Shopper in plastica, ok Ue all'Italia
Da Ilsole24ore.it del 15.03.2011
15 March, 2011
Adriana Cerretelli
Non è a rischio di saltare la messa al bando in Italia dei sacchetti di plastica non biodegradabili, scattata il 1° gennaio scorso in tutti i supermercati e negozi.
Ad annunciarlo ieri a Bruxelles, in una conferenza stampa tenuta a margine della riunione dei ministri Ue dell'Ambiente, è stata Stefania Prestigiacomo.
«Poiché l'Italia si è impegnata a notificare il provvedimento, la Commissione europea non aprirà una procedura di infrazione nei nostri confronti. Quindi non ci sarà la sospensiva della misura» ha reso noto il nostro ministro.
Doveva salire sul banco degli imputati per violazione della direttiva Ue sugli imballaggi. Invece l'Italia ieri si è trasformata nel battistrada di una nuova normativa comunitaria rispetto a quella vigente. È stata l'Austria a chiedere delucidazioni sulla legislazione italiana, in quanto tentata di seguirne l'esempio. Anche la Spagna ha invocato «nuove regole europee per la messa al bando dei sacchetti di plastica non biodegradabili».
Ogni anno nell'Unione circolano qualcosa come l'equivalente di 800mila tonnellate di shopper. Tanto che lo stesso commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik, sembra essersi convertito al partito del gran rifiuto.
«È chiaro che le attuali tendenze nell'industria degli imballaggi di plastica non sono sostenibili: la produzione e l'utilizzo dei sacchetti monouso sono esplosi e gli effetti sono fin troppo evidenti nel nostro ambiente e, in particolare, nei nostri mari» ha detto il commissario. Per questo ha annunciato «l'avvio di un'ampia riflessione che prenda in esame tutte le opzioni, inclusa la possibilità di un bando a livello europeo di questo tipo di sacchetti di plastica».
Evidentemente il cambiamento di umori in Europa sull'argomento induce la Commissione a correggere il tiro anche sulle obiezioni che si preparava a muovere all'Italia. Essenzialmente due.
La legge anti-shopper non era ritenuta conforme alla legislazione europea prima di tutto per motivi sostanziali: la direttiva 94/62 su imballaggi e rifiuti dei medesimi prevede infatti all'art. 18 che «gli Stati membri non possono ostacolare nel loro territorio l'immissione sul mercato di imballaggi conformi alle disposizioni della presente direttiva». Visto che negli altri paesi dell'Unione i sacchetti in plastica banditi in Italia sono normalmente utilizzati, la legislazione italiana viola di fatto il principio del mutuo riconoscimento e della libera circolazione delle merci sul mercato unico europeo.
La seconda ragione era di natura procedurale. Riguardava la mancata notifica a Bruxelles di una normativa tecnica, obbligatoria ai sensi della direttiva 98/34. Ora però la Prestigiacomo ha annunciato che vi porrà rimedio. La prima obiezione invece sembra destinata a perdersi per strada, visto il nuovo corso che sembra prevalere nell'Unione europea.