Decreto rinnovabili, atteso per oggi il testo definitivo. Gli incentivi potrebbero essere dimezzati a partire da giugno
Iniziato, a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri che licenzierà il provvedimento che recepisce la direttiva europea sulle rinnovabili. Fino a ieri sera, non sembrava essere stato raggiunto un accordo definitivo tra i ministri. Non si placano, intanto, le proteste delle associazioni di settore
03 March, 2011
È cominciato alle 8.30 il Consiglio dei ministri che licenzierà il decreto definitivo di recepimento della direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle fonti rinnovabili. Non sono ancora noti i contenuti del provvedimento, ma indiscrezioni e ipotesi si sono rincorse per tutta la giornata di ieri, caratterizzata anche dall'intervento del commissario europeo per l'Energia, Gunther Oettinger, che ha invitato il governo italiano a non rallentare la corsa verso gli obiettivi del 2020. A quanto pare, fino a ieri sera non era stato trovato l'accordo sul testo definitivo del decreto, ma i ministri avrebbero riconosciuto, almeno per quanto riguarda il fotovoltaico, l'opportunità di non prevedere la cancellazione degli incentivi una volta raggiunti gli 8GW di potenza installata, pensando invece a una loro rimodulazione. Si tratterebbe, in pratica, di una sorta di "quarto Conto energia", che potrebbe entrare in vigore già a giugno (stando ai dati sulle nuove installazioni di fotovoltaico) e prevedere un dimezzamento degli incentivi attuali.
Questa ipotesi sembrerebbe essere una proposta dello stesso ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, finora convinto sostenitore del famigerato tetto agli 8 GW, ma non ha incontrato il favore delle associazioni di settore. «Se questa è la soluzione che è stata trovata dal ministro – ha commentato Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future – si sappia che le associazioni di categoria si opporranno con tutte le loro forze. È semplicemente la riproposizione della morte del settore con tempi appena più lunghi. Quello che serve alle rinnovabili è un piano di sviluppo che preveda anche incentivi decrescenti ma con tempi e certezze necessari». Romani, comunque, ha cercato di rassicurare i 14mila cittadini che in questi giorni gli hanno scritto per "difendere" gli incentivi, garantendo, da parte del governo «a supportare una filiera produttiva importante e che, in controtendenza rispetto alla congiuntura economica internazionale, continua a crescere».
Nella giornata di ieri, intanto, anche il movimento “Forza Sud” aveva fatto sentire la sua voce in favore delle rinnovabili, minacciando di non votare la fiducia al decreto sul federalismo municipale in caso di blocco degli incentivi, mentre le associazioni ambientaliste avevano diffuso l'ennesimo comunicato congiunto che esprimeva «apprezzamento per la posizione in difesa del settore delle fonti rinnovabili assunta pubblicamente dal ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo e per le rassicurazioni del sottosegretario Gianni Letta».