Audizione del 9 marzo 2011. Vendola e Nicastro in Commissione Ambiente
Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e l’Assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro hanno risposto il 9 marzo 2011 alle domande in materia di rifiuti della Commissione Ambiente della Camera. Tra gli argomenti trattati oltre alle ecomafie, l’incenerimento, i fondi per la raccolta differenziata, il numero degli ATO, la fine dell’emergenza rifiuti in Puglia. Sulla raccolta differenziata, Vendola: “Pentito di non aver penalizzato i comuni che non l’hanno realizzata”. Il resoconto stenografico del 9 marzo 2011
17 March, 2011
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
88.
Mercoledì 9 marzo 2011
Sulla pubblicità dei lavori:
Pecorella Gaetano, Presidente ... 2
Audizione del presidente della giunta della regione Puglia, Nichi Vendola:
Pecorella Gaetano, Presidente ... 2 3 24 25 35 38 39
Coronella Gennaro (PdL) ... 29
De Luca Vincenzo (PD) ... 28 29
Franzoso Pietro (PdL) ... 3 26 31
Nicastro Lorenzo, Assessore all'ambiente della regione Puglia ... 4 30 38
Vendola Nichi, Presidente della giunta della regione Puglia ... 3 24 28 31 36
Volpi Raffaele (LNP) ... 30
http://www.camera.it/470?stenog=/_dati/leg16/lavori/stenbic/39/2011/0309&pagina=s020#Nicastro%20Lorenzo%204%202
Seduta del 9/3/2011
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Audizione del presidente della giunta della regione Puglia, Nichi Vendola.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della giunta della regione Puglia, Nichi Vendola. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Ricordo che nel corso dell'audizione svoltasi lo scorso 2 febbraio 2011 erano state rivolte numerose domande al presidente Vendola, il quale non è riuscito a ultimare le risposte, per ragioni di tempo.
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Sono state distribuite le domande e le risposte precedentemente rivolte, in modo che naturalmente non si torni sugli argomenti già trattati. Invece, sarebbe opportuno che oggi le domande siano particolarmente dirette sui punti per i quali ancora non vi erano state delle risposte. Cedo, dunque, la parola al presidente Vendola, che ovviamente ringrazio per la sua ulteriore disponibilità.
PIETRO FRANZOSO. Spero che oggi ci sia la possibilità di implementare le risposte alle domande della passata audizione, perché chi, come me, è del territorio ha letto, anche da alcune intercettazioni, del problema della sanità in Puglia. Nell'ambito di questa questione, ci sono alcune parti che riguardano il problema del ciclo dei rifiuti.
PRESIDENTE. Certamente, adesso si tratta di puntualizzare le risposte inevase della precedente audizione, dopodichè abbiamo due ore di tempo. Ovviamente, saranno poste domande sempre sugli stessi argomenti se la risposta non sarà ritenuta sufficiente, oppure su altri argomenti.
NICHI VENDOLA, Presidente della giunta della regione Puglia. Grazie presidente, ribadisco la stima nei confronti dell'attività di questa Commissione e l'utilità, anche per chi amministra territori complessi, che deriva dal confronto politico sulle questioni del ciclo dei rifiuti e della permeabilità di questo ciclo all'invadenza di attività criminali.
La precedente audizione è stata segnata da un confronto di natura prevalentemente politica, sui modelli di governo, sulle cose realizzate, sul punto di partenza e su quello di approdo. Tuttavia, nel corso della discussione sono state poste molte questioni, anche di dettaglio e di carattere tecnico. Su tutti questi temi ora sarà dato un puntuale riscontro dall'assessore all'ambiente Lorenzo Nicastro, a cui cedo la parola.
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LORENZO NICASTRO, Assessore all'ambiente della regione Puglia. Per agevolare la memoria, leggerò le domande e poi le risposte che sono state elaborate dal mio assessorato, la cui struttura burocratica ringrazio per l'impegno e per lo sforzo.
L'onorevole Candido De Angelis ci chiedeva quanto segue: «Si è riscontrato in una parte delle province quasi un'impotenza rispetto a certe situazioni, così come da parte di alcuni comuni. Parlo anche di comuni di grosse dimensioni, come Barletta, Trani e Andria».
Noi sappiamo che la consapevolezza delle difficoltà incontrate nello sviluppo della raccolte differenziata ha portato anche ad un cambiamento nelle forme di erogazione dei contributi regionali. Questo evidentemente allo scopo di rendere più celere e quanto più possibile incisiva la realizzazione di questi interventi.
La Regione Puglia ha avviato una procedura negoziata per la presentazione delle proposte di intervento, per il potenziamento dei servizi di raccolta nei comuni capoluogo di provincia, attraverso l'introduzione di metodi innovativi di raccolta differenziata integrata. La regione Puglia supporterà questi interventi con un contributo complessivo di 15 milioni di euro. Per quanto attiene alla neo istituita provincia di Barletta-Andria-Trani - che ovviamente ha al suo interno tre comuni capoluogo - si è stabilito che nella ripartizione dei fondi messi a disposizione dei tre comuni si seguano gli stessi criteri adottati per l'assegnazione dei fondi tra tutti i comuni capoluogo di provincia, con rendicontazione unica.
La seconda domanda era: «Capisco i problemi economici, ma con il problema impiantistico, rispetto alle normative europee, non siamo in grado oggi di arrivare a fine anno e rispettare le normative. Lei pensa che si possa veramente, in qualche modo, iniziare ad incidere?».
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Un sistema integrato per la gestione dei rifiuti deve considerare tra i suoi obiettivi principali una nuova forma per il pagamento dei costi connessi ai servizi di igiene urbana, nel rispetto dei princìpi della responsabilità condivisa e del principio generale del «chi inquina paga».
Uno degli obiettivi strategici del nostro nuovo piano è l'elaborazione di linee guida, per definire gli standard di progettazione dei servizi di raccolta. Tali linee guida, oltre a fare leva su sistemi e metodi certificati, dovranno essere sviluppate sotto il profilo dell'analisi dei costi, quindi con un elevato livello di dettaglio rispetto ai servizi da erogare all'utenza. In questo modo, confidiamo anche di consentire l'istituzione di una contabilità dei materiali, per procedere a un calcolo adeguato delle componenti tariffarie della tariffa di igiene ambientale confermata dall'articolo 238 del decreto legislativo n. 152 del 2006, nell'interpretazione definita nell'articolo 14, comma 33 della legge n. 122 del 2010.
La mancata attuazione di sistemi unitari di raccolta a livello di ambiti territoriali ottimali - che non significa gestione unica tout court - ha prodotto il perdurare nei comuni di contratti di servizio con gli operatori delle attività di raccolta ed igiene urbana, ben lontani dagli obiettivi di raccolta differenziata previsti per legge. Il piano definirà degli schemi tipo di contratti per la gestione di servizi di igiene urbana, utilizzando la leva dell'ecotassa per garantire ed assicurare l'allineamento dei servizi attuali con quanto previsto dagli obiettivi di legge, ossia il 65 per cento di raccolta differenziata entro 31 dicembre del 2012.
