Ministero dell’Ambiente: “Stiamo lavorando sul bando dei sacchetti, a breve i chiarimenti”
Antonio Giuliani, Dirigente di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente: “Gli organismi tecnici del Ministero hanno ben chiara la situazione, e stanno discutendo le questioni principali: se includere o no nel bando i sacchetti prodotti con additivi (e dunque non rispondenti ai criteri della normativa Uni En 13 432), definire i criteri con i quali una busta di plastica si può ritenere riutilizzabile e non assimilabile alla categoria shopper, e come dovranno comportarsi i produttori con le proprie giacenze”
01 February, 2011
Dopo aver intasato per giorni il centralino del Ministero dell’Ambiente, a caccia di qualcuno che potesse rispondere alla domanda “Cos’è che avete bandito, esattamente?”, abbiamo ottenuto il permesso di intervistare Antonio Giuliani, il Dirigente di Gabinetto, il quale – va detto – già più volte aveva gentilmente accettato di parlare con noi, pur trovandosi nell’impossibilità di rilasciare interviste, in quanto le risposte a tutte le nostre domande erano sostanzialmente “work in progress”.
Non che ad oggi la situazione sia molto diversa, ma ci sembra giusto pubblicare quanto appreso dalla telefonata.
Dottor Giuliani, Lei sarà sicuramente al corrente delle domande che i produttori di sacchetti, biodegradabili e non, stanno giustamente ponendo al Ministero. Arriverà una risposta?
Assolutamente. Gli organismi tecnici del Ministero dell’Ambiente hanno ben chiara la situazione, e stanno lavorando per risolvere le tre questioni principali, che poi sono l’oggetto di tutte le domande che ci vengono poste in continuazione in questi giorni: se includere o no nel bando i sacchetti prodotti con additivi (e dunque non rispondenti ai criteri della normativa Uni En 13432), definire i criteri con i quali una busta di plastica si può ritenere riutilizzabile e non assimilabile alla categoria shopper, e infine come dovranno comportarsi i produttori con le proprie giacenze.
Dunque i regolamenti arriveranno…
Certamente, non so ancora dire se sarà sufficiente un comunicato o sarà necessario intervenire a livello legislativo, perché la questione è ancora in esame e in ultima istanza sarà l’organismo politico a decidere, ma i chiarimenti arriveranno presto, non è più questione di molto.
Mesi?
Giorni.
Per quanto riguarda l’annunciato ricorso al Tar di Unionplast e l’investigazione aperta dalla Commissione Europea ci sono novità?
Per ora noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. La Commissione Europea starà sicuramente facendo le proprie ricerche e la questione aleggia nell'aria già da un po', visto anche il precedente della Francia, ma per ora non ci sono atti ufficiali.
14 commenti
Scrivi un commentoAnnalisa
09.02.2011 11:02
Chiedo alla redazione se ha qualche notizia in merito perchè i ministeri non ci rispondono o dicono che "non sanno".
Per favore...
Produttore di shopper
08.02.2011 12:02
Chiamate l'unionplast e uniamoci almeno per una volta!Siamo sempre l'uno contro l'altro!Almeno in questo caso dobbiamo essere uniti.Io avrei un idea:
Tramite l'unionplast tutte le aziende di shoppers a proprie spese organizzino dei pulman con i dipendenti così forse qualcuno si sveglia!
Poi secondo me bisogna, a prescindere da tutto, che noi produttori di shopper dobbiamo unirci e perchè no costituire un associazione che ci tuteli!
Annalisa
08.02.2011 12:02
Andiamo..tanto che possono farci? Metterci in galera? Almeno abbiamo da mangiare..
ciro
08.02.2011 11:02
Sono d'accordo con Ezio MARCIA SU ROMA
pasquale
07.02.2011 15:02
dormi bambina dormi piccina !!!
continuate a dormire burocrati !!!!
Ezio
07.02.2011 10:02
Anche io sono un produttore di buste e a oggi 7/2/2011 tutto tace.Aspettiamo questo maledetto decreto attuativo come le tavole di Mose'. A gennaio si e' lavorato pochissimo.Sarebbe il caso di organizzare una marcia su Roma e fare un po' di casino davanti al Ministero dell'ambiente per dare una svegliata a questi freddi burocrati, anche tramite l'Unionplast.
