Il Punto sui Rifiuti - Diminuiscono giacenze a Napoli e provincia. La Regione invia piano a Bruxelles. Wwf propone Porta a Porta
Situazione in grande fermento in Campania sul fronte rifiuti. Diminuiscono le giacenze grazie ai conferimenti straordinari in discarica (Chiaiano e S.Maria Capua Vetere). Regione invia terza bozza piano rifiuti all'Ue, le proposte: 5 inceneritori, R.D. al 50%, trasformazione Stir in impianti per differenziata, stop discariche dal 2014
18 February, 2011
Diminuisce notevolmente la giacenza di rifiuti in strada a Napoli. Nei cassonetti e sui marciapiedi del capoluogo campano, infatti, restano circa 600 tonnellate. L'Ufficio flussi della Regione Campania ieri ha garantito il conferimento di 1.400 tonnellate, stessa quantità che sarà smaltita nella giornata di oggi. A ricevere immondizia la discarica di Chiaiano e gli Stir di Santa Maria Capua Vetere, Tufino e Giugliano. Contemporaneamente si sta avviando una raccolta straordinaria anche in alcuni comuni della provincia.
Piano-salute. Stop alle discariche a partire dal 2014, cinque inceneritori, stir trasformati in impianti di digestione anaerobica, raccolta differenziata al cinquanta per cento: sono i punti cardine della terza bozza del piano regionale per la gestione dei rifiuti solidi urbani inviato a Bruxelles dall’assessorato all’ambiente il 14 febbraio, come richiesto dal commissario Janez Potocnik. Il fascicolo si apre con un’avvertenza: «Questo documento è stato preparato dal dipartimento di scienze ambientali della Seconda Università di Napoli per conto e su richiesta della Regione Campania. Allo stato attuale questo documento è una bozza, che acquisterà dignità di proposta definitiva entro il mese di marzo del 2011».
Nelle successive 234 pagine si analizzano tutte le fasi del ciclo, si prospettano soluzioni alternative e si indicano quelle ritenute più appropriate. Non si fa, invece, alcun riferimento agli interventi immediati che pure sono richiesti dall’Europa. Ma probabilmente questi saranno inseriti in una fase successiva.
Il piano fissa innanzitutto l’asticella per la differenziata a quota 50 per cento (la norma nazionale prevede il 65% nel 2020) e propone, poi, le diverse possibilità per smaltire le 7461 tonnellate di spazzatura prodotte ogni giorno dai campani che si dimezzeranno quando si raggiungerà la meta. Ma attenzione: secondo il dipartimento di scienze ambientali attualmente solo il 15 per cento del materiale raccolto in maniera differenziata a Caserta viene effettivamente riciclato. In media in Campania il 50% finisce in discarica. Secondo obiettivo fissato: la trasformazione dei cosiddetti stir che potranno diventare impianti di digestione anaerobica e saranno destinati a lavorare la frazione umida derivata dalla differenziata. La riconversione dovrebbe partire dagli stir di Casalduni e Santa Maria Capua Vetere per poi investire quelli di Giugliano e Pianodardine e a seguire Caivano, Battipaglia e Tufino. L'unica struttura già in funzione è quella di Teora.
Nell’attuale redazione del piano non sono fissate le date richieste dall’Europa.
Gli stir potrebbero anche essere riconvertiti per trasformare le balle in Cdr di qualità: esattamente quello che avrebbero dovuto fare nel 2000 quando furono inaugurati. In questo modo i sette milioni di tonnellate di spazzatura impacchettata potrebbero essere smaltiti in «solo» otto anni e non nei venti previsti se fossero bruciate nell’inceneritore che dovrebbe essere realizzato a Villa Literno.
Capitolo inceneritori: Il piano sembra accogliere la proposta avanzata dal presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che ha chiesto di avere un proprio impianto e prevede un gassificatore che si va ad aggiungere ai quattro impianti già previsti. Saranno quindi cinque in tutta la regione Campania.
Wwf e ‘Porta a Porta’. Solo il Comune di Napoli ha speso "lo scorso anno oltre 2 milioni di euro per trasferire l'organico, mentre ne avrebbe spesi poco più di 600.000 se ci fossero stati impianti operativi in regione e avrebbe potuto investire di più nella raccolta differenziata. Se Napoli attivasse il porta a porta in tutta la città con risultati medi simili agli attuali dovrebbe spendere solo per conferire l'organico 30 milioni l'anno che potrebbero invece essere utilizzati per la differenziata". Lo scrivono, in una nota, Alessandro Gatto e Ornella Capezzuto, rispettivamente presidente Wwf Campania e Wwf Napoli. I dirigenti dell'associazione chiedono di attivare immediatamente gli impianti di compostaggio che "permetterebbero di non caricare gli impianti Stir del materiale più problematico, di produrre una Frazione Organica Stabilizzata di buona qualità per le ricomposizioni del territorio, di produrre fertilizzante naturale tanto necessario all'agricoltura della Campania, di ridurre sensibilmente la formazione del percolato. I comuni hanno problemi economici per il trasferimento dell'organico raccolto in maniera differenziata in altre regioni: in media sopportano un costo superiore a 160 euro a tonnellata che si ridurrebbe del 70% se fossero attivi impianti in regione". "E cosa fanno gli enti preposti? Creano i commissari per gli impianti di incenerimento e continuano con la politica 'provvisoria', non conforme alle direttive europee, delle discariche! La discarica di Chiaiano è in esaurimento.
Se si fosse puntato di più sulla raccolta differenziata e meno sull'incenerimento sarebbe durata più di 5 anni!. Siamo stanchi di questo inganno e di questa politica miope nei confronti degli interessi dei cittadini! Politica che, con inceneritori e le discariche, non farà altro che continuare a inquinare il territorio e l'aria, puntando ad una falsa soluzione del problema che arriverà non prima di 5 anni! Chiediamo all'Assessore Romano di emanare subito un provvedimento per l'immediata attivazione degli impianti di compostaggio pronti e lo sblocco di tutte le procedure per quelli da costruire in tutta la Regione ed in particolare a Napoli! In sei mesi potremmo capovolgere la situazione".
Scampia. L'associazione "Napoli..l' altra" di Scampia boccia la scelta del Comune di Napoli di allocare nel quartiere il sito di trasferenza temporanea che rischia di trasformarsi - afferma l'associazione - in una seconda Taverna del Re. "A Scampia il Comune non ha prodotto sviluppo su un territorio che da anni aspetta la realizzazione di progetti mai realizzati come la facolta' di di medicina. Con la scelta dell' ubicazione del sito di trasferenza in un quartiere densamente popolato dove lo Stato da anni è assente c'è il rischio di fare di Scampia uno sversatoio di qualsiasi sostanza".