L'onorevole De Angelis chiedeva, inoltre: «Dalle audizioni che si sono svolte risulta che ci sia ancora un quantitativo notevolissimo di autorizzazioni per ulteriori discariche». Questa era la domanda. Per quanto riguarda le discariche di RSU
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non esiste un quantitativo notevolissimo di richieste di autorizzazione. Per quanto attiene alle autorizzazioni per l'esercizio di discariche di rifiuti speciali, dobbiamo rappresentare che la competenza al rilascio di questi provvedimenti è in capo alle province, come disposto dalla legge regionale n. 17 del 2007.
L'onorevole Franzoso, ha chiesto in esordio: «Sostiene che se la differenziata non parte, probabilmente c'è anche una cointeressenza di interessi diffusi nel campo delle discariche, che forse fermano la raccolta differenziata, la rallentano o in qualche modo tendono a continuare a centralizzare il sistema delle discariche? Cosa ne pensa?».
Il problema maggiore è che, sino ad ora, i comuni non avevano interventi programmati e duraturi di raccolta differenziata. Il sicuro incremento delle tariffe di smaltimento, derivanti dal necessario adeguamento alla normativa comunitaria e nazionale, renderà conveniente - e questo non solo dal punto di vista ambientale - attuare la raccolta differenziata dei rifiuti, in particolar modo quella della frazione umida da destinare poi al compostaggio.
L'onorevole Franzoso ha inoltre chiesto: «Innanzitutto, sulla differenziata vorrei capire se non è mai stata svolta un'indagine o si è a conoscenza di quanto di questo 16 per cento viene riutilizzato, in termini di valore aggiunto, come prodotto, come materia per intenderci, sempre che esista, perché spesso e volentieri ho la sensazione che la raccolta differenziata sia solo un fatto nominalistico e che poi finisca nel tal quale».
Nell'ambito dell'analisi di contesto sulla gestione dei flussi di differenziato e indifferenziato - che stiamo svolgendo nel più ampio piano regionale - stiamo analizzando le potenzialità dell'impiantistica esistente per il trattamento delle frazioni
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della raccolta differenziata, sia la cosiddetta frazione secca (carta, plastica, metalli e vetro), sia quella umida, rappresentata dall'organico. Il quadro che emerge è che vi è una netta prevalenza di impianti privati, che ritirano le frazioni raccolte in maniera differenziata dai gestori dei servizi comunali di raccolta, e che avviano, nel caso delle frazioni secche, i flussi di materiali, dopo la selezione, al circuito CONAI, secondo le tariffe previste nell'accordo ANCI-CONAI 2010. Tutte le frazioni raccolte in modo differenziato vanno in questi impianti e vengono recuperate, al netto delle perdite del processo di selezione, che genera scarti che vanno in discarica. Il quantitativo degli scarti generati delle operazioni di recupero e selezione è tanto maggiore, quanto più bassa è la qualità della raccolta differenziata.
Ad esempio, i sistemi di raccolta delle frazioni secche, con il sistema del multimateriale, comportano un maggior onere nei processi di selezione, una minor qualità dei prodotti ottenuti e un maggior quantitativo di scarti.
Coerentemente con quanto previsto dal decreto legislativo n. 205 del 2010 - come sappiamo attuativo della direttiva CE n. 98 del 2008 - i sistemi di raccolta devono consentire di intercettare in modo separato le frazioni di rifiuti urbani, in modo da raggiungere l'obiettivo di recupero del 50 per cento entro il 2020. Tali obiettivi potranno essere attuati attraverso una nuova gestione dei servizi, che consentirà di migliorare la qualità delle frazioni da sottoporre alle operazioni di selezione, e conseguentemente aumentare i quantitativi che vengono recuperati, con un valore aggiunto. I dati ufficiali ISPRA confermano che la raccolta differenziata in Puglia, per l'anno 2009 - i dati del 2010 sono consultabili dopo il primo semestre dell'anno in corso - si attesta intorno al 16 per cento.
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L'onorevole Franzoso ha chiesto: «Quante sono le risorse che la regione, direttamente o indirettamente, con fondi comunitari o meno, ha speso dal 2005 ad oggi, in termini di fondi elargiti alle province, ed oggi ai comuni, per la raccolta differenziata, dal momento che siamo solo al 16 per cento?».
Nel 2005, avendo riscontrato un grave ritardo rispetto al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, la regione Puglia ha ritenuto necessario trasferire alle province i fondi necessari per avviare una programmazione di interventi, per supportare le raccolte differenziate nei territori di competenza.
Abbiamo elargito alle province e agli ATO, con i fondi comunitari 2006-2007 per dotazione impiantistica per raccolte differenziate, 17.143.596 euro. I fondi ecotassa dal 2006 al 2008, destinati alle province sono stati 15.039.724 euro. I fondi ecotassa dal 2006 al 2008, destinati agli ATO, sono stati 868.776 euro.
I fondi ecotassa dal 2006 al 2008, a regia regionale per azioni di comunicazione, sono stati di 2.403.500 euro. I trasferimenti a valere sull'asse II del programma regionale per l'ambiente, linee di intervento B (interventi per lo sviluppo delle raccolte differenziate), hanno previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro. I fondi comunitari 2007-2013 sono invece pari a 57 milioni di euro, impegnati e non ancora erogati. Con i suddetti stanziamenti si è provveduto a finanziare interventi, sia di carattere infrastrutturale, come ad esempio la realizzazione di isole ecologiche comunali, sia di supporto alla realizzazione della raccolta differenziata.
L'onorevole Franzoso ha ulteriormente chiesto: «Quanto tal quale oggi viene riportato nei termovalorizzatori e quanto ancora viene conferito in discarica? Vorrei conoscere la percentuale». La gestione del ciclo dei rifiuti nella regione
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Puglia, come previsto dalla legge comunitaria e nazionale e come recepito nella pianificazione regionale, prevede la biostabilizzazione dei rifiuti, la selezione secco-umido, l'avvio a produzione di CDR della frazione secca e infine lo smaltimento in discarica della frazione umida biostabilizzata.
Tutti i bacini sono dotati di impianti di biostabilizzazione, ad eccezione degli ATO Foggia 1, Bari 1 e Brindisi 1 e 2. In merito all'ATO Foggia 1, i rifiuti prodotti dallo stesso vengono conferiti fuori bacino. Una parte dei comuni che compongono il bacino ATO Foggia 1 conferisce i rifiuti prodotti presso l'impianto complesso di Cerignola, a servizio del bacino ATO Foggia 4. I restanti conferiscono presso l'impianto complessivo di Deliceto, a servizio del bacino Foggia 5.
Presso le discariche a servizio dell'ATO Bari 1, in agro di Andria e di Trani, il rifiuto preliminare, sottoposto a processo di tritovagliatura, viene smaltito in discarica. I rifiuti tal quale dell'ATO Brindisi 1 vengono conferiti, in forza di un'ordinanza del presidente della provincia di Brindisi, presso la discarica comunale di Brindisi, in località Autigno.