Annalisa
07.02.2011 08:02
Meno male che ra questione di "giorni"...
Annalisa
02.02.2011 18:02
Sig. Vincenzo, abbiamo messo i ragazzi in CIG, non abbiamo soldi per pagare i fornitori o i mutui o le tasse.
Mi dica lei se posso commentare le parole del ministero.
Siamo alla disperazione e loro devono ancora decidere se e come agire..
Faccio la raccolta differenziata da 12 anni, mai buttato nemmeno una carta a terra, separo anche i due componenti di carta e plastica dalle confezioni degli affettati o dalle bottiglie.
Se si fosse tutti più civili non ci sarebbe bisogno di attuare delle pseudo politiche ambientaliste che servono solo a farci dire "ma quanto siamo bravi eh?"
Vincenzo
02.02.2011 18:02
Ha ragione Marco, si inquina di meno se si ricicla la plastica. Incommentabile sarà quello quello che non hai scritto tu mia cara Annalisa !!!!
Produttore di shopper
02.02.2011 10:02
Produciamo (producevamo!) sacchetti di plastica, oggi dobbiamo (per legge!) produrre bio shoppers (che non si sa precisamente che sono).
Il problema principale è la materia prima, non se ne trova.Legambiente e i produttori di Bio polimeri, in pubblico dicono che hanno le quantità necessarie in privato ti dicono che il mio ordine di Bio Plastica arriverò tra un mese o forse più...e questo da inizio gennaio!!!
Ora visto che sicuramente ci sarà che dirà che non è vero, invito chi abbiamo 700/800 quintali (o più) di Bio Plastica (di qualsiasi marca, l'importante è che sia certificata EN 13432) a lasciare una mail, vi contatterò subito!
Vogliamo parlare dei(molti) dipendenti che ho dovuto lasciare a casa???E ora che faranno?Sicuramente peseranno sulla collettività (CIG) ma poi?quando la CIG finisce?E i loro figli?POtranno andare all'università?I loro mutui?Ecc...
E non ho parlato dei problemi della mia azienda, le scadenze tributarie, i fornitori da pagare ec... con cosa li pago se non posso vendere il mio magazzino?E non posso produrre Bio Shoppers perchè non c'è materia prima?
Non voglio annoiarvi ancora con le mie chiacchiere, già sono troppo annoiato io (visto che non lavoro) e i miei dipendenti/collaboratori...
Questa è l'italia!
A presto
gaia
02.02.2011 08:02
concordo con quanto ha commentato Marco ieri. Non mi pare vi sia molto altro da aggiungere, se non che noi Italiani siamo lentissimi ad abbandonare pratiche pigre, anche se nuocciono noi e l'ambiente.
pasquale
01.02.2011 15:02
Incredibile, in Italia la disoccupazione giovanile (tra i 18 e i 30 anni ) sfiora il 28 % e questi sono stati capaci di mettere un settore, che era in crescita, in profonda crisi.
Assurdo che a 1 mese di distanza dal "bando" (chiamiamolo cosi') ancora oggi si stia valutando, decidendo, esaminando, vagliando ecc.. ecc..
Solo in sempre in Italia. Ma era cosi' difficile pensarci prima a rispondere a queste domande sopra elencate ????
Marco
01.02.2011 15:02
Mi auguro che lentamente i "tecnici" raddrizzino
il caos creato politicamente.Posto che il punto non è la plastica dei sacchetti ma la inciviltà di chi abbandona i sacchetti ( come le lattine , i mozziconi e la spazzatura ) che andrebbe duramente perseguita a punita con ammende e attività sociali di recupero , le soluzioni dovranno tenere conto :
1) della tecnologia disponibile
le plastiche additivate si possono sia degradare che recuperare per generare altri manufatti, limitando emissioni di CO2 e costi di acquisto di materie prime petrolifere
2) dell'impatto globale delle produzioni sul sistema produttivo e occupazionale, diretto e indiretto dato che il biocompostabile alla fine viene pagato dal privato ( eur 0,10 a sacchetto)
3) della morale di tutta la storia che in fondo
insegna che è giusto abituarci tutti a consumare
quando possibile in modo più saggio ( portando le borse riutilizzabili da casa) senza essere privati quando indispensabile della possibilità di
utilizzare lo shopper in materiale adeguato
Annalisa
01.02.2011 13:02
INCOMMENTABILE...