Il ‘nuovo’ Piano rifiuti della Regione Campania: 4 inceneritori e nuove discariche
Il governatore Caldoro presenta il piano rifiuti richiesto dall'UE: La Campania avrà, oltre a quello di Acerra, altri tre termovalorizzatori ed un gassificatore. Per Legambiente 'niente di nuovo sotto il sole'; più duro il Co.re.ri: "un piano costruito attorno all’incenerimento dal quale a guadagnarci saranno i soliti pochi e a perderci ancora una volta saranno i cittadini campani e la loro salute"
29 March, 2011
Ancora discariche, tre inceneritori e un gassificatore.
Questo il contenuto della bozza del Piano Rifiuti Urbani che la Regione Campania ha inviato alla Commissione Europea per convincere Bruxelles a svincolare i fondi europei bloccati dalla procedura di infrazione comunitaria ed evitare l'applicazione delle multe.
Trentasei mesi per uscire dalla crisi, riduzione dei quantitativi prodotti, differenziata al 50% in tutti i comuni, eventuale nomina dei commissari ad acta nei circa 200 centri che sono ancora al di sotto della soglia del 35%, e impiantistica diversificata: questi i punti principali della nuova "ricetta" dettata dalla giunta Caldoro per permettere alla Campania di uscire dall'emergenza rifiuti.
Intanto, nel giorno della presentazione del nuovo piano rifiuti, che prevede lo stanziamento di 150 milioni, nella sola città di Napoli 1600 tonnellate di rifiuti restano accumulati nelle strade e le immagini televisive fanno, ancora una volta, il giro del mondo.
La causa del ritorno dei rifiuti nelle strade è da imputare alla "chiusura o all'utilizzo parziale di 2 discariche su 4, Chiaiano e Sant'Arcangelo", cosa che rende "inevitabile" il ritorno dei sacchetti.
Per il futuro, dunque, si punterà sugli inceneritori. Se ne costruiranno altri 3, oltre a quello già esistente ad Acerra: Salerno, Napoli Est e un impianto a Giugliano che brucerà ecoballe stoccate a Taverna del Re. Il piano prevede anche il riutilizzo del compost prodotto negli impianti Stir con il quale si provvederà a risanare le 1.112 cave abbandonate che sono state censite nella regione.
La crisi di Napoli suscita, intanto, notevoli polemiche. Le altre province della Campania non vogliono sentire affatto parlare di "sprovincializzazione", ovvero di individuare nelle altre province discariche al servizio di Napoli.
Legambiente. «Ad una prima lettura del piano ci viene da dire 'niente di nuovo sotto il sole'», commenta così il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonuomo, la presentazione del Piano regionale dei rifiuti. «In attesa di analizzare nel dettaglio l'intera relazione - aggiunge Buonuomo - ancora una volta possiamo affermare che lo scenario previsto dei quattro forni rimane un regalo alla lobby degli inceneritori ma soprattutto incompatibile con ipotesi serie di sviluppo della raccolta differenziata, del riciclaggio dei materiali e di politiche di riduzioni. In pratica e' voler rinunciare ad un futuro diverso e rimanere legati a un eterno presente che non ci piace, e che e' sotto gli occhi di tutti».
Co.Re.Ri. Duro anche il Coordinamento regionale rifiuti, che definisce il Piano regionale “un piano costruito attorno all’incenerimento dal quale a guadagnarci saranno i soliti pochi che sfrutteranno gli incentivi sulla produzione di energia dai rifiuti e a perderci ancora una volta saranno i cittadini campani e la loro salute. Un piano che non tiene in nessun conto le esigenze di sviluppo ecocompatibile del territorio e la necessità di evitare un ulteriore carico ambientale in zone già compromesse sotto questo profilo. Un piano in cui i vincoli per la definizione delle aree idonee ad ospitare gli impianti contraddicono le stesse ipotesi localizzative previste. Tutto ciò mentre si definisce la dotazione impiantistica in funzione di una livello di raccolta differenziata del 50% (in luogo del 65% obbligatorio per legge già dal 2012) e si sostiene voler “dotare la Regione Campania di impianti moderni, ma al contempo sicuri efficienti e affidabili” ma si sceglie di costruire due impianti di incenerimento a griglia mobile la cui tecnologia risale agli anni ’70 e che hanno il loro paradigma nell’inaffidabile inceneritore di Acerra, che utilizza la medesima tecnologia.
Un piano pessimo che non aiuterà la Campania a tornare alla normalità, non ci eviterà nuove crisi e nuove proteste, e di certo non convincerà l’Europa a sbloccare i finanziamenti.