Bando dei sacchetti: ricorso di Unionplast al Tar del Lazio
Contro il bando dei sacchetti imposto dal Governo, Unionplast ha annunciato di aver fatto ricorso al Tar del Lazio e secondo il Direttore Generale Bonsignori l’Europa sarebbe pronta ad avviare la procedura di infrazione contro l’Italia
28 January, 2011
Angelo Bonsignori, Direttore generale di Unionplast: “E' un pasticcio che ha tanto di ideologico e poco di ambientalista. Il settore sta soffrendo: dei 4 mila dipendenti ben due terzi sono entrati in cassa integrazione, contratti di solidarietà e ferie forzate. Della questione se ne sta occupando anche Bruxelles che gia' in passato aveva bocciato analogo divieto in Francia. Da tempo l'Unionplast mette in guardia dal fatto che l'Italia rischia su questo fronte una procedura d'infrazione perché lo stop ai sacchetti in plastica sarebbe in contrasto con la direttiva europea sugli imballaggi. Non solo: si potrebbe anche configurare un vizio procedurale perché non sarebbe stata notificata alla commissione Ue la normativa tecnica”.
In un’intervista al Sole 24 Ore Bonsignori dichiara di “sentire aria di ritorno” degli shopper, annunciando che – a quanto risulta all’Associazione – l’Europa starebbe per aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. In caso di reintroduzione dei sacchetti, il Direttore generale afferma di avere già delle idee per rendere più ecologici i sacchetti in polietilene: eliminare i sacchetti di piccole dimensioni, aumentare la percentuale di plastica riciclata all’interno degli stessi (dal 40 all’80% entro tre anni) e aumentarne lo spessore, in modo da renderli tutti riutilizzabili.
Sul notiziario di settore Macplas.it si legge che il ricorso è stato presentato "al TAR del Lazio dall'Associazione di categoria Unionplast, venerdì 21 gennaio, contro i Ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico, con annessa richiesta di danni".
Consultando l'archivio telematico del TAR (Sede di Roma e sede di Latina) non risulta però nessun ricorso depositato nella data indicata. Abbiamo chiesto alla segreteria di Unionplast con che numero e in che data sia stato depositato l'atto, ma per ora ci è stato risposto che l'informazione non è disponibile.
6 commenti
Scrivi un commentoAndrea
01.02.2011 16:02
Copio e incollo un mio commento su altro blog dove si confonde ancora il polietilene con il PP.
Innanzitutto le "buste" sotto processo sono di polietilene e non di polipropilene. Quest'ultimo tra l'altro è materiale che compone le tanto decantate sporte riutilizzabili, per la quasi totalità importate dalla cina, con livelli di tossicità critica dati dalla presenza di un elevato contenuto di piombo in termini di circa il 600% oltre il limite consentito così come emerge da un recente studio newyorkese.
Dannoso? Perchè? E non ditemi perchè inquina i mari o soffoca balene e delfini altrimenti dovremmo proibire motorini,lavatrici,copertoni etc… La colpa non è certo dell'oggetto, ma del soggetto incivile che lo ha utilizzato.Ricordiamo che se abbandonato nell'ambiente un prodotto Biodegradabile recerà gli stessi problemi di un non-Bio.
Non si può credere neppure alla storiella sul risparmio di petrolio in quanto l'etilene, elemento base per la polimerizzazione dei materiali, altro non è che un sottoprodotto del petrolio derivante dal processo di cracking in raffineria…. tradotto, verrebbe comunque prodotto e se non recuperato lo si dovrebbe bruciare (Ricordate le fiamme in cima alle ciminiere delle raffinerie?)
Il sacchetto in polietilene non rilascia sostanze inquinanti (Composizione C2H4)ed è riciclabile al 100%; se bruciato ne beneficia il Recupero Energetico essenziale nei termovalorizzatori; è riutilizzabile più volte (qui si potrebbe valutare la questione per aumentare spessori e di conseguenza la resistenza); NON và utilizzato per il conferimento dei rifiuti organici destinati ai centri industriali di compostaggio (ancora troppo pochi…) anche se questi sono provvisti di rompi/recupera sacchi, utilizzando sacchetti "Biodegradabili e Compostabili" si ridurrebbero i costi di gestione degli impianti.
In sostanza, non condanno il Bio che ha ragioni di esistere in certi settori (Film da pacciamatura, sacchetti umido, sfalci erbosi…), ma non sopporto il terrorismo mediatico ingiustificato contro la "plastica" sponsorizzato da qualcuno nascosto dietro una facciata da falso ecologista con interessi che nulla hanno a che vedere con la salvaguardia ambientale.
Riguardo alla procedura d'infrazione dell'UE contro l'Italia penso andrà a segno così come successe in Francia nel 2007 per difetti procedurali e per violare la norma europea sugli imballaggi in riferimento alla libera circolazione del prodotto all'interno della CE.
La domanda è: quanto tempo ci vorrà? Nel frattempo molti produttori, sia per la scarsa chiarezza delle norme, sia per l'indisponibilità della materia prima, stanno subendo danni importanti e forse per alcuni non risanabili.
Vorrei precisare, prima di essere lapidato, che non sono un produttore ma solo uno che ha avuto il piacere di approfondire a titolo personale la questione.
Mario Magenta
30.01.2011 23:01
Cara Signora Paola l'uso del sacchetto spesa nasce con l'acquisto di bottiglie di acqua minerale, merendine, riviste, biscotti, yogurt, pannolini, carta asciugatutto, gelati, patatine, mozzarelle. Queste cose, tutte cose rigorosamente imballate con plastica, non sono indispensabili, smettendo di comprarle non avrà bisogno di sacchetti spesa ma soprattutto eviterà di "scartare" plastica corrispondente al peso di 50 sacchetti. Infine, per trasportare i suoi acquisti o i rifiuti le consiglio di munirsi di una sporta di finta tela o di acquistare un sacchetto di plastica. Saluti Mario.
Ciro
29.01.2011 14:01
Cara Sig Paola, forse e' la gente come lei che sporca i mari e fiumi, perche' di certo la plastica non ha ne braccie ne gambe per andarsi a fare un bagnetto nei mari o nei fiumi c'e' sempre qualche incivile....
Annalisa
28.01.2011 21:01
Sig. Paola, ci dia i soldi e noi riconvertiamo. Pensa forse di parlare con multinazionali? Lei non ha la minima idea di quello che dice. Se mari e fiumi sono sporchi la colpa è degli incivili. Siccome in mezzo al mare ci sono anche carcasse di auto e navi allora smettiamo di produrre anche quelle.
paola
28.01.2011 19:01
Basta con la storia dei posti di lavoro!!Ilmondo va in rovina e le ditte ricattano con la storia dei posti di lavoro. RICONVERTIRE!!!!
Perchè non cominciate a fare sacchetti completamente biodegadabili. Cominciate a spendere per la RICERCA di materiali nuovi. Io farei pagare le ditte che producono, che hanno prodotto sacchetti di plastica a pulire i fiumi e i mari.L'Europa dovrebbe fare questo e così pure il TAR.
Annalisa
28.01.2011 12:01
Lunedì si DOVREBBERO pagare mutui, fornitori, varie ed eventuali.. Nel mese di gennaio il fatturato è stato pari a 1 fattura di inizio 2010.. come faremo..
E i ministeri TACCIONO!