La Commissione Ue stringe sugli obiettivi per il 2020: «Servono più soldi e maggiore cooperazione»
Un report della Commissione europea sullo sviluppo delle rinnovabili rivela che i risultati raggiunti finora sono leggermente inferiori alle aspettative. Per recuperare terreno, secondo l'Ue, è necessario raddoppiare gli investimenti nazionali (anche privati) e aumentare la collaborazione tra gli stati membri, sfruttando gli strumenti già esistenti
31 January, 2011
La Commissione europea ha presentato una comunicazione sullo stato delle rinnovabili, mettendo in guardia gli stati membri dal rischio di fallire l'obiettivo fissato per il 2020 sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (le fonti “verdi” dovranno fornire una quota di energia pari ad almeno il 20% dei consumi totali). Per raggiungerlo, i paesi comunitari dovranno impegnarsi di più, sia sul fronte politico che su quello finanziario. «Gli investimenti per sviluppare le rinnovabili devono essere aumentati – ha dichiarato il commissario europeo per l'energia, Gunter Oettinger – Nel 2009 sono stati di 35 miliardi di euro ed entro il 2020 andranno raddoppiati». L'aumento di fondi dovrebbe avvenire soprattutto a carico del settore privato, fino a raggiungere i 70 miliardi di euro.
Dal punto di vista politico e strategico, inoltre, l'Ue raccomanda ai governi nazionali di riformare ancora i propri sistemi di incentivazione delle fonti rinnovabili, suggerendo in particolare di ricorrere a meccanismi di cooperazione fra i diversi paesi. «Se gli Stati membri collaboreranno e produrranno energia rinnovabile dove costa meno – ha aggiunto Oettinger – imprese, consumatori e contribuenti beneficeranno di tutto ciò». Proprio sul fronte della cooperazione transnazionale, la Commissione chiede soprattutto di puntare su tre strumenti, già a disposizione degli stati membri: i “trasferimenti statistici” con cui un pese con un surplus di energia rinnovabile può rivendere ad un altro stato tale eccedenza; il ricorso a “progetti comuni” in cui un nuovo progetto di energia rinnovabile in un certo paese può essere co-finanziato da un altro governo nazionale, condividendo la produzione; i “regimi di sostegno congiunto”, in cui due o più stati membri si accordano per armonizzare in tutto o in parte i loro regimi di sostegno alle rinnovabili.
Il documento della Commissione stima che attualmente il settore dell'energia ecosostenibile impiega circa 1,5 milioni di persone, una cifra destinata forse a raddoppiare entro il 2020. Il commissario per l'Energia, infine, ha sottolineato che alcuni stati membri già promuovono in modo efficace lo sviluppo delle rinnovabili nelle loro politiche e che partendo dalla loro esperienza, e puntando alla maggiore collaborazione, «gli obiettivi fissati per il 2020 possono essere raggiunti», anche se oggi i risultati sono leggermente inferiori alle previsioni.