Ok al decreto rinnovabili Niente tetto agli incentivi
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo sulle energie rinnovabili. Un successivo provvedimento dovrà rimodulare le soglie e gli incentivi a scalare. Niente tetto a 8.000 MW e un regime di aiuti che cambierà da giugno. Preoccupata l'opposizione - da La Nuova Ecologia del 03.03.2011
03 March, 2011
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo sulle energie rinnovabili. Ma fonti governative sottolineano che un successivo provvedimento dovrà rimodulare le soglie e gli incentivi a scalare. Niente tetto a 8.000 MW e un regime di aiuti che cambierà da giugno. Questa in sostanza l'ipotesi di accordo raggiunta ieri al termine del vertice a Palazzo Chigi tra i ministri dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan.
Il decreto non prevede dunque il tetto agli incentivi una volta raggiunto il limite di 8.000 MW, nodo caldo di questi giorni. Cambierà, invece, il sistema di aiuti. L'attuale regime arriverà fino a fine maggio e da giugno si dovrà provvedere a un nuovo regime di incentivi. Si determinerà quindi la previsione della produzione di rinnovabili per il periodo successivo e l'entità degli incentivi sulla base del mercato. Il sistema andrà comunque verso una progressiva riduzione degli aiuti.
Il nodo proprio quel tetto al fotovoltaico dopo il quale ci sarebbe stato lo stop agli incentivi.Ma già il ministro Romani ieri nel pomeriggio aveva spiegato il percorso pronunciando l'ok agli incentivi. "Stiamo lavorando a un testo di decreto - ha spiegato Romani nelle ore precedenti al vertice - che ridisegni il sistema di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili e che consenta al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi comunitari, invertendo allo stesso tempo la tendenza al caro bolletta, in linea con i maggiori Paesi europei". E questo sarà possibile "eliminando sprechi, speculazioni e truffe", ha sottolineato Romani.
Il tema ha sollecitato anche l'intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud Gianfranco Miccichè: "Ho ricevuto rassicurazioni che domani in Consiglio dei Ministri il decreto sulle fonti di energia rinnovabili conterrà le osservazioni delle Commissioni di Camera e Senato" e "non conterrà alcun tetto per gli incentivi al fotovoltaico". Per Luciano Sardelli (Iniziativa Responsabile -Noi Sud), che sempre nelle ore prima del vertice ha incontrato il ministro Prestigiacomo, "la lobby del petrolio diffonde dati falsi". Il provvedimento, ha sottolineato "deve riguardare la promozione delle fonti rinnovabili e non la loro soppressione".
"Nessun passo indietro sulla strada delle energie rinnovabili, ma al massimo una rimodulazione del sistema degli incentivi", ha affermato il ministro della Gioventù Giorgia Meloni. In merito alla mobilitazione dell'opinione pubblica in questi giorni, Asso Energie Future ha reso nota la partecipazione di almeno 14.000 cittadini che hanno inviato lettere-appello contro lo stop agli incentivi via e-mail ai ministri.
Dall'opposizione, il senatore del Pd, Francesco Ferrante, ha affermato che il decreto d"rischia di essere una forte battuta d'arresto". Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, ha sottolineato l'aspetto economico: "Solo fra il il 2009 e il 2010 le nuove rinnovabili hanno creato 20 mila nuovi posti di lavoro: ossia l'equivalente quattro Mirafiori".