Raccolta differenziata avanzata, il Wwf presenta la ricerca sul “Porta a Porta” a Napoli
Presentata stamane a Napoli la ricerca condotta da Wwf-progetti in collaborazione con Asìa e Università Federico II - facoltà di Sociologia. Il risultato è sorprendente: cambiare abitudini anche in una città che vive in emergenza da 20 anni è semplicissimo e i benefici immediati. Fondamentale puntare su informazione, fiducia e sanzioni
15 February, 2011
Si è svolta questa mattina, presso l’Auditorium polifunzionale “In campus” di via Mezzocannone 14 a Napoli, la tavola rotonda “Raccolta differenziata avanzata: un obiettivo possibile anche per Napoli e la Campania”.
All’incontro, moderato dal direttore politiche ambientali di Wwf Italia Gaetano Benedetto, hanno partecipato: Stefano Consiglio, docente di Organizzazione Aziendale e responsabile scientifico dell’indagine, Enrica Amaturo, direttore del Dipartimento di Sociologia, Luigi Peluso, responsabile del progetto, Giancarlo Ragozini, docente di statistica e membro del gruppo di lavoro, e Annamaria Zaccaria, docente di Sociologia del Territorio e dell’Ambiente. Presenti anche l’assessore all’Igiene del comune di Napoli, Paolo Giacomelli, e Stefano Leoni, presidente di Wwf Italia.
La ricerca, svolta dal Wwf in collaborazione con l’Università Federico II e Asìa, ha evidenziato un grande interesse dei cittadini nei confronti dell’attività del “Porta a Porta” accompagnato da grande sensibilità e coscienza per questo tipo di raccolta spinta.
Enrica Amaturo ha voluto evidenziare l’esempio di Portici, città alle porte di Napoli con “percentuali altissime di ‘Porta a Porta’, dove questa forma di differenziata incentiva maggiormente i cittadini”.
Gli obiettivi della ricerca era effettuare una verifica, attraverso un questionario, dei livelli di soddisfazione degli utenti e fornire un modello replicabile su larga scala. Entrambe gli obiettivi hanno dato risultati positivi.
La campagna è durata due mesi e sono state intervistate 1350 persone.
Il “Porta a Porta” viene considerato dal 76% degli intervistati la pratica migliore, rispetto agli altri modelli di raccolta, per incrementare la differenziata. Il 69% degli utenti si è dichiarato soddisfatto del servizio.
Gli aspetti critici del sistema PaP sottolineati dagli intervistati sono: una migliore informazione (numerosi cittadini non sapevano come separare alcuni rifiuti) e la pulizia dei raccoglitori.
Nella ricerca si sottolinea anche l’importanza dell’aspetto sanzionatorio nei confronti di chi non separa correttamente i rifiuti: per il 47.5% degli intervistati è giusto sanzionare i trasgressori della differenziata.
Considerazioni finali. Il docente Stefano Consiglio, in chiusura, ha sottolineato “il risultato più sorprendente della ricerca: l’aver trovato uno strumento di cambiamento valido, perché con il PaP è possibile differenziare e cambiare. I risultati infatti – sottolinea Consiglio – e sono elevati e restano così nel tempo. Cambiare è più facile di quello che si crede”.