Incentivi, Aeeg: più efficienza per alleggerire peso sulle bollette
E' l'appello contenuto nella ‘Relazione sullo stato del mercato nazionale dell'elettricità e del gas’, che l'Autorità per l'energia ha trasmesso ieri alle Commissioni Parlamentari. Nel documento si segnalano le problematiche ancora aperte e si propongono alcune possibili soluzioni - da Zeroemission del 08.02.2011
08 February, 2011
Per l’Autorità dell’energia elettrica e il gas le fonti rinnovabili costituiscono “una grande opportunità” per il nostro Paese “non solo per quanto attiene la diversificazione delle fonti e la protezione ambientale, ma anche per la ricerca, la filiera industriale e l'occupazione”. Una convinzione espressa “ripetutamente” nel corso degli ultimi anni, alla quale tuttavia si accompagna la raccomandazione di definire i sistemi di incentivazione ed i relativi oneri di sistema in bolletta “con criteri di massima efficienza e secondo livelli di sicura sostenibilità”.
Lo ha sottolineato nuovamente l’Autorità nella ‘Relazione sullo stato del mercato nazionale dell'elettricità e del gas’, che ha trasmesso ieri alle Commissioni Parlamentari, mettendo in guardia dal peso crescente dei sistemi di incentivazione in bolletta a fonti assimilate (come l'incenerimento dei rifiuti) ma anche alle rinnovabili, “per effetto di un sistema di incentivi, tra i più profittevoli al mondo” che ha un “impatto crescente in bolletta”: “dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a 5,7 miliardi di euro”.
Nel dettaglio, secondo quanto si apprende dal documento, “dal 2001 ad oggi, gli italiani hanno pagato oltre 23 miliardi di euro in bolletta per il sistema Cip 6 (a sostegno alle fonti rinnovabili e assimilate)” e, nonostante la prevista risoluzione anticipata delle convenzioni, “i costi potrebbero nuovamente aumentare per effetto di recenti leggi che hanno riconosciuto incentivi Cip 6 anche agli impianti alimentati da rifiuti”. Nel 2010 il Cip 6, con esclusivo riferimento alle fonti rinnovabili, ha comportato “un onere di 0,78 miliardi di euro”. Ben più consistente il peso delle fonti assimilate: per loro “il costo complessivo scaricato in bolletta è stato pari a circa 1,8 miliardi di euro”.
Le future bollette potrebbero essere appesantite, secondo l'Aeeg, anche dal “possibile raddoppio dei costi a 1,6 milioni di euro legati all'eccesso di offerta di certificati verdi ed alla crescita esponenziale degli incentivi al fotovoltaico, (aumentati da 300 milioni di euro del 2009 a 826 milioni nel 2010) e l'eventualità di triplicare nel 2011”. Infatti, secondo l’Autorità, se tutti gli impianti che sono stati dichiarati entrassero realmente in esercizio entro il 30 giugno 2011, in Italia potrebbero esserci a quella data “180.000 impianti fotovoltaici, con una potenza installata di 6500 MW, una producibilità di 8 TWh e un conseguente costo per il sistema elettrico prossimo ai 3 miliardi di euro su base annua”.
Se a questi impianti “si aggiungessero i 3.000 MW preventivati con il decreto 6 agosto 2010 (Terzo Conto Energia, ndr), l'obiettivo nazionale al 2020 per il fotovoltaico, "verrebbe raggiunto già nel 2013, con 7 anni di anticipo ed a costi molto più elevati per il sistema". Dal canto suo, la tariffa fissa onnicomprensiva ha comportato “un costo in bolletta di circa 112 milioni di euro nel 2009, 212 milioni nel 2010 con previsione di rapida crescita per l'entrata in esercizio di nuovi impianti”. L'Autorità, infine, evidenzia le criticità "a livello di reti; criticità relative alla saturazione virtuale (per effetto della prenotazione di capacità di trasporto a fini speculativi, senza che poi vengano realizzati gli impianti) e di saturazione reale che, in alcune zone del paese, già oggi non consente di trasportare tutta la produzione elettrica da rinnovabili immessa in rete".