Incentivi alle rinnovabili, l'Inghilterra pensa a una riforma del sistema
A un anno dalla sua entrata in vigore, il sistema di tariffe incentivanti introdotto dal governo britannico è stato un successo: 21mila nuove installazioni e una forte crescita dell'occupazione nel settore. Il rischio, però, è che le grandi centrali sottraggano sussidi agli impianti di piccola taglia. Per questo il segretario all'energia ha annunciato una riforma radicale dei sistema, che dovrebbe essere varata alla fine dell'anno
07 February, 2011
Dopo la Germania, è la volta dell'Inghilterra. Il segretario britannico all’energia, Chris Huhne, ha infatti annunciato la necessità di rivedere al più presto il sistema nazionale di incentivi alle rinnovabili, a causa del continuo aumento del numero di centrali di grandi dimensioni. Secondo Huhne, infatti, la crescita dei maxi impianti rischia di penalizzare i piccoli consumatori, per i quali gli incentivi potrebbero non essere più disponibili. La tariffe incentivanti del governo britannico sono entrate in vigore lo scorso anno e da allora sono state 21mila le nuove installazioni, per la maggior parte impianti domestici di dimensioni contenute (pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, mini impianti idroelettrici). L'introduzione degli incentivi, ovviamente, ha determinato anche un boom delle aziende che installano impianti da fonti rinnovabili, con una crescita significativa del fatturato e degli occupati nel settore.
Proprio per assicurare l'accesso alle “feed-in-tariff” sia ai piccoli produttori che alle aziende su larga scala, il governo sta dunque pensando a una riforma completa del meccanismo incentivante. «L’industria delle energie rinnovabili – ha dichiarato Huhne – è un pezzo fondamentale del mosaico della crescita verde, e questa revisione fornirà certezze a lungo termine assicurando alle abitazioni, alle Comunità e alle piccole imprese i giusti incoraggiamenti per produrre l’elettricità verde di cui hanno bisogno». La revisione, che sarà varata entro la fine dell'anno, interesserà prima di tutto le tariffe, che dovrebbero essere modificate già nel 2012, ma anche le procedure per accedere agli incentivi e le tecnologie sovvenzionate. «I grandi impianti solari su larga scala non erano inseriti nel regime che abbiamo ereditato – ha concluso il segretario – mi preoccupa il fatto che questo potrebbe significare che il denaro destinato alle persone che vogliono autoprodurre la propria elettricità verde potrebbe venire indirizzato tutto verso progetti solari commerciali su larga scala».