Studio sul Trattamento Meccanico Biologico: l'intervista a Genon (Politecnico)
Giuseppe Genon, firmatario dello studio sulla valutazione di applicabilità del trattamento meccanico biologico al ciclo integrato dei rifiuti nella provincia di Torino, risponde alle obiezioni sollevate nel corso del convegno di ATO-R
20 December, 2010
Prof. Genon, Lei ha affermato che i due risultati non sono “metodologicamente comparabili tra loro” in quanto quello del 2008 “riguardava una procedura di analisi di ciclo di vita relativa all'intero sistema di gestione del rifiuto torinese” mentre lo studio appena presentato è semplicemente “un bilancio relativo al carbonio e riguardante il solo rifiuto eccedente la quota del Gerbido”. Spiegato ai non addetti ai lavori, il TMB è una tipologia di trattamento meno impattante dal punto di vista ambientale della termovalorizzazione diretta di tutto il rifiuto indifferenziato/residuo o no?
Rispondiamo alla domanda scindendo tra punto a) e punto b).
a) Quanto fatto nel 2008 era una LCA (Life Cycle Assessment) cioè un’analisi del ciclo di vita, quanto fatto oggi è un bilancio ambientale. Le due procedure citate sono differenti in quanto differenti i confini del sistema. Nell’analisi del ciclo di vita si considera il sistema complessivo, quindi non solo le apparecchiature utilizzate (inceneritore, impianti di separazione), una LCA è quindi una valutazione di sistema (in essa occorre ad esempio considerare i trasporti, le materie prime …). Quello che noi siamo stati chiamati a fare è una valutazione di apparecchiature, cioè valutare all’interno dello scenario di gestione del rifiuto considerato le prestazioni dell’apparecchiatura stessa (inceneritore, gassificatore, impianti di separazione, impianti di trattamento biologico, …). Per rispondere in maniera più corretta al compito assegnatoci abbiamo così deciso di ricorrere allo strumento del bilancio. La scelta di tale strumento è stata inoltre “appoggiata” da considerazioni relative la meno soggettività e la ripercorribilità di procedura (cosa che con un’analisi di ciclo di vita è meno realizzabile, in quanto in molti casi l’operatore è chiamato a fare scelte soggettive).
b) In realtà le due tecnologie non sono confrontabili in questi termini. TMB vuol dire trattamento meccanico biologico, quindi prendere il rifiuto indifferenziato (o meglio il RUR, rifiuto urbano residuale alla raccolta differenziata) mandarlo a trattamento meccanico (M) mediante il quale separare (oltre alle frazioni recuperabili, quali metalli, carta, plastica… che saranno mandate a recupero) una frazione umida ed una frazione secca. Successivamente la frazione umida viene mandata a trattamento biologico (B), a questo punto il ciclo definito TMB è chiuso e rimane quindi il problema del secco che deve comunque essere gestito. La combustione diretta, la termovalorizzazione, è una cosa diversa, in quanto ad essa io mando (e quindi gestisco) tutto l’ammontare del RUR.
La scelta di considerare esclusivamente il bilancio del carbonio come impatto ambientale ha suscitato qualche polemica in sede di presentazione dello studio. Quali sono le ragioni che hanno portato a questa decisione?
Le ragioni che hanno portato a questa scelta sono essenzialmente due:
· Le emissioni di CO2 rappresentano l’aspetto meno governabile tecnologicamente: mentre per tutti gli altri contaminanti (polveri, NOx, SOx,…) esistono idonei sistemi di abbattimento (BAT – Best Available Technologies, definiti in un documento ufficiale dell’IPPC Bureau) mediante applicazione dei quali è possibile raggiungere concentrazioni di molto inferiori a quelle che la normativa (D. Lgs. 133/2005) pone come massime, per la CO2 le tecnologie di riduzione non sono ancora mature;
· Le emissioni di CO2 rappresentano l’aspetto che ha esternalità più alte nel calcolo dei costi esterni, come mostrato da studi presenti in letteratura ed opportunamente citati nel testo del lavoro svolto.
Un’altra obiezione sollevata riguarda il “fattore tempo”, che non è stato considerato nel confronto tra scenari. Mi spiego meglio: chi ritiene che il TMB sia un’opzione più valida rispetto agli altri scenari da lei presentati ha sottolineato come i tempi di realizzazione per un impianto di TMB siano molto più ridotti rispetto a quelli necessari per la costruzione di un secondo termovalorizzatore, che potrebbe richiedere diversi anni. Nel calcolo dei costi e dell’impatto ambientale non è stato considerato il peso che avrebbe il prolungamento del “soggiorno” in discarica dei rifiuti, in attesa della costruzione di nuovi impianti?
Anche a questa domanda rispondiamo scindendo due punti: punto a) tempi di costruzione; punto b) tempi di rilascio.
a) E’ sicuro che il TMB richiede dei tempi di realizzazione, dei tempi di costruzione, più brevi rispetto ad un impianto di trattamento termico. Da questo punto di vista la soluzione termica richiede soluzioni di gestione per il transitorio, cioè per il periodo in cui l’impianto è in fase di costruzione. D’altro canto, come già evidenziato nella risposta alla domanda 1) un sistema di trattamento meccanico biologico (TMB) non risolve, da solo, il problema della gestione dell’intero ammontare di RUR (rimane sempre da gestire la frazione secca, quella che ha vocazione energetica);
b) Nella procedura di calcolo adottata si sono considerati degli scenari a regime, per gli impianti quindi non vi sono dubbi sul calcolo (è stato semplicemente effettuato un calcolo delle emissioni a regime), per il sistema di discarica occorre fare questo ragionamento: io tutti gli anni continuo ad aggiungere materiale (uguale quota di rifiuto) e, conseguentemente, tutti gli anni la discarica continua ad emettere, ne consegue che il calcolo (poiché si tratta di un bilancio) prescinde dal fattore tempo.
Michele Bertolino di Legambiente ha sottolineato che il confronto sulle emissioni di CO2 fra le diverse opzioni considerate (scenari A, B, C, D) non teneva conto dei tempi di rilascio dell’anidride carbonica. “Cosa cambia tra compostarle (o stabilizzarle) e bruciarle è semplice afferma Bertolino - in un caso le emissioni di CO2 saranno diluite nel tempo (la letteratura scientifica dimostra circa 100 anni), mentre nell'altro caso le emissioni sono rilasciate tutte e subito”. Come commenta questa affermazione?
Dal punto di vista degli scenari ciò che conta è “l’integrale” cioè le quantità totali in gioco, ne consegue che, da un punto di vista di bilancio, considerando una situazione a regime, è appunto il quantitativo totale che conta e non la modalità di rilascio.
Un’ultima domanda: oltre ad una valutazione sull’opzione TMB lo studio aveva lo scopo di presentare quattro alternative per la provincia di Torino, tenendo conto dell’inceneritore del Gerbido già in fase di realizzazione. Alla luce dei dati raccolti, quale delle 4 opzioni ritiene la più indicata a soddisfare le esigenze del ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale?
La soluzione di gestione “più indicata” la decideranno i politici/programmatori. Noi ci limitiamo a fornire indicazioni tecniche di programmazione dei quattro scenari riferite ai diversi aspetti (energia, costi, spazio occupato, …).