È imminente l'avvio delle procedure di gara per l'entrata in esercizio dell'impianto complesso per il trattamento dei rifiuti, già realizzato in agro di Brindisi. Per quanto attiene all'ATO Brindisi 2, i rifiuti prodotti dal bacino vengono conferiti presso la discarica di Brindisi Autigno, senza biostabilizzazione primaria. Ciò è possibile in quanto nel suddetto bacino viene effettuata la raccolta porta a porta spinta, con valori prossimi al 60 per cento. I quantitativi di tal quale smaltiti in discarica nell'anno 2010 sono stati: nella discarica di Andria 57.403 tonnellate di rifiuto tritovagliato; nella discarica di Trani 163.177 tonnellate sempre di rifiuto tritovagliato; nella discarica di Brindisi 152.844 tonnellate. Inoltre, presso l'inceneritore dell'AMIU di Taranto viene conferito il rifiuto indifferenziato
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prodotto dalla città di Taranto. Presso questo impianto sono stati conferiti, nell'anno 2010, 24.436 tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato.
In regione Puglia è attivo anche l'impianto di termovalorizzazione dell'Appia Energy in località Massafra, presso il quale viene conferito il CDR prodotto dall'impianto di biostabilizzazione della società CISA, sempre in località Massafra. Il suddetto impianto ha una capacità di trattamento autorizzato di 90.000 tonnellate all'anno. È in fase di realizzazione l'impianto di termovalorizzazione in agro di Manfredonia, che avrà una capacità di trattamento pari a 135.000 tonnellate annue. Per completezza espositiva dei dati, riassumo in modo sintetico i quantitativi di rifiuti prodotti in regione Puglia nell'anno 2010 e la loro destinazione finale. Rifiuti solidi urbani da discarica, per una tonnellaggio pari a 1.105.108 tonnellate, con una percentuale del 56, 7 per cento. Per le perdite di processo, con 544.839 tonnellate, abbiamo il 20,9 per cento. Per rifiuti solidi urbani e valorizzazione di materia, con un tonnellaggio di 298.000 tonnellate, abbiamo il 15,3 per cento. Infine, per rifiuti solidi urbani e valorizzazione energetica, con una tonnellaggio di 136.841 tonnellate, abbiamo il 7 per cento.
L'onorevole Franzoso chiedeva, inoltre, qual è la situazione in termini autorizzativi e se si avvia o meno il termovalorizzatore di Modugno.
L'iter autorizzativo dell'impianto Eco Energia di Modugno è ancora in corso, per questioni che brevemente sintetizziamo. Con determinazione del dirigente del settore ecologia n. 450 del 2007 veniva espresso parere favorevole di compatibilità ambientale all'impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili proposto da Eco Energia srl, da ubicarsi in
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via Fiordalisi, zona industriale del comune di Modugno, alle porte di Bari, nel rispetto delle prescrizioni riportate nella determina stessa.
L'impianto è stato prima sottoposto a sequestro, poi dissequestrato dall'autorità giudiziaria, poi ancora dissequestrato nel maggio 2009. Il procedimento amministrativo di rilascio della compatibilità ambientale è stato riavviato e si è concluso con il parere negativo del Comitato di valutazione d'impatto ambientale regionale, a seguito di parere negativo vincolante, ai fini della concessione del permesso a costruire, della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. L'onorevole Franzoso chiedeva: «Vorrei sapere se è a conoscenza di quanto avvenuto in provincia di Taranto, per quanto riguarda la discarica abbandonata di Li Cicci. Questa Commissione è stata informata da parte di questa amministrazione - per quanto ho avuto modo di capire - di aspetti inquietanti nella gestione finale, a causa delle proprietà inespresse e comunque coperte da un sistema di scatole cinesi. Parrebbe che oggi in quella discarica abbandonata il percolato vada nel sottosuolo, con tutte le conseguenze che ne derivano. Vorrei sapere, quindi, se c'è stato o ci sarà un approfondito esame, in tutte le sue sfaccettature, riguardo alla discarica di Manduria, Li Cicci, che oggi è abbandonata».
In merito alle vicende che riguardano la discarica di Manduria, in località Li Cicci, allegheremo una relazione dettagliata, che ci è stata prodotta dal comune di Manduria. Voglio anche dire che in data 4 marzo 2011 è stata conclusa la procedura negoziale tra la regione Puglia e la provincia di Taranto, con la quale abbiamo destinato 1.400.000 euro per la messa in sicurezza permanente di questa discarica.
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A seguito di questo accordo, ovviamente saranno attivate le procedure con il comune di Manduria, finalizzate a realizzare, nei tempi più brevi possibile, la bonifica di questo sito.
L'onorevole De Luca ha chiesto: «In merito al piano dei rifiuti, c'è una proposta del governo regionale, ma sembra che il Consiglio regionale non l'abbia ancora approvata, perlomeno così ci hanno detto». Con delibera di giunta regionale n. 2243 del 19 ottobre 2010 è stato avviato l'aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, che è attualmente in fase di valutazione ambientale strategica (VAS). Il Consiglio regionale potrà approvare il piano, solo al termine della fase di redazione dello stesso, che appunto è ancora in atto.
Chiedeva l'onorevole De Luca: «Come in altre realtà del nostro Paese, oltre alle risorse europee aggiuntive, sulla vicenda dei servizi e dei rifiuti si può dare una risposta anche in termini di crescita e di occupazione».
Gli indicatori che misurano l'efficienza dell'intero ciclo di gestione dei rifiuti sono quelli della riduzione, del riuso e del riciclo. Per quanto riguarda l'aumento dei livelli di occupazione, è stata attivata una procedura per la realizzazione di circa 80 punti ecologici, da dislocare in altrettanti comuni sull'intero territorio regionale, che abbiamo finanziato con 4 milioni di euro. Nell'ambito del suddetto intervento, la pianificazione delle risorse per l'incremento della raccolta differenziata consentirà anche una ricaduta occupazionale.
Voglio brevemente dire che, nel realizzare questo progetto, contiamo molto su un profilo che non trascuriamo mai, ovvero quello dell'educazione, soprattutto per i più giovani, a considerare il rifiuto come una risorsa e un bene, e quindi non come qualcosa della quale dobbiamo disfarci. È chiaro che non ci nascondiamo dietro un dito. Sappiamo bene che il problema della raccolta differenziata non si risolve con
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l'istituzione di 80 ecopunti. Tuttavia, in tal modo innanzitutto si contribuisce in quota percentuale a farlo e poi si fa molto di più dal punto di vista dei profili educativi e di condivisione di queste scelte. Quindi, contiamo molto su questo progetto, soprattutto per quanto riguarda le fasce più giovani della popolazione.
L'onorevole Bratti ha chiesto: «Voglio chiedere se l'infiltrazione potenziale della malavita, più o meno organizzata, verte sul tema degli appalti, dell'incenerimento, su quello della raccolta differenziata, oppure è diffusa su tutte queste questioni».
Questa dell'onorevole Bratti era una considerazione più che una domanda, che io riporto fedelmente: «Adesso probabilmente ci sarà una proroga per lo scioglimento delle agenzie di ambito, ma ci deve essere un sistema di governance della gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Se avete consorzi pubblici, che cosa succede? Come state legiferando in questo senso? Una delle obiezioni che è emersa nella Campania, ma anche nel Lazio, è che in questo caso, con il decreto Ronchi, obbligando a prendere una parte delle azioni dei consorzi pubblici entro tempi ben definiti,
si ponga anche il rischio che nei futuri consorzi misti la parte privata, che entra nella gestione, possa essere poco raccomandabile».
