Efficienza energetica, la detrazione del 55% vale anche per il solare termodinamico
L'Agenzia delle entrate chiarisce che il bonus riconosciuto a chi effettua interventi di efficienza energetica spetta anche per l'installazione di sistemi termodinamici a concentrazione solare. Se l'impianto produce sia acqua calda che elettricità, il bonus va applicato in percentuale solo per gli usi termici
08 February, 2011
«La detrazione Irpef del 55% spetta anche per l'istallazione di sistemi termodinamici a concentrazione solare, limitatamente però alla produzione di energia termica e di acqua calda». Lo precisa l'Agenzia delle entrate, rispondendo a un contribuente che chiedeva conferma dell'applicabilità del beneficio fiscale anche per gli impianti di questo tipo. «A detta dell'Enea (che svolge un ruolo di supporto tecnico al Gse nella promozione delle fonti rinnovabili, ndr) – aggiunge l'Agenzia – i sistemi termodinamici a concentrazione solare, che utilizzano il sole per produrre energia termica, convertibile anche in energia elettrica, sono pienamente assimilabili agli impianti solari».
L'unica precisazione riguarda la destinazione degli impianti. L'applicazione del beneficio fiscale, infatti, spetta interamente ai sistemi utilizzati per la sola produzione di acqua calda, mentre per quelli per la produzione combinata di energia elettrica e termica la detrazione spetta limitatamente agli usi termici. «Anche in merito alla certificazione di qualità richiesta per la detrazione, l'Enea specifica che è applicabile la normativa vigente per i collettori solari (EN 12975), sostituibile altrimenti da una certificazione di qualità approvata dalla stessa Agenzia Enea», precisa la nota dell'Agenzia delle entrate. Nel caso di impianti a produzione combinata acqua calda – elettricità, la quota di spesa detraibile deve essere calcolata dalla percentuale di energia termica prodotta rispetto a quella complessivamente sviluppata dall'impianto». L'Agenzia ricorda infine che la legge di Stabilità 2011 ha stabilito che la detrazione fiscale venga ripartita in dieci quote annuali di pari importo, anziché in cinque come accadeva in passato.