Fotovoltaico, gli obiettivi del Piano d'azione nazionale probabilmente già raggiunti nel 2011. Ferraris: «Innalzare il target»
Il Gestore dei servizi energetici ha diffuso i dati sugli impianti fotovoltaici installati nel 2010 e sui valori raggiunti dalla potenza elettrica complessiva. Se le stime per l'anno in corso saranno confermate, l'obiettivo di 8mila kilowatt fissato dal Piano d'azione nazionale per il 2020 potrebbe essere raggiunto già nei prossimi dodici mesi. Eco dalle Città ne ha parlato con Sergio Ferraris, direttore di QualEnergia
26 January, 2011
A fine 2010, gli impianti fotovoltaici in esercizio che a oggi hanno fatto domanda di ammissione agli incentivi al Gestore del servizi energetici sono oltre 140mila, per una potenza installata complessiva di 2.800 megawatt. Lo ha comunicato lo stesso Gse nel corso di un’audizione informale davanti alla X Commissione del Senato condotta nell’ambito dell’acquisizione dei pareri sullo schema di decreto legislativo, approvato lo scorso 30 novembre dal Consiglio dei ministri, che recepisce la Direttiva 28/2009 CE e fissa il nuovo quadro normativo sulle rinnovabili.
Cifre destinate ad aumentare, dal momento che le domande di accesso alle tariffe incentivanti potranno continuare ad essere presentate fino alla fine di febbraio. Il Gestore stima dunque che la potenza complessiva a fine 2010 potrebbe aver raggiunto il valore di 3.000 megawatt su 150.000 impianti totali. Se queste previsioni venissero confermate, la potenza fotovoltaica nel nostro paese avrebbe fatto registrare, nell'anno appena concluso, un incremento del 160% rispetto al 2009, con circa 1.850 “nuovi” megawatt (a fronte dei 711 installati nei dodici mesi precedenti). Agli impianti entrati in esercizio nel 2010 vanno poi a sommarsi quelli che saranno completati entro il prossimo giugno, ma per quali sia già stata presentata, entro lo scorso 31 dicembre, la comunicazione di fine dei lavori. Si tratta di altre 55mila centrali, per una potenza complessiva pari a circa 4mila megawatt. Anche a questi impianti, in base alla legge 129/2010, saranno riconosciute le tariffe incentivanti 2010, più generose di quelle introdotte dal Terzo conto energia entrato in vigore nel 2011. Sommando al totale quest'ultima categoria di impianti, anche se saranno allacciati alla rete solo nei prossimi mesi, la potenza complessiva installata al 2010 potrebbe sfiorare i 7.000 megawatt (su 200.000 impianti) contro i soli 1.142 di dodici mesi fa.
In base a questi dati, il Gestore dei servizi energetici prevede che nel corso del 2011 potrebbe già essere raggiunto il target di 8.000 megawatt previsto per il fotovoltaico dal Piano di azione nazionale sulle fonti rinnovabili per l’anno 2020. Proprio sulla questione degli obiettivi nazionali, Eco dalle Città ha interpellato Sergio Ferraris, esperto del settore e direttore responsabile del magazine specializzato QualEnergia. «A questo punto – ha dichiarato – sarebbe necessario rendere il Piano d'azione molto più ambizioso, innalzando, di riflesso, anche la quota di emissioni di gas serra da tagliare, come stanno già facendo paesi come Inghilterra e Germania». Secondo Ferraris, servirebbe una road map che stabilisca la progressiva riduzione degli incentivi, fino ad azzerarli quando sarà raggiunta la grid parity, che sarebbe la sostanziale equivalenza del costo, per il consumatore finale, di un kilowatt di energia fotovoltaica con un kilowatt prodotto da fonti convenzionali. «Nel frattempo – aggiunge – non possiamo prescindere dalla ristrutturazione della rete elettrica, che è inadeguata alle nuove esigenze del mercato delle rinnovabili». Secondo l'esperto, infine, esiste un problema di stabilità e chiarezza del quadro normativo sul fotovoltaico, a partire dalla questione degli impianti a terra e della tutela del suolo agricolo. «È chiaro che il paesaggio va tutelato e che bisogna scongiurare il “fotovoltaico selvaggio” - conclude Ferraris – ma vanno anche evitate strumentalizzazioni politiche della questione. Anche se tutti gli 8mila kilowatt fossero distribuiti su suoli per l'agricoltura, ed ovviamente non è così, solo lo 0,47% del territorio agricolo italiano sarebbe occupato da pannelli solari».