La proroga del termine per lo scioglimento dell'autorità d'ambito non c'è stata, almeno formalmente, ma ci sembra, per «anticipazioni romane», di capire che verosimilmente ci sarà. Dunque questa nostra risposta deve essere considerata per come è la situazione oggi, allo stato attuale. La proroga del termine per lo scioglimento dell'autorità d'ambito non c'è stata. La regione Puglia ha in corso di approvazione una proposta di legge per l'abolizione dell'autorità d'ambito, a far
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data dal primo aprile 2011. Oggi, è in V Commissione della regione Puglia un articolato, che abbiamo predisposto come assessorato alla qualità dell'ambiente, per dare un regime transitorio e per stabilire cosa succederà se gli ATO non verranno prorogati e quindi se dovremmo pensare una disciplina diversa, creando nuovi soggetti di diritto pubblico, con autonoma capacità giuridica e capacità di agire, come avviene per gli ATO.
Considerato che è stata avviata la procedura di aggiornamento del piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani - nell'ambito del quale si prefigurerà il modello di distribuzione ottimale di queste funzioni - nelle more dell'approvazione dello stesso, la regione Puglia per assicurare la transizione verso il nuovo regime, nominerà un commissario per ciascun ATO (questo in sintesi il contenuto del nostro breve articolato di legge) che si occuperà anche di definire un quadro delle consistenze patrimoniali e finanziarie delle autorità soppresse e, d'intesa con i sindaci, sovrintenderà alle procedure di definizione e approvazione del piano d'ambito. In questo senso, pensiamo anche di rispondere all'interrogazione del presidente della Commissione, in merito alla consistenza dello stato patrimoniale degli ATO.
L'onorevole Bratti ha ulteriormente chiesto: «Rispetto alla questione campana, a che prezzi ritirate e dove vanno a finire questi rifiuti? Sono impianti pubblici o privati? Che tipo di controlli vengono eseguiti?». Parlavamo dell'operazione di soccorso alla Campania e l'onorevole Bratti proseguiva, dicendo: «L'operazione di soccorso, meritevole per le ragioni che anche lei spiegava prima, non inficia la capacità residua per i vostri rifiuti solidi urbani?».
A questo proposito, dobbiamo dire che nell'estate del 2010 l'unità operativa costituita nell'ambito della Presidenza del
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Consiglio dei ministri, segnatamente il Dipartimento della protezione civile, per la chiusura dell'emergenza rifiuti in Campania, ha ritenuto di assumere un'iniziativa volta ad alleggerire la pressione sulle discariche della regione Campania.
La stessa ha pubblicato un bando e indetto una gara d'appalto per l'affidamento a terzi, dietro corrispettivo a carico della Protezione civile, del servizio di trasporto e smaltimento fuori regione di 61.000 tonnellate di rifiuti campani, qualificati come rifiuti speciali non pericolosi, e contrassegnati dalla codice CER 191212, prodotti dagli stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti (STIR) della regione Campania.
Della gara d'appalto è risultato aggiudicatario il CITE (Consorzio interprovinciale trasporti ecoambientali) di Salerno, che in sede di offerta ha indicato come impianti finali di smaltimento tre discariche di rifiuti speciali, ubicate nella provincia di Taranto e quindi nella regione Puglia. Le discariche sono: la discarica di Taranto, gestita dalla Italcave spa, la discarica Vergine spa e la discarica di Grottaglie, gestita dalla Ecolevante spa.
In seguito, la regione Campania e la regione Puglia hanno sottoscritto, in data 3 dicembre 2010, un protocollo d'intesa con il quale si è provveduto a disciplinare l'ingresso e lo smaltimento in Puglia di una parte di rifiuti speciali (45.000 tonnellate), provenienti dagli STIR di Tufino, Giugliano, Santa Maria Capua Vetere, Battipaglia e Caivano. Tra le modalità tecnico operative di conferimento di questi rifiuti, il protocollo d'intesa sottoscritto da entrambe le regioni prevede un ruolo attivo di partecipazione delle ARPA regionali e un controllo, e quindi un ruolo attivo, da parte della Regione Puglia per quanto riguarda i controlli tecnici da effettuarsi sui rifiuti. Questa operazione non comporta alcuna conseguenza sugli
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smaltimenti di rifiuti solidi urbani pugliesi, perché appunto questi conferimenti - come ho appena detto - avverranno in discariche per rifiuti speciali e non per rifiuti solidi urbani.
L'onorevole Coronella ha chiesto: «Vorrei porle una domanda sugli ATO, ovvero se lei ritiene che siano molti e se ha intenzione di ridimensionarli». Per il principio di autosufficienza e di prossimità, introdotto dall'articolo 182 bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, modificato dal decreto legislativo n. 205 del 2010, prevede che debba essere realizzata l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi e dei rifiuti nel loro trattamento negli ATO.
La necessità di prevedere che il sistema impiantistico debba garantire anche l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di rifiuti urbani, a livello di ATO, induce naturalmente a riconsiderare la perimetrazione di questi ambiti territoriali, estendendola a territori più vasti. Il Consiglio regionale pugliese ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, in cui chiede alla giunta di aggiornare il piano per la gestione dei rifiuti, prevedendo la riduzione degli ATO a sei, ovvero quante sono le province.
Il processo di redazione del piano è in corso e valuteremo con attenzione la fattibilità tecnica di questa proposta, alla luce proprio dei princìpi di autosufficienza e prossimità, previsti nel citato articolo 182 bis. Sapete che la Puglia è particolarmente estesa in lunghezza, perché dal confine nord al Capo di Leuca si tratta di oltre 400 chilometri di strada. Quindi, più o meno la stessa distanza che separa Bari da Roma. Queste, dunque, sono valutazioni di dettaglio tecnico, che dovremo tenere in debita considerazione, altrimenti rischiamo di rendere un cattivo servigio alla nostra regione. Ha chiesto ancora l'onorevole Coronella: «Le chiedo una precisazione sui fondi dati alla provincia di Foggia, che non
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vengono né programmati, né spesi, né erogati ai comuni». Per quanto è a conoscenza della regione Puglia, le risorse messe a disposizione sono state, dopo la precedente audizione - cioè quella del 9 febbraio - erogate agli ATO Foggia 3 e Foggia 4.
L'onorevole D'Ambrosio ha chiesto cosa intendiamo fare per ridurre la quantità di rifiuti. La regione Puglia, con delibera di giunta regionale n. 231 del 2007, ha emanato un piano operativo per la riduzione della produzione dei rifiuti e per l'implementazione delle percentuali di raccolta differenziata. Il suddetto piano prevede iniziative connesse alla riduzione di produzione degli imballaggi, soprattutto quelli dei beni di maggiore uso e diffusione nel consumo quotidiano, e l'uso di dispenser nei supermercati e nei grossi centri commerciali. Come tutti sappiamo, questo è uno gli strumenti più efficaci per la riduzione della produzione di rifiuti ed è contemporaneamente un modo per sensibilizzare esercenti e consumatori ad un uso consapevole dei materiali e delle risorse.
Successivamente, abbiamo promosso, come regione Puglia, un protocollo d'intesa con le associazione di categoria, le associazioni dei consumatori e la grande distribuzione organizzata (GDO) per l'introduzione dei dispenser e per ridurre l'incidenza degli imballaggi sulla produzione dei rifiuti urbani.
