Calabria, un'emergenza rifiuti di cui si parla poco
C'è un'emergenza rifiuti anche in Calabria, per quanto lontana dai media. E' un'emergenza fatta di discariche sequestrate ed ampliate, società miste sull'orlo del fallimento e servizi impiantistici e di raccolta completamente inadeguati. Legambiente Calabria avanza sei proposte per uscire dal pantano
07 January, 2011
"Siamo purtroppo alle solite, con discariche che tra un sequestro e un ampliamento continuano a farla da padrone, con societa' miste fallite o sull'orlo del fallimento che evidenziano le gravi responsabilita' della politica locale, con impiantistica a servizio della raccolta differenziata e del successivo riciclaggio a dir poco inadeguate". Cosi' Francesco Falcone, direttore di Legambiente Calabria, commenta gli ultimi eventi legati alla discarica di Pianopoli e piu' in generale lo stato del ciclo dei rifiuti in Calabria. "Per uscire dal pantano dell'emergenza rifiuti e di un ciclo fondato sempre e soprattutto sullo smaltimento in discarica, come quella di Pianopoli, - spiega - Legambiente si augura per la Calabria quello che sta avvenendo in Campania e che purtroppo non viene mai raccontato dai media nazionali. Si deve infatti replicare l'esperienza dei 160 comuni ricicloni campani che hanno superato nel 2009 il 50% di raccolta differenziata, tra cui due grandi citta' come Avellino, risultato capoluogo riciclone con il 61% di raccolta differenziata per i suoi 56mila abitanti, e Salerno, con il 59% per i suoi 140mila abitanti". Legambiente da anni denuncia i gravi danni che il commissariamento per l'emergenza rifiuti in Calabria ha causato alla gestione dei rifiuti, per non aver risolto i problemi, per aver deresponsabilizzato gli enti locali e per aver sperperato inutilmente denaro pubblico. "Per fare anche in Calabria quello che la normativa comunitaria e nazionale chiede a partire dagli anni '90, e cioe' rendere residuale l'interramento dei rifiuti, - aggiunge Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente - occorre mettere in pratica il principio delle 4 R creando anche una gerarchia economica delle diverse modalita' di gestione dei rifiuti: la discarica deve diventare l'opzione piu' costosa, seguita dal recupero energetico, finendo con il riciclaggio e la prevenzione che devono risultare le alternative piu' economiche. Tutto cio' e' possibile praticando un sistema di penalita' e premialita' che aumenti il costo del conferimento in discarica, premi economicamente i Comuni che hanno raggiunto gli obiettivi di legge sulla raccolta differenziata, finanzi quei Comuni che vogliono passare dal sistema di raccolta stradale a quello domiciliare, promuova iniziative per la riduzione della produzione dei rifiuti. Per rendere residuale lo smaltimento in discarica servono infine le alternative impiantistiche: si deve procedere alla costruzione degli impianti a servizio della raccolta differenziata e del successivo riciclaggio o per il pre-trattamento dei rifiuti indifferenziati prima dello smaltimento in discarica".