Sbilanciamoci, Rapporto Quars 2010: Campania al 19° posto su 20 per benessere ambientale. Ultima la Puglia
Il Rapporto Quars 2010 di Sbilanciamoci ha studiato le regioni italiane sulla base di 10 indicatori di qualità ambientale (mobilità, rinnovabili, ciclo rifiuti, emissioni, ecomafie): il risultato finale vede la Puglia all’ultimo posto e la Campania penultima. Al primo posto il Trentino Alto Adige
18 January, 2011
Sbilanciamoci! ha deciso di prestare attenzione a due aspetti fondamentali che caratterizzano il tema della qualità ambientale. Il Rapporto Quars 2010 valuta l’impatto ambientale dell’attività umana e le politiche intraprese per mitigarne gli effetti. Da un lato, è importante rilevare la volontà politica di ridurre gli effetti dell’attività antropica attraverso politiche innovative, dall’altro lato, siamo convinti che prima di ogni politica sia necessario ridurre l’impatto nella sua dimensione assoluta. Per essere chiari, è importante riciclare i rifiuti e produrre energia da fonti rinnovabili, ma è altrettanto importante produrre meno rifiuti e consumare meno energia.
Per il Rapporto Quars 2010 sono state quindi individuate 10 variabili. La prima metà delle variabili ambientali tenta di dare una valutazione di impatto attraverso la densità di abitanti (produzione di rifiuti ed emissioni, consumo di risorse, congestione e di pressione antropica sul territorio); il livello di illegalità ambientale, che sintetizza tre indici elaborati da Legambiente: reati contro il patrimonio ambientale e naturale, abusivismo edilizio, illegalità legata al ciclo dei rifiuti; l’utilizzo di fertilizzanti in agricoltura, da
cui dipende strettamente la qualità delle acque e la pressione generata dall’agricoltura intensiva; la qualità dell’aria misurata attraverso le emissioni do anidride carbonica generate
dal sistema; l’impatto generato dalla mobilità, misurato attraverso un indicatore sintetico elaborato da Sbilanciamoci! che tiene conto del numero di autovetture circolanti per abitante, dell’inquinamento derivante dal traffico su gomma, dell’utilizzo di mezzi alternativi per lo spostamento e degli incidenti stradali.
Del secondo gruppo di variabili ambientali, che descrive invece l’attuazione di politiche volte ad arginare la pressione dell’uomo sull’ambiente, fanno parte: le aree protette per regione, con le quali si cerca di cogliere l’attenzione verso spazi incontaminati dalla presenza umana; la raccolta differenziata e la produzione di energia da fonti rinnovabili; la diffusione dell’agricoltura biologica, intesa come simbolo di un modo nuovo di fare agricoltura che presti attenzione tanto al consumatore quanto all’ambiente; l’Eco Management: un indicatore sintetico, anch’esso elaborato da Legambiente, in cui si tengono conto di diverse buone pratiche dell’amministrazione locale, dall’istituzione delle mense biologiche alla presenza dell’energy manager e del mobility manager. Tutti questi dati servono per ottenere un quadro della sostenibilità ambientale del modello economico che si è sviluppato in ciascun territorio.
VARIABILI:
Densità della popolazione
Emissioni di Co2
Fertilizzanti
Ecomafia
Raccolta differenziata
Energia da fonti rinnovabili
Aree protette
Eco Managment
Agricoltura biologica
Mobilità Sostenibile
I dieci indicatori appena descritti sono stati aggregati in un unico indicatore di qualità dell’ambiente, che rappresenta il comportamento delle regioni italiane rispetto alla policy e all’impatto ambientale.
I risultati riportati dalle venti regioni italiani per la variabile ambiente mostrano una distribuzione fortemente asimmetrica, caratterizzata da poche regioni che vantano un comportamento nettamente superiore rispetto alla media di tutte le altre.
Nella graduatoria complessiva, il primo posto è occupato dal Trentino Alto Adige che, grazie ad una struttura produttiva particolarmente attenta all’aspetto ambientale, ottiene un punteggio di gran lunga migliore rispetto al resto delle regioni. Il Trentino, infatti, presenta un risultato positivo per tutti gli indicatori, in particolare per quelli relativi all’Eco management, all’utilizzo di fonti rinnovabili e alla mobilità sostenibile.
Al penultimo posto la Campania, che si contraddistingue per i più alti livelli di densità abitativa e illegalità ambientale in Italia, e all’ultimo la Puglia, che colleziona risultati negativi per tutti gli indicatori, tranne che per le aree protette, a testimonianza dei progressi intrapresi dalla regioni nella conservazione della biodiversità.
LA CLASSIFICA DEL MACRO INDICATORE AMBIENTE x REGIONE:
Trentino-Alto Adige 1,24
Valle d’Aosta 0,62
Basilicata 0,28
Piemonte 0,26
Abruzzo 0,22
Toscana 0,15
Sardegna 0,13
Friuli-Venezia Giulia -0,01
Umbria -0,05
Marche -0,05
Emilia-Romagna -0,05
Veneto -0,05
Calabria -0,12
Molise -0,14
Liguria -0,26
Sicilia -0,31
Lombardia -0,37
Lazio -0,45
Campania -0,50
Puglia -0,53