Macromolecole in difesa della plastica
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell'Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole: "Capita spesso, recentemente, di leggere proclami assertivi del tipo “Mai più la plastica!” e che di solito sono riservati alle tragedie (“mai più la guerra” o “mai più i lager”). Ai punti esclamativi che vogliono suscitare sgomento e indignazione noi ci permettiamo di aggiungere qualche punto di domanda"
29 March, 2011
Il dovere di una riflessione approfondita
Siamo un’associazione senza scopo di lucro che da trentasei anni si occupa, tra gli altri, dei temi di carattere scientifico e tecnologico legati alle materie plastiche. Per le nostre attività (organizzazione
di convegni, scuole, giornate studio e la pubblicazione di libri e riviste) abbiamo alcune precise linee guida : il rigore scientifico, la formazione in particolare dei giovani tecnici e ricercatori, il costituire un ponte tra la ricerca accademica e quella industriale.
Avvertiamo il diritto e il dovere di esprimere qualche riflessione a riguardo di una veria e propria ondata di luoghi comuni sulle materie plastiche (ondata non nuova, ma oggi più intensa). Soprattutto perché una riflessione più pacata e approfondita sull’argomento rientra nell’interesse generale.
La vicenda sacchetti, il rischio di una psicosi collettiva
La ben nota vicenda dei sacchetti di plastica e la conseguente situazione in qualche misura di “empasse normativa”. L’argomento è solo apparentemente semplice, ma coinvolge una pluralità e complessità di aspetti. Diverse tecnologie e materiali, diversi produttori ed associazioni di categoria, diversità delle applicazioni finali, complessità del calcolo completo dei costi ecologici ed economici delle varie opzioni possibili. Ragionevolmente non esiste una soluzione ottimale ed unica per tutti i casi. Occorre ricercare una sintesi mediata e meditata che tenga conto in misura adeguata di tutti gli aspetti di quella pluralità complessa sopra accennata.
Ci preoccupa ancora di più il clima da caccia alle streghe verso i materiali plastici. In tal senso vediamo il rischio che la vicenda sacchetti faccia partire una sorta di effetto domino incontrollato e
irrazionale. E’ opportuno invece che l’opinione pubblica possa avere una informazione più completa, corretta ed equilibrata.
Il grande successo applicativo delle materie plastiche
Bisognerebbe prendere atto che il successo e la diffusione dell’utilizzo delle materie plastiche in tantissime attività produttive è dovuto ai numerosi vantaggi che spesso offrono al confronto con altri materiali. Vantaggi non solo economici, ma anche di consumo energetico e minor impatto ambientale complessivo nel computo sull’intero ciclo: dalla produzione della materia prima, alle varie fasi di lavorazione e trasformazione per realizzare un manufatto, per giungere infine alla sua
gestione quando è terminato il periodo del suo utilizzo.
Si pensa spesso che la grande diffusione delle plastiche sia spinta dalla industria legata ai combustili fossili. Visione, questa, fuorviante e in buona sostanza sbagliata: le materie plastiche costituiscono quantitativamente circa il 3% dell’intero volume rappresentato da petrolio, gas naturale e carbone.
Un “business” dunque decisamente marginale rispetto a quelli enormi legati all’autotrazione, al riscaldamento e alla produzione di elettricità. Da questo semplice dato, per inciso, è facile concludere che il contributo delle materie plastiche all’accumulo di CO2 nell’atmosfera è
decisamente secondario. E’ da sottolineare anche la facilità di un loro ulteriore utilizzo intelligente e produttivo, a fine vita del manufatto, per il riciclo o per la valorizzazione energetica.
Su quest’ultimo punto va segnalata l’insussistenza del problema spesso evocato per cui si crede che la plastica generi diossina quando viene bruciata. Sappiamo bene che gli attuali stili di vita e modelli di sviluppo inducono anche un uso distorto dei beni, favorendo l’iper-consumismo e le abitudini dell’usa e getta.
L’uso più sobrio e razionale però deve rivolgersi a tutti i beni e servizi che fanno parte della nostra vita quotidiana. Pensare di mettersi a posto la coscienza, come singoli e collettività, tramite il confinare il
problema solo ad una tipologia di materiali e dimenticare tutto il resto è un falso scientifico oltre che un cattivo servizio alla causa del bene comune.
Le materie plastiche per le tecnologie avanzate
Le materie plastiche sono principalmente note per la loro versatilità (e spesso insostituibilità) nella realizzazione di molti oggetti della vita comune quotidiana. Tuttavia esse sono anche il terreno su
cui si stanno misurando e sviluppando settori di avanguardia scientifica e tecnologica. Nuovi materiali per pannelli solari più efficienti, applicazioni mediche avanzate (ad es. ricostruzione di tessuti, protesi), materiali compositi ad elevate prestazioni meccaniche, biotecnologie e utilizzo di fonti rinnovabili.
Un settore dell'eccellenza italiana
La storia della materie plastiche in Italia prende un grande slancio negli anni pioneristici e gloriosi della rinascita economica del dopo guerra e culminata all’epoca con il premio Nobel per la Chimica
al prof.Natta nel 1963 per la scoperta del polipropilene isotattico, base per uno dei materiali più diffusi al mondo. Da allora ad oggi le materie plastiche sono state anche un’espressione delle virtù del nostro Paese e tanti hanno dato il meglio di sé lavorando in questo settore.
L’eccellenza scientifica e le trasformazioni tecnologiche ci hanno visti protagonisti nelle Università e nelle Industrie, grandi, medie e piccole.
E in questa storia siamo stati a livelli di eccellenza in tutta la filiera di settore: dagli impianti produzione alle macchine per la lavorazione, dagli aspetti più tecnici sino a quelli legati al design e
alla creatività. Noi crediamo che anche oggi sia possibile continuare nel solco di questo cammino. E vorremmo, in scienza e coscienza, armati di tanta buona volontà, poter dare ancora il nostro contributo assieme a tutti gli attori (istituzionali, economici, scientifici) coinvolti con il
mantenimento e il rilancio di quel grande Paese industriale che l’Italia è e deve continuare ad essere.
Il Presidente
Paolo Lomellini
www.aim.it