Legambiente Lazio: \"Malagrotta, surreale la proroga della Polverini\"
L'associazione parla di "emergenza inquinamento" per la discarica e chiede l'immediato stop dello smaltimento dei rifiuti nel sito. "Per la risoluzione del problema immondizia, bisogna potenziare la raccolta differenziata", sottolineano gli ambientalisti. Critiche anche ad Alemanno: "interventi di messa in sicurezza inesistenti"
12 January, 2011
In seguito alla decisione del presidente della Regione Lazio Renata Polverini di prorogare l’apertura di Malagrotta almeno fino a fine 2013, Legambiente Lazio fa sentire la sua voce di protesta. “Altro che innovativa! La scelta di protrarre per altri anni la vita di Malagrotta sarebbe surreale. La Polverini dovrebbe dar seguito a quanto detto nel sopralluogo fatto a marzo scorso con i cittadini durante la campagna elettorale, quando aveva definito la discarica ‘abusiva’ e ‘fuori norma’, affermando anche che ‘deve chiudere’ e che ‘dobbiamo trovare un altro sito’. Dopo decenni di promesse da parte degli amministratori sarebbe ora di un po' di responsabilità e rispetto”, ha dichiarato il presidente Lorenzo Parlati.
L’associazione del cigno fa poi notare che “le prescrizioni dell'ordinanza del 31 dicembre circa l'impianto di trito-vagliatura sono le stesse della precedente ordinanza del luglio del 2010 firmata dalla stessa Presidente, senza che nulla sia accaduto nei sei mesi passati”. Una situazione “che rischia di essere una barzelletta”.
Nodo essenziale della questione dell’immondizia romana, secondo Legambiente, è la differenziazione dei rifiuti. “La vera unica soluzione per affrontare il problema è far fare un salto di qualità alla raccolta differenziata, passando davvero e subito al porta a porta. Attualmente la capitale differenzia poco più del 21% dei rifiuti: è una quota insignificante, troppo piccola essere sereni sul futuro della discarica. In alcuni quartieri, intanto, con un progetto sperimentale di raccolta porta a porta, si tocca quotidianamente il 65%, dimostrando che basterebbe estendere questo modello per avere ottimi risultati”. Continuando a smaltire i rifiuti senza una loro corretta divisione, invece, la situazione non può migliorare di molto: anche se gli impianti funzionassero a pieno regime, rimane il fatto, sottolinea l’associazione ambientalista, “che due terzi di quanto entra in quegli impianti continuerà comunque ad andare a finire in discarica, visto che un terzo è Cdr (combustibile da rifiuti, ndr) e il resto frazioni non riutilizzabili”.
Cristina Avenali, direttrice di Legambiente Lazio, punta il dito anche contro il sindaco della capitale: “Che ne è stato di un'altra ordinanza, quella con la quale il sindaco Alemanno ordinava interventi di messa in sicurezza per la discarica di Malagrotta? Sono scaduti a fine dicembre i trenta giorni per avviare gli interventi necessari a porre fine all'allarmante inquinamento che emerge dalla relazione di Arpa Lazio con i risultati del monitoraggio delle acque sotterranee della discarica di Malagrotta e non ci risulta sia successo niente”. Le analisi dell’Arpa avevano messo in evidenza un forte inquinamento da metalli pesanti, rilevando una quantità di arsenico nelle falde acquifere di 200 volte superiore al consentito. “I campionamenti evidenziano un peggioramento del già preoccupante stato di contaminazione del sito, sia per quel che riguarda i composti inorganici che per alcuni composti organici. Le necessarie misure di messa in sicurezza che la stessa Arpa sollecitava andavano attuate immediatamente, per interrompere la diffusione della contaminazione delle falde idriche e procedere alla bonifica per disinnescare quella che viene descritta come una bomba ambientale alle porte di Roma”, continua Avenali. Legambiente lancia l’allarme: “Siamo in piena emergenza inquinamento, ci chiediamo se sia compatibile continuare a gettare rifiuti in quell'area, altro che prorogarne la vita”.