essere decisa solo su basi energetiche ed ambientali, ma devono essere anche interessate le sfere economiche, gestionali e sociali.