Il protocollo consentirà di attivare, in un prossimo futuro, interventi a supporto della diffusione negli esercizi commerciali - quindi non solo quelli della GDO - di dispenser di prodotti alimentari, ad esempio il latte alla spina, o anche non alimentari, come i detersivi ecologici.
L'onorevole D'Ambrosio ha, inoltre, chiesto cosa intende fare la regione Puglia per incentivare il riciclo. Dice l'onorevole D'Ambrosio. «È chiaro che se si fa la raccolta differenziata ci
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devono essere anche gli impianti di riciclaggio, e soprattutto non devono essere lontani, come ubicazione, da dove il rifiuto viene prodotto».
Innanzitutto, occorre stimolare - questo è giusto - l'implementazione della dotazione impiantistica. Quindi, in prima battuta, pensiamo agli impianti pubblici di compostaggio. Come regione Puglia, abbiamo però anche sviluppato un programma coordinato di interventi, mirati all'incremento della raccolta differenziata, rivolti agli ATO e ai comuni pugliesi.
I suddetti interventi sono finanziati con fondi del programma operativo FESR 2007-2013, e più specificatamente l'azione 2.5.1 (potenziamento e ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata).
L'avvio dell'attuale programmazione di interventi ha richiesto una fase preliminare di modifica del piano pluriennale d'asse che, per come era strutturato sino ad ora, rendeva più complessa e farraginosa la distribuzione delle risorse ai soggetti beneficiari. Con deliberazione di giunta regionale n. 2183 dell'11 ottobre 2010, in seguito all'acquisizione del parere favorevole della Commissione europea, si è proceduto modificare la linea d'intervento 2.5, consentendo quindi la realizzazione di una serie di interventi, mirati proprio all'incremento della raccolta differenziata dei rifiuti.
Con determinazione dirigenziale n. 136 del 1o settembre 2009 è stato pubblicato un bando, diretto agli ATO pugliesi, con il quale si impegnavano 15 milioni di euro per la realizzazione di centri comunali di raccolta.
Sempre nell'ottica di dotare i comuni delle infrastrutture più adeguate alla raccolta differenziata dei rifiuti, con deliberazione di giunta regionale n. 2853 del 20 dicembre 2010 è stata avviata una procedura negoziale per la concessione di
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contributi, volta a selezionare le proposte di interventi per la realizzazione di punti ecologici dei quali abbiamo parlato poco fa. Questi sono centri di raccolta di dimensioni ridotte, gestiti da imprese individuali, società cooperative e società su base personale, anche di nuova costituzione, ovviamente iscritte all'albo nazionale dei gestori ambientali. Ciò proprio in conformità a quanto previsto dal DM dell'8 aprile 2008, successivamente modificato dal DM del 13 maggio 2009. Come vi ho già detto, la creazione di questi punti ecologici prevede un impegno finanziario da parte della regione pari a 4 milioni di euro, da assegnare in parti uguali ai comuni richiedenti, che dimostrano di avere i requisiti per partecipare a questo bando.
Con deliberazione di giunta regionale n. 2641 del 30 novembre 2010 è stata avviata una procedura nei comuni capoluogo di provincia, attraverso l'introduzione di metodi innovativi di raccolta differenziata integrata. Questi interventi - come vi ho già detto - saranno supportati da un contributo della regione Puglia pari complessivamente a 15 milioni di euro.
Tra i requisiti che noi, come regione Puglia, abbiamo richiesto per poter riconoscere il finanziamento pubblico, riteniamo assuma un ruolo di rilievo quello relativo alla predisposizione, da parte di ciascun comune partecipante, di un piano comunale di raccolta differenziata.
In tal modo, l'intervento finanziato si inserisce in un programma complessivo, limitando anche l'effetto da cosiddetto «intervento spot», che non consente di raggiungere l'obiettivo prefissato, se non nel brevissimo periodo.
Questa stessa impostazione abbiamo seguito per la concessione di contributi ai comuni pugliesi non capoluogo di provincia - che sono 252 - e con la deliberazione di giunta regionale n. 2989 del 28 dicembre 2010 abbiamo stanziato un
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ammontare complessivo per l'intervento di 23 milioni di euro. Quindi, 23 milioni per i comuni non capoluogo e 15 milioni per i sei comuni capoluogo, con un impegno finanziario complessivo di 38 milioni di euro.
Sempre nell'ottica di supportare i comuni nella realizzazione di progetti e interventi di raccolta differenziata dei rifiuti, con determina dirigenziale n. 73 dell'aprile 2010 abbiamo provveduto ad impegnare un milione di euro a favore della sola città di Lecce, per la realizzazione del progetto di raccolta integrata dei rifiuti urbani ed assimilati nella città di Lecce.
Inoltre, siamo intervenuti con la deliberazione di giunta regionale n. 3012 del 28 dicembre 2010 a supporto dell'area Vasta Tarantini, riconoscendo un finanziamento complessivo di circa 3,4 milioni di euro per i seguenti interventi: il potenziamento e l'ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata per l'ATO Taranto 1, vede un impegno finanziario pari a 1. 173.000 euro; opere di ampliamento, miglioramento e completamento della sezione di compostaggio e biostabilizzazione dell'impianto integrato di trattamento RSU in agro di Taranto, a Statte, per un impegno finanziario di 1.100.000 euro; infine, ampliamento e adeguamento del centro di valorizzazione e selezione dei materiali differenziati a servizio dall'ATO Taranto 3, per un impegno finanziario pari ad 1.100.000 euro.
C'è stato ulteriormente chiesto dal senatore D'Ambrosio: «Ritiene che sia giusta la raccolta dei rifiuti da parte delle province, anziché dei comuni o dei consorzi?».
Ebbene, il servizio di igiene urbana si fonda sulla contribuzione dei cittadini residenti e quindi non può che trovare nelle amministrazioni comunali i soggetti principali preposti allo svolgimento di tale funzione e servizio. Di questo bisogna
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ovviamente tenere conto, nell'attribuzione delle competenze che ci occupano in questa materia. L'architettura istituzionale che reggerà la gestione del ciclo dei rifiuti sarà assoggettata a verifica, sempre secondo i princìpi di efficienza e di adeguatezza.
L'onorevole Cenni ha chiesto: «Vorrei capire come intende sviluppare questo intento, cioè se pensate alla possibilità di certificare il compost e, nel caso, a chi pensate di affidare questa certificazione. Come lei saprà, infatti, c'è una grandissima sensibilità nel mondo agricolo, soprattutto dove si investe sull'agricoltura di qualità e so che nel suo territorio questo sta avvenendo».
La regione Puglia ha sottoscritto un protocollo d'intesa con il Consorzio italiano compostatori nel 2007, proprio al fine di individuare le migliori strategie per la valorizzazione e l'implementazione della raccolta della frazione organica.
La sottoscrizione del protocollo d'intesa con il Consorzio è lo strumento necessario per consentire agli impianti consorziati, già presenti nella regione Puglia, e a quelli che si realizzeranno anche con il supporto economico della regione, di poter produrre compost certificato di qualità, pertanto commercializzabile e utilizzabile in agricoltura.
Ha chiesto ulteriormente l'onorevole Franzoso: «A proposito dei costi, vorrei conoscere quelli delle campagne informative». La regione Puglia ha finanziato direttamente, con fondi POR 2000-2006, campagne di comunicazione e informazione per l'incremento della raccolta differenziata per un importo complessivo di circa 3, 2 milioni di euro. A questa somma vanno aggiunti gli interventi - di cui ho già fatto menzione - a regia regionale, finanziati con fondi ecotassa pari a 2,4 milioni di euro.
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Chiede l'onorevole Franzoso: «Per quanto riguarda gli impianti di biostabilizzazione autorizzati, vorrei conoscere i risultati, in termini di valori nominali, che si sono ottenuti e che si stanno ottenendo».
Il processo di biostabilizzazione dei rifiuti ha registrato dei benefici ambientali, derivanti dalla diminuzione della quantità dei rifiuti conferiti in discarica, che sono: per l'impianto a servizio dell'ATO Foggia 4 di Cerignola un abbattimento della frazione organica conferita in discarica pari 6,87 per cento; per l'ATO Foggia 5, Deliceto, un abbattimento pari al 23,84 per cento; per l'ATO Bari 2, e l'AMIU di Bari, un abbattimento pari al 24,21 per cento; per l'ATO Bari 5, quello nell'agro di Conversano, che raccoglie ben 21 comuni, abbiamo un abbattimento della frazione organica pari a circa il 17 per cento; per l'ATO Taranto 1, Massafra, 14,54 per cento; per l'ATO Taranto 3, Manduria, il 10,64 per cento; per l'ATO Lecce 1, Cavallino, un abbattimento pari al 21,77 per cento; per l'ATO Lecce 2, Poggiardo, un abbattimento pari al 36,27 per cento; per l'ATO Lecce 3, Ugento, abbiamo un abbattimento pari al 20,9 per cento.
Il presidente ha domandato: «Lei ha i dati relativi alla situazione patrimoniale degli ATO, che abbiamo trovato critica un po' ovunque?».
Nella precedente audizione non disponevamo, e ancora adesso non disponiamo, di queste informazioni, ma come già rappresentato in merito ai provvedimenti normativi successivi all'abolizione delle autorità d'ambito, sarà compito dei commissari provvedere all'accertamento sulla situazione patrimoniale degli ATO.
A questo proposito, debbo dire che la situazione che si è detto essere emergenziale per i rifiuti in Puglia, non è mai stata tale. Tuttavia, abbiamo verificato che c'era e c'è una
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emergenza diversa, di natura giuridica, dovuta agli inadempimenti civili di obbligazioni. In altre parole, spesso i comuni che riscuotono le TARSU - in Puglia non abbiamo TIA, ma solo la TARSU - non tutti ma una quota considerevole, ritardano sino a 20, 22 o 24 mesi nella corresponsione delle proprie quote agli ATO, i quali ovviamente vanno in tilt e non sono poi in condizioni di interagire con i gestori dei servizi, che non essendo Onlus, ma imprenditori, ovviamente non possono prescindere dal vedersi corrispondere queste somme e vanno in insofferenza bancaria.
Io partecipo a riunioni mensili presso le cinque - stanno per diventare sei - prefetture della regione Puglia, dove riscontro sempre lo stesso problema. Questa emergenza è di natura giuridica e civilistica, ovvero ci sono comuni che incassano le TARSU e non corrispondono le quote agli ATO, con il meccanismo che vi ho accennato e che peraltro immaginate da soli. Gli ATO sono, peraltro, persone giuridiche pubbliche e in quanto tali sono dotati di capacità di agire e di capacità giuridica. Devono, quindi, agire per il recupero di questi crediti e quando questo non avviene, il sistema va in tilt, ma - ripeto - parliamo di un'emergenza giuridica.
L'effetto è particolarmente subdolo nei confronti dei comuni virtuosi, che sono quelli che nell'ambito degli ATO fanno la loro parte ed è un effetto devastante nei confronti dei cittadini, sia dei comuni virtuosi, sia degli stessi comuni che non pagano le somme, perché comunque i cittadini la TARSU la pagano. Quindi, il loro contributo per la gestione del servizio lo corrispondono, se poi hanno amministratori scellerati, che non versano questi contributi alle autorità d'ambito che dovrebbero occuparsene, ebbene questo evidentemente non è imputabile ai cittadini della regione Puglia e neppure all'ente regione Puglia.
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Il presidente concludeva, chiedendo: «A proposito dell'inceneritore di Bari, c'è stato un contenzioso, oppure no?».
Il piano regionale prevedeva la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione da realizzarsi nell'area dell'AMIU (azienda municipalizzata igiene urbana di Bari). È stata anche indetta una gara, che successivamente è stata annullata. Non risultano contenziosi ad oggi e ormai abbiamo motivo di ritenere che non risulteranno.
PRESIDENTE. Si può dire di tutto, salvo che non sia stata data una risposta ampia ed esaustiva. Il presidente Vendola voleva aggiungere brevemente un'osservazione e poi ci saranno le domande.
NICHI VENDOLA, Presidente della giunta della regione Puglia. Intanto, volevo sottolineare il fatto che abbiamo inviato alla Commissione il libro su quella che credo essere una delle buone pratiche in Europa ovvero l'esperienza di contrasto al traffico transfrontaliero di rifiuti speciali.
Ci terrei che i commissari potessero approfondire questa materia, perché è una delle più attinenti alla mission di questa Commissione, essendo il traffico transfrontaliero, soprattutto di provenienza balcanica, uno dei problemi generali che abbiamo di contrasto al crimine.
Ricordo che un'attività illecita non è significativa soltanto in sé considerata, ma piuttosto in quanto apripista, come è stato per il contrabbando di sigarette, che ha segnato - diciamo così - le piste della mobilità criminale. Come avete osservato, il trend della raccolta differenziata deve essere anche storicizzato. Il punto di partenza è il 5 per cento di raccolta differenziata e le implementazioni che ci portano oggi
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al 16 per cento - in proiezione spero molto di più - hanno a che fare anche con la difficile relazione con le amministrazioni locali.
Io posso dichiararmi pentito di non avere imposto subito la penalizzazione di quelle amministrazioni che non realizzano i trend di raccolta differenziata adeguati. Tuttavia, in una situazione rischiosa, nella quale al 2005 io non avevo neanche un impianto costruito e avevo sulle spalle 13 anni di gestione emergenziale che hanno portato, solo al tredicesimo anno, alla predisposizione di un piano dei rifiuti, l'idea di andare a un conflitto con i comuni è stata sempre molto inquietante. Ragion per cui io ho scelto sempre e comunque la via della concertazione, anche la più estenuante.
Aggiungo che in questo quadro devono essere considerati anche, dal punto di vista della penetrazione di dinamiche criminali, tutti i cicli opachi, per esempio i sempre rinviati cicli delle bonifiche. Noi abbiamo cominciato in questa azione, come nel caso del più importante sito inquinato di interesse nazionale, ovvero quello di Manfredonia, che ho portato a termine, evitando da un lato le multe comunitarie e dall'altro di lasciare in permanenza di opacità una situazione rischiosa, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista delle altre implicazioni.
Volevo sottolineare questo, sperando che si intenda qual è la fatica di lavorare perché si producano gli impianti, si produca una nuova cultura che viva il rifiuto non come un problema, ma come una risorsa e perché si impermeabilizzi questo ciclo da qualunque invadenza della criminalità organizzata.
PRESIDENTE. Il libro è quello che vi mostro. Abbiamo chiesto altre copie, per poterle mettere a disposizione. Da quando è iniziata questa presidenza, abbiamo cercato di
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comperare e raccogliere tutti i principali testi sulla materia che ci interessa. In futuro saranno messi a disposizione di tutti i commissari e anche di altri parlamentari, in modo che possano accedere a queste informazioni.
Credo che gli argomenti siano tanti, anche se hanno avuto un'ampia risposta. Cedo la parola ai colleghi che vogliano intervenire, per porre domande o formulare osservazioni.
PIETRO FRANZOSO. Ovviamente, leggeremo più attentamente le risposte negli atti del resoconto, in modo da dare una valutazione d'insieme. Vorrei soffermarmi sul problema della raccolta differenziata, anche alla luce di quanto abbiamo ascoltato in quei pochi minuti dell'ultima audizione del presidente Vendola.
Voglio ricordare che la raccolta differenziata è il frutto di un nuovo processo di raccolta e organizzazione dei rifiuti del 2005, il quale prevedeva che entro la fine del 2010 si sarebbe dovuto raggiungere il 55 per cento.
Siamo a marzo del 2011 e, a detta della stessa regione, il livello si attesta attorno al 16 per cento. Tuttavia, indipendentemente da questi aspetti, io voglio soffermarmi su altre questioni, a cui ha accennato il presidente Vendola, ovvero sulla mission di questa Commissione, relativa ad eventuali traffici illeciti e ai processi che possono generare delle attività illecite.
Proprio per arrivare al tema della raccolta differenziata, voglio ricordare, presidente, che per esempio il sindaco di Erchie, il dottor Giuseppe Margheriti, non più tardi di una settimana fa, nel corso di un incontro, ebbe a dire che ormai stava portando la raccolta differenziata nel tal quale, perché non poteva reggere un costo di 140 euro a tonnellata per lo smaltimento e che aveva regolarmente denunciato questo alla regione.
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Da qui la mia richiesta di capire quanti sono e come i fondi vengono elargiti agli enti locali e ai comuni. Evidentemente, ci deve essere qualche corto circuito tra provincia e comune oppure qualcosa sicuramente ci sarà, dal momento che ci sono queste denunce.
Al di là di questo, siccome, come diceva l'assessore poc'anzi, il tutto avviene attraverso i nuovi piani e la biostabilizzazione prevista dalla nuova normativa, vorrei capire, presidente Vendola, se lei è stato mai a conoscenza del fatto che in uno dei bacini di Lecce, nel momento in cui si è autorizzata la biostabilizzazione, l'impianto era sotto sequestro.
Vorremmo capire quali erano le motivazioni per cui l'impianto era sotto sequestro e perché fu comunque autorizzata la biostabilizzazione, posto peraltro che quell'impianto non era idoneo ad ottenere i parametri spirometrici che una corretta biostabilizzazione dovrebbe apportare. Ciò indusse a dover fare un'ordinanza per aumentare i parametri, affinché i rifiuti potessero essere portati nelle discariche di Grottaglie e di Taranto, che altrimenti, a causa della tipologia delle discariche, non potevano riceverli. Dunque, abbiamo un impianto che avrebbe dovuto biostabilizzare, ma non lo faceva con i parametri previsti. Per effetto dell'emergenza, ci fu l'obbligo di fare un'ordinanza per superare quei limiti imposti dalla legge, per quanto riguarda l'indice dinamico e spirometrico. Così si arrivò al punto che in quelle discariche, specie in quella di Grottaglie, i rifiuti potevano quasi equivalere al tal quale. Gli stessi esercenti delle discariche non erano d'accordo a recepirli, ma poi a seguito dell'ordinanza in cui si modificavano i parametri, ovviamente dovettero farlo.
Per quanto riguarda quello che è avvenuto ai giorni nostri, tra le tante intercettazioni che abbiamo letto in questi giorni sulla sanità, alcune investono i rapporti di autorizzazione di
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un impianto, chiamato di Grottelline. Questo nome emerge dalle intercettazioni delle conversazioni avvenute tra l'assessore Tedesco e altri interlocutori. Questa discarica, da quanto abbiamo appreso nel corso dell'audizione di uno dei membri della società che dovrebbe gestirla, risulta essere stata posta sotto sequestro dalla procura di Trani, poi dissequestrata, e poi nuovamente sequestrata, per effetto delle denunce di alcuni, che sostenevano che in quella discarica erano stati portati rifiuti ospedalieri. Sono emersi inoltre dei problemi relativi a delle cavità carsiche. Insomma, la discarica è stata nuovamente sottoposta a sequestro e oggi non so in quale condizione si trovi.
In ogni caso, vorrei sapere se il suo ufficio era a conoscenza del fatto che comunque in questa indagine c'era anche di mezzo il problema dell'autorizzazione della discarica di Grottelline, per rapporti attinenti alle autorizzazioni del genio civile di Bari e di altri. Questo - ripeto - è quello che abbiamo appreso da alcune intercettazioni.
VINCENZO DE LUCA. Io vorrei ringraziare per le risposte puntuali che sono state fornite dall'assessore alle mie domande. Volevo chiedere un chiarimento al presidente Vendola. Resta una perplessità legata a questo rapporto di Legambiente, che pone comunque la Puglia al secondo posto per reati connessi al ciclo dei rifiuti.
NICHI VENDOLA, Presidente della giunta della regione Puglia. La interrompo, perché questa questione mi fu posta dal presidente. Siccome la domanda del presidente è rimbalzata anche sui media, ho avuto una sollecitazione dagli apparati repressivi dello Stato e dalle associazioni ambientaliste a sottolineare molto quanto sia importante aver raggiunto l'obiettivo dell'emersione dei reati e del loro contrasto. Quindi,
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quella per me non è una maglia nera, ma è una maglia di un altro colore.
VINCENZO DE LUCA. La domanda del presidente, peraltro presente agli atti, era collegata ad un altro aspetto che lei ha menzionato qualche attimo fa, ovvero se non ci sia qualche collegamento - lei ha detto che si sente quasi pentito - con il loro ruolo poco attivo, utilizzo un eufemismo, dei comuni rispetto a questo settore. Infatti, sul piano complessivo del ciclo integrato dei rifiuti, ovviamente i comuni non possono essere artifici passivi della delega al commissario di turno.
La mia domanda era legata a questo aspetto. In altre parole, chiedo se non ci sia una connessione di questo tipo tra i due problemi.
GENNARO CORONELLA. Presidente, noi, come Commissione, andiamo in giro per l'Italia a svolgere delle indagini, per mantenere alta l'attenzione su un argomento che possiamo considerare bollente. Tuttavia, se poi ci mettiamo a dire che di fronte ai quei reati, il primato della Puglia non rappresenta una maglia nera, stiamo dando un messaggio sbagliato.
Se io non so dove portare i rifiuti e li abbandono, sto commettendo un reato. Tuttavia, chi di dovere dovrebbe dire dove questi rifiuti debbono essere portati. Questa è una riflessione che affido alla sua intelligenza. Quella è una maglia nera come il carbone.
In secondo luogo, anche il suo assessore ci ha confermato che in Puglia stiamo scontando problemi sul piano dell'impiantistica. Sulla raccolta differenziata lei, con molta sincerità, ha fatto delle affermazioni. Quindi viva la dittatura delle discariche, perché se non ci fossero le discariche oggi in Puglia i rifiuti sommergerebbero tutta la regione.
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Anche su questo, mi permetto sommessamente di dire che dobbiamo realizzare gli impianti, ovvero fare quello che dice la legge. Se la regione deve vigilare sulla corretta organizzazione del ciclo dei rifiuti, deve farlo, così come la provincia e i comuni.
Ora vorrei sapere, siccome la sua regione continua ad utilizzare le discariche, qual è la situazione delle discariche, ovvero quando andranno ad esaurimento. In altre parole, vorrei sapere quando potremo dire abbasso la dittatura delle discariche e che il dittatore delle discariche non tornerà più?
RAFFAELE VOLPI. La ringrazio anch'io per la partecipazione a questa audizione. Faccio una domanda preliminare, perché mi piace capire le cose con estrema chiarezza. Vorrei sapere se l'assessore Nicastro è soltanto assessore alle politiche ambientali, oppure ha altre deleghe.
LORENZO NICASTRO, Assessore all'ambiente della regione Puglia. Posso risponderle subito. Ho una delega molto più articolata, che riguarda anche il ciclo dei rifiuti, le bonifiche e le foreste. Insomma, ho il mio da fare. Non mi occupo, invece delle acque, che sono di competenza dell'assessorato ai lavori pubblici, del collega Amati.
RAFFAELE VOLPI. La ringrazio. Innanzitutto una brevissima considerazione. Farò poi una domanda più specifica, perché non ho avuto ancora una risposta, ma sono sicuro che il presidente Vendola me la darà, al di fuori di alcune valutazioni che non trovo poi così essenziali.
Faccio una domanda all'assessore, anche se è un po' una provocazione. Assessore, cosa vuol dire secondo lei trovare metodi innovativi per fare la raccolta differenziata? Lo dico nel senso buono, perché la raccolta differenziata si fa in
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termini efficienti in molti luoghi. Vorrei sapere che differenza c'è tra farla con metodi innovativi e farla, invece, come la fanno nelle altre parti d'Italia.
Inoltre, presidente Vendola, ho letto delle sue dichiarazioni ieri sera, cercando di prepararmi adeguatamente per la partecipazione a questo incontro. Ebbene, lei ha fatto delle dichiarazioni che mi hanno lasciato interessato, non turbato, peraltro stimandola come persona, al di là del ruolo politico. Lei ha parlato di possibili infiltrazioni della malavita. Io ho visto che è rimasta inevasa questa risposta specifica. Voglio sapere cosa ne pensa in realtà - lei, non il suo assessore - delle possibilità di infiltrazioni della malavita organizzata nel ciclo dei rifiuti della sua regione.
La ringrazio anche per il libro e per aver ricordato, in modo tale che potessi fare questa domanda, anche qual è la funzione di questa Commissione. Le pongo questa domanda, però per cortesia mi piacerebbe avere una risposta precisa.
PIETRO FRANZOSO. In virtù della nostra mission, voglio ricordare una cosa, presidente. La scorsa volta, in relazione alla denuncia appropriata del sindaco di Bari, lei disse che aveva annullato l'impianto termovalorizzatore di Bari, dove era prevista una tariffa di 120 euro. Ebbene, invece, si trattava di 77 euro per tonnellata.
NICHI VENDOLA, Presidente della giunta della regione Puglia. Ci sono delle domande che non hanno un interesse per me comprensibile, come quella relativa alle vicende del 2005 sulla sperimentazione di un impianto di biostabilizzazione, credo relativo all'emergenza in quel di Poggiardo, se ricordo bene. In ogni caso, qui c'è il dirigente del settore rifiuti, che potrà dare una risposta appropriata.
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Stiamo parlando di decisioni che sono state assunte nella prefettura di Lecce, nel corso di defatiganti ed estenuanti riunioni concertative, perché bisognava decidere se chiudere la discarica di Nardò, cosa fare a Poggiardo o ad Ugento. Tuttavia, se lei ha questo interesse, credo che gli uffici possano specificarlo.
Per quanto riguarda la seconda domanda che mi ha posto relativamente a Grottelline, anche qui gli impianti di Grottelline sono stati oggetto di una mia forte lamentazione. La ragione è la seguente, ma lo dicevo anche l'altra volta.
L'idea che il piano dei rifiuti preveda la valutazione d'impatto ambientale non a monte, ma a valle, è un'idea demenziale, dal mio punto di vista. Immagino che tutti possano intuire che un luogo che si chiama Grottelline probabilmente presenta delle cavità carsiche, delle grotte, ma io non potevo che far partire la valutazione dell'impatto ambientale dopo aver firmato i contratti, e non potevo firmare i contratti se non dopo la sentenza del Consiglio di Stato, ovvero tra aprile e giugno del 2006. In altre parole, io non sono l'autore del piano dei rifiuti, l'ho soltanto modificato, relativamente agli impianti di termovalorizzazione di vecchia tecnologia.
I bandi di gara non li ho firmati io. Sono partiti e sono stati tutti contestati. Ho avuto una forte contestazione tra il 2005 e il 2006, perché si diceva - anche l'onorevole Franzoso - che avrei dovuto firmare i contratti, a prescindere dai contenziosi giurisdizionali in corso. Questo fu l'oggetto di una polemica politica, ma secondo me non potevo firmare niente, se non dopo le sentenze del Consiglio di Stato. Ho atteso, dunque, la sentenza ed ho firmato i contratti.
Una volta firmati i contratti, immediatamente dopo nascono i problemi, che riguardano la valutazione d'impatto
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ambientale. Grottelline è stato uno di quei luoghi che ci ha procurato molteplici motivi di ansia, perché ovviamente quando abbiamo firmato i contratti, nel giugno del 2006 - vorrei che fosse chiaro - eravamo già quasi alla saturazione delle discariche pubbliche in Puglia. Si trattava, quindi, di cominciare una lotta contro il tempo, perché una volta vi poteva essere un impaccio o un impedimento, un'altra volta un reperto archeologico in una di quelle localizzazioni o la questione di Corigliano d'Otranto, dove gli impianti di discarica sono stati localizzati su una falda. Tutti questi problemi bisognava guardarli con attenzione.
Nel sito per fare la discarica ad Ugento io ho trovato 30 tonnellate di amianto, ma non ho buttato il cemento perché avevo l'orologio che mi diceva che stava scadendo il tempo per realizzare gli impianti, ma ho bloccato tutto e ho fatto la caratterizzazione e la bonifica. Così è stato per ciascuno di questi posti, presidente, sapendo che c'erano ritardi necessari, perché si era scoperto che qualcosa non andava, e quelli costruiti, da chi denunciava cose che non c'erano, come sversamenti di rifiuti illeciti, che poi si dimostravano inesistenti - perché qualcuno ha giocato anche su questo terreno - mentre noi avevamo sempre la clessidra, che vedeva i granelli di sabbia al lumicino.
Dunque, per me aver chiuso la scorsa legislatura, avendo realizzato tutti gli impianti tranne uno, ovvero tranne il completamento di Corigliano d'