Rinnovabili, le banche chiedono regole certe per almeno tre anni
Anche l'Associazione delle banche estere in Italia (Aibe) critica il decreto Romani "ammazza rinnovabili" e teme che il provvedimento faccia arrestare gli investimenti stranieri nel nostro Paese. Gli istituti di credito chiedono al governo regole certe valide almeno per i prossimi tre anni
16 March, 2011
Il sistema bancario torna alla carica sulle Rinnovabili. La settimana scorsa, in una lettera al Governo, l'associazione delle banche estere in Italia (Aibe) ha criticato aspramente il decreto sulle Rinnovabili ipotizzando anche il rischio di uno stop degli investimenti esteri nel nostro paese su infrastrutture ed energia.
Oggi, a conclusione del ''Solar Revolution Summit 2011'', una due giorni sul fotovoltaico organizzata da Business International con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, del ministero dello Sviluppo Economico e del GSE, che ha riunito, a Palazzo Rospigliosi di Roma, oltre 200 operatori del settore, le banche sono tornate a chiedere regole certe in particolare sul fotovoltaico e sul futuro del comparto.
''Il nostro atteggiamento e' prudente ma pragmatico - ha riassunto Giuseppe Dasti, Coordinatore Desk Energy di Mediocredito Italiano Gruppo Intesa Sanpaolo -: tramite l'ABI, che ci rappresentera' venerdi' prossimo al tavolo del Ministro Romani, chiediamo che il Governo offra una soluzione nell'immediato che sia in grado di salvaguardare le iniziative in corso''. ''Dal nuovo Conto Energia, previsto ad aprile - prosegue Dasti - ci aspettiamo poi un quadro regolatorio che garantisca almeno tre anni di certezze, sia in termini di soglie che di incentivi, in modo tale da poter pianificare gli investimenti''.
Molto critico sul decreto sulle Rinnovabili Filippo Levati, direttore generale di MX Group. ''Il recente decreto sul tema dell'incentivazione delle fonti rinnovabili - ha detto Levati - e' stato per contenuti e forma un fatto estremamente negativo per il Paese. Restiamo fiduciosi che il dibattito di questi giorni possa portare a una revisione piu' equilibrata dei contenuti. Auspichiamo che questa possa essere l'occasione per ridisegnare un modello, a nostro avviso troppo sbilanciato sulla mera adozione del fotovoltaico nelle sue declinazioni, piu' che alla creazione di una vera filiera industriale - continua Levati -. Questo comporta gravi limitazioni rispetto al potenziale inespresso dell'industria italiana e dell'eccellenza delle nostre competenze tecnico-scientifiche e produttive, con il rischio di limitare i vantaggi dell'incentivo nel breve periodo''.
Negli interventi che si sono succeduti al Solar Revolution Summit e' emersa la consapevolezza diffusa che la politica di incentivazioni del Governo ha fatto decollare esponenzialmente il mercato del fotovoltaico, ma ha anche lasciato spazi a manovre speculative, pertanto ''un ridimensionamento puo' starci - ha affermato Maria Teresa Giacosa, Responsabile Settore Energie Rinnovabili di Alba Leasing - ma servono certezze di lungo periodo''.
Ora gli occhi sono puntati al vertice di venerdi' prossimo al Mise, convocato per mettere a punto i decreti ministeriali di attuazione deld ecreto legislativo sulle Rinnovabili.
Fonte: Asca