Il Punto sui Rifiuti - "Stanno ampliando Cava Sari" denunciano gli ambientalisti. CO.RE.ri: "Il Piano rifiuti della Regione è delirante"
Caldoro raffredda l'entusiasmo dell'assessore Romano che ieri aveva parlato di emergenza finita. Dopo un sopralluogo i Verdi e i comitati del vesuviano denunciano: "stanno ampliando la discarica". Il CO.RE.ri definisce “delirante” il piano rifiuti della Regione presentato alcuni giorni fa e chiede all’Ue di non sbloccare i fondi comunitari
23 February, 2011
Non c'e' giacenza di rifiuti in strada a Napoli. Nella giornata di ieri sono state conferite 1300 tonnellate ed e' stato ripulito anche viale della Maddalena, zona in cui si registravano le ultime situazioni di criticita'. Restano alcuni sparuti cumuli di immondizia in alcune zone della citta' che pero' non possono essere assimilabili a criticità determinate dalla giacenza pregressa. In Provincia, sempre ieri, sono state conferite 2200 tonnellate, piu' della media dei conferimenti giornalieri - fanno sapere dall'Ufficio Flussi della Regione Campania - e sono state recuperate le giacenze determinate dal mancato prelievo domenicale.
Problema risolto. Per l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romani, il problema rifiuti a Napoli è risolto: «Possiamo affermare che è stato risolto il problema relativo alle giacenze di rifiuti in strada a Napoli città, ma permane lo stato di sovraccarico di lavoro degli impianti Stir» ha sottolineato l'assessore. «Stiamo garantendo, con molta fatica, i conferimenti necessari ad assicurare la pulizia quotidiana della città di Napoli, ma l'equilibrio resta sempre molto fragile», spiega l'assessore. «Le criticità sono rappresentate dalla sofferenza degli impianti di selezione e tritovagliatura di Giugliano e soprattutto di Tufino, a causa del rallentamento dei trasferimenti verso le discariche provinciali di Napoli e verso gli impianti di smaltimento ubicati fuori Regione».
Ma il governatore Stefano Caldoro raffredda i toni entusiastici del suo assessore all’Ambiente Giovanni Romano. In materia di rifiuti «dire che siamo usciti dalla crisi non è corretto, siamo usciti dall'emergenza questo sì ma possiamo rientrare in una crisi di volta in volta che possiamo gestire con difficoltà». Quella attuale, quindi, ha evidenziato Caldoro «più che emergenza la chiamerei crisi. Una crisi che viviamo e rischiamo ogni giorno. È un tema che anche quando non è sui giornali per noi è il primo problema e quando si allontana dai giornali non è che non lavoriamo anzi, siamo sempre preoccupati perché la situazione impiantistica campana è totalmente inadeguata dal punto di vista del numero di abitanti e della quantità di rifiuti prodotti».
Discariche. «Stanno ampliando inspiegabilmente la Cava Sari che ospita la mega discarica di Terzigno. La discarica doveva essere chiusa non ampliata secondo gli accordi stipulati con il governo, vogliamo capire cosa sta succedendo ed avere risposte precise». E' quanto denuncia il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «Abbiamo effettuato ieri - racconta Francesco Servino, responsabile dei giovani Verdi di Terzigno e Boscoreale - un sopralluogo con il sindaco di Boscoreale, le mamme vulcaniche ed i comitati civici all'esterno dell' invaso per fare le prime verifiche. Il sindaco Langella si è impegnato nelle prossime ore a svolgere verifiche all' interno della discarica per avere contezza dei lavori di allargamento che abbiamo anche filmato. Vogliamo sapere chiaramente cosa sta succedendo».
Piano Rifiuti. Il CO.RE.ri considera “delirante” il piano rifiuti della Regione presentato alcuni giorni fa e chiede all’Ue di non sbloccare i fondi comunitari.
Delirante. Questo il commento di Associazioni e comitati ambientalisti campani riuniti nel Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania (CO.RE.ri.) a proposito dalla presunta bozza di Piano regionale rifiuti che la Regione Campania avrebbe inviato alla Commissione Europea a Bruxelles con la richiesta di svincolare i fondi bloccati dalla procedura di infrazione. I redattori del Piano, il Prof. Umberto Arena, Ordinario di Ingegneria Impiantistica presso la Seconda Università di Napoli, e i suoi collaboratori prevedono di raggiungere, a regime, una percentuale massima di raccolta differenziata del 50%, mentre la normativa italiana impone già dal 2012 una percentuale minima del 65%. Basterebbe solo questo dato a far capire come ancora una volta da parte delle autorità italiane non vi sia alcuna intenzione di rispettare e di far rispettare le norme. Per non parlare della proposta di nominarlo Commissario agli inceneritori. Una specie di asso pigliatutto che condizionerà negativamente per i prossimi decenni le politiche ambientali della nostra regione, già martoriata da 16 anni di emergenza.
Limitare la raccolta differenziata al di sotto del 50%, infatti, è funzionale a concretizzare il delirio inceneritorista. Altrimenti dove potrebbero trovare mai i rifiuti necessari ad alimentare i cinque impianti di incenerimento previsti (quattro inceneritori e un gassificatore) che dovrebbero avere una capacità complessiva di quasi 1.800 mila tonnellate annue a fronte di una produzione annua, in regione, di poco meno 2800 mila tonnellate. Se a questo si aggiunge che anche gli scarti della differenziata verrebbero inceneriti e l'umido finirebbe esclusivamente in impianti di digestione anaerobica (anziché in impianti di compostaggio per la produzione di fertilizzante) dai quali si ricaverebbe, come per gli inceneritori, energia elettrica poi rivenduta a peso d'oro a noi cittadini, sulle cui bollette gravano i contributi CIP6 e i certificati verdi che avrebbero dovuto favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, si comprende fino in fondo in che modo il disegno affaristico si leghi alla pianificazione in materia di rifiuti e quale considerazione abbiamo questi signori della salute dei cittadini campani.
E d'altronde anche l'annuncio della chiusura delle discariche campane dal 2014 è l'ennesimo bluff a cui ormai non crede più nessuno. Ci dicano i nostri amministratori e il Prof. Arena dove finiranno le oltre 300mila tonnellate annue di ceneri e scorie (parte delle quali estremamente pericolose) in uscita dagli inceneritori campani e il residuo solido degli impianti di digestione anaerobica se non in discarica?