Il Veneto blocca i grandi impianti rinnovabili in aree agricole
Approvata dal Consiglio regionale una moratoria per gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola superiori ai 200 kw di picco. Stop fino al 31 dicembre anche agli impianti a biomassa, biogas e bioliquidi di grandi dimensioni. Il provvedimento introduce inoltre nuovi oneri istruttori per chi realizza gli impianti. Soddisfazione di Coldiretti Veneto
18 February, 2011
Il Consiglio regionale del Veneto ha bloccato fino al 31 dicembre 2011 ogni nuova autorizzazione per impianti fotovoltaici in terreno agricolo con potenza di picco superiore a 200 kilowatt, nonché impianti alimentati a biomasse con potenza elettrica superiore ai 500 kilowatt oppure a biogas o bioliquidi con potenza elettrica superiore ai 1000 kilowatt. Il provvedimento è contenuto nell'articolo 4 della Finanziaria regionale 2011, approvato dal Consiglio con 32 voti a favore e 16 astenuti. Sono escluse dalla moratoria le richieste di autorizzazione presentate fino all'entrata in vigore della legge finanziaria. L'articolo approvato prevede inoltre, per ogni nuovo impianto a fonte rinnovabile, il pagamento alla Regione di oneri istruttori pari allo 0,025% dell'investimento, con una previsione di introiti per le casse regionali pari a 100 mila euro nel 2011. Le limitazioni per gli impianti a terra sembrano in qualche modo accogliere e confermare i vincoli posti dal decreto legislativo sulle rinnovabili, che ha ricevuto il via libera del Senato e prevede al momento una serie di limitazioni per il fotovoltaico a terra in aree agricole.
Soddisfazione è stata espressa dall'assessore regionale all'Agricoltura, il leghista Franco Manzato. «La scadenza del 31 dicembre – ha commentato – impegna tutti a dare una risposta definitiva in termini di pianificazione complessiva del settore energetico, consapevoli che la green economy deve vedere gli agricoltori protagonisti e non, ancora una volta, succubi di interessi altrui». Plauso anche da Coldiretti Veneto, che per bocca del presidente Giorgio Piazza ha definito la norma «un sollievo», soprattutto perché la moratoria non interessa solo i grandi impianti fotovoltaici, ma anche quelli a biomasse e